Secolo dopo secolo, nel paesaggio urbano emergono, si rafforzano e si decostruiscono strutture e relazioni di potere che, costituendo molteplici cleavages e sommandosi in modo intersezionale, posizionano ciascunə di noi in base a diverse forme di privilegio e vulnerabilità. Sono dunque introdotti dei dispositivi politici funzionali alla conservazione dello status quo, per garantire a chi lo possiede, la riproduzione intatta del suo privilegio. La crosta sociale della città si presenta allora fratturata da spinte di matrice discriminatoria che traducono a livello urbano le disparità sociali, agendo come una forza centrifuga verso chi rappresenta -spesso con la sua sola esistenza- una trasgressione alle soggettività normate. L’ “urbano” raffigura e consolida ciò che si stabilisce a livello sociopolitico e respinge dal godimento del diritto alla città, in modi e in gradi diversi, persone e comunità. Questo elaborato si propone di individuare come le forme di discriminazione e violenza, in particolare quelle causate dal patriarcato neoliberista, si attuino nell’espropriazione dello spazio dell’immaginario, pubblico, privato e urbano. Soffermandoci in particolare su quest’ultimo, dedicheremo di seguito un capitolo per tracciare quelle che invece sono delle proposte alternative al sistema vigente, in favore di una riappropriazione degli spazi e di una riformulazione delle relazioni sul modello della cura transfemminista.
LA CITTA' TRANSFEMMINISTA DELLA CURA
VERGERIO, ANGELA
2021/2022
Abstract
Secolo dopo secolo, nel paesaggio urbano emergono, si rafforzano e si decostruiscono strutture e relazioni di potere che, costituendo molteplici cleavages e sommandosi in modo intersezionale, posizionano ciascunə di noi in base a diverse forme di privilegio e vulnerabilità. Sono dunque introdotti dei dispositivi politici funzionali alla conservazione dello status quo, per garantire a chi lo possiede, la riproduzione intatta del suo privilegio. La crosta sociale della città si presenta allora fratturata da spinte di matrice discriminatoria che traducono a livello urbano le disparità sociali, agendo come una forza centrifuga verso chi rappresenta -spesso con la sua sola esistenza- una trasgressione alle soggettività normate. L’ “urbano” raffigura e consolida ciò che si stabilisce a livello sociopolitico e respinge dal godimento del diritto alla città, in modi e in gradi diversi, persone e comunità. Questo elaborato si propone di individuare come le forme di discriminazione e violenza, in particolare quelle causate dal patriarcato neoliberista, si attuino nell’espropriazione dello spazio dell’immaginario, pubblico, privato e urbano. Soffermandoci in particolare su quest’ultimo, dedicheremo di seguito un capitolo per tracciare quelle che invece sono delle proposte alternative al sistema vigente, in favore di una riappropriazione degli spazi e di una riformulazione delle relazioni sul modello della cura transfemminista.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/39367