In epoca post pandemica il mondo intero si è trovato a fare i conti con i cambiamenti tecnologici ereditati dal COVID-19. Anche il settore audioprotesico per il quale il contatto faccia a faccia con i propri pazienti è sempre stato una delle principali necessità, si è trovato a dover sperimentare nuovi metodi assistenziali: la telemedicina. Questa tecnica di collegamento da remoto nell’arco di un paio d’anni si è diffusa a macchia d’olio, portando con sé fattori positivi e negativi sotto l’aspetto professionale. L’obiettivo di questo studio è stato valutare, in alcuni pazienti portatori di apparecchi acustici, la preferenza al trattamento tradizionale in centro acustico o da remoto, e comprenderne le motivazioni. Successivamente si sono tenute delle sessioni di follow-up mediante il trattamento scelto e sono stati erogati gli opportuni servizi a seconda delle necessità e richieste dei pazienti. Infine, a tutti i soggetti è stato sottoposto il questionario psicometrico QIRPA e, attraverso l’analisi statistica dei dati, sono emersi i risultati relativi alla soddisfazione del paziente in base alle due modalità di trattamento. Dallo studio è emerso che le persone più anziane ed in pensione, preferiscono il tradizionale trattamento faccia a faccia in centro acustico, in primis per avere un contatto diretto con l’audioprotesista ed in secondo luogo perché non si ritengono abbastanza tecnologici o amanti dell’innovazione. Di contro i soggetti più giovani, lavoratori e studenti, preferiscono la teleaudiologia, in questo modo possono ricevere assistenza adattandola al meglio al proprio stile di vita e ottimizzare i tempi evitando futili spostamenti. Il supporto di un caregiver è risultato essere indispensabile per la maggior parte dei soggetti in pensione trattati da remoto. Dal questionario psicometrico è emerso che i soggetti trattati in studio sono più soddisfatti rispetto ai soggetti trattati da remoto, nonostante la teleaudiologia sia stata molto apprezzata dai pazienti che ne hanno usufruito, evidenziandone i notevoli vantaggi tecnici. Questo risultato dimostra che non vanno trascurati i fattori complementari alle prestazioni tecniche, propri dell’attività del tecnico audioprotesista, che riguardano l’aspetto umano, emotivo e psicologico che non è possibile fornire da remoto. Come suggerito in alcuni studi presenti in letteratura, l’utilizzo ibrido dei due trattamenti potrebbe essere una soluzione valida al fine di fornire un miglior servizio a seconda dell’esigenza del paziente.

Gradimento della telemedicina in pazienti portatori di protesi acustica

FANELLI, GIULIA
2021/2022

Abstract

In epoca post pandemica il mondo intero si è trovato a fare i conti con i cambiamenti tecnologici ereditati dal COVID-19. Anche il settore audioprotesico per il quale il contatto faccia a faccia con i propri pazienti è sempre stato una delle principali necessità, si è trovato a dover sperimentare nuovi metodi assistenziali: la telemedicina. Questa tecnica di collegamento da remoto nell’arco di un paio d’anni si è diffusa a macchia d’olio, portando con sé fattori positivi e negativi sotto l’aspetto professionale. L’obiettivo di questo studio è stato valutare, in alcuni pazienti portatori di apparecchi acustici, la preferenza al trattamento tradizionale in centro acustico o da remoto, e comprenderne le motivazioni. Successivamente si sono tenute delle sessioni di follow-up mediante il trattamento scelto e sono stati erogati gli opportuni servizi a seconda delle necessità e richieste dei pazienti. Infine, a tutti i soggetti è stato sottoposto il questionario psicometrico QIRPA e, attraverso l’analisi statistica dei dati, sono emersi i risultati relativi alla soddisfazione del paziente in base alle due modalità di trattamento. Dallo studio è emerso che le persone più anziane ed in pensione, preferiscono il tradizionale trattamento faccia a faccia in centro acustico, in primis per avere un contatto diretto con l’audioprotesista ed in secondo luogo perché non si ritengono abbastanza tecnologici o amanti dell’innovazione. Di contro i soggetti più giovani, lavoratori e studenti, preferiscono la teleaudiologia, in questo modo possono ricevere assistenza adattandola al meglio al proprio stile di vita e ottimizzare i tempi evitando futili spostamenti. Il supporto di un caregiver è risultato essere indispensabile per la maggior parte dei soggetti in pensione trattati da remoto. Dal questionario psicometrico è emerso che i soggetti trattati in studio sono più soddisfatti rispetto ai soggetti trattati da remoto, nonostante la teleaudiologia sia stata molto apprezzata dai pazienti che ne hanno usufruito, evidenziandone i notevoli vantaggi tecnici. Questo risultato dimostra che non vanno trascurati i fattori complementari alle prestazioni tecniche, propri dell’attività del tecnico audioprotesista, che riguardano l’aspetto umano, emotivo e psicologico che non è possibile fornire da remoto. Come suggerito in alcuni studi presenti in letteratura, l’utilizzo ibrido dei due trattamenti potrebbe essere una soluzione valida al fine di fornire un miglior servizio a seconda dell’esigenza del paziente.
2021
Acceptance of telemedicine in patients with hearing aids
REMOTE TREATMENT
HEARING AIDS
APPRECIATION
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/39815