La gestione dello spazio nel bambino con disabilità visiva – Proposta di un protocollo osservativo e stesura del progetto riabilitativo

The visual function is the 'synthesizer of experience', the tool that allows the individual to structure the reality that surrounds him, to understand and predict it. This function is, therefore, closely linked to the perceptual, motor and neuropsychic evolution of the child and is highly influenced by the environmental context. Due to the centrality that the visual function plays, the development of visual-spatial skills, as well as the methods of approaching towards the outside world, differ substantially in child with visual disabilities, compared to a sighted child. This happens because, in most cases, the child with visual impairment bases and structures their experiences and knowledge starting from altered and often distorted visual-perceptual modalities. In literature there are several tests for the assessment of visual-spatial skills (VSS) applicable in the neuropsychomotor field. Often these tests turn out to be inadequate to examine this type of skills even in children with visual impairments. Therefore, it was decided to draw up an observational protocol, considering all the areas of the VSS, with the aim to analyse the management and organization of space, be it enlarged, restricted to the table, or restricted to the sheet, in a child with visual impairment. This protocol was administered to three clinical cases presenting different status of visual impairment. Thanks to the administration it was possible to observe how fundamental are for these children, both the guidance and support in the development by the Neuro and Psychomotricity Therapist of the Developmental Age (TNPEE), and the presence of appropriate environmental adaptations, in order to live and fully understand the environment that surrounds them.

La funzione visiva è il ‘sintetizzatore dell’esperienza’, cioè lo strumento che permette all’individuo di strutturare la realtà che lo circonda, di comprenderla e prevederla. Tale funzione è, quindi, strettamente legata all’evoluzione percettiva, motoria e neuropsichica del bambino ed è altamente influenzata dal contesto ambientale. Proprio per la centralità che la funzione visiva riveste, lo sviluppo delle abilità visuo-spaziali, così come le modalità di approccio nei confronti del mondo esterno, differiscono in modo sostanziale nel bambino con disabilità visiva, rispetto ad un bambino normovedente. Ciò avviene perché, nella maggior parte dei casi, il bambino con disabilità visiva basa e struttura le proprie esperienze e conoscenze a partire da modalità visuo-percettive alterate e spesso distorte. In letteratura sono presenti diversi test di valutazione delle abilità visuo-spaziali (AVS) applicabili in ambito neuropsicomotorio. Spesso, però, questi test risultano essere poco adeguati ad esaminare questo tipo di competenze anche in bambini con disabilità visiva. Si è, quindi, pensato di stilare un protocollo osservativo, prendendo in esame tutte le aree delle AVS, con la volontà di analizzare la gestione e l’organizzazione dello spazio, sia esso allargato, ristretto al tavolino o ristretto al foglio, in un bambino con deficit visivo. Tale protocollo è stato somministrato a tre casi clinici che presentano quadri di disabilità visiva differenti. Dalla somministrazione si è potuto osservare come, affinché questi bambini possano vivere e comprendere appieno l’ambiente che li circonda, siano fondamentali sia la guida e il sostegno nello sviluppo da parte del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) sia la presenza di opportuni adattamenti ambientali.