Tognon Valentina Il diritto di essere bambini. Viaggio alla scoperta dell'infanzia attraverso l'educazione. Corso di laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria di Padova. Relatore: Mirca Benetton Per molti secoli il pensiero pedagogico in Europa è stato caratterizzato da una mera visione di protezione e assistenza nei riguardi dell’infanzia. Fino a oltre la metà del XX secolo, il bambino era considerato un piccolo adulto, che andava protetto e cresciuto secondo i canoni prestabiliti di una società conformista e immutabile nei suoi valori fondanti. Non aveva diritti propri, non poteva intervenire con idee proprie né all’interno della famiglia, né nel contesto scolastico o sociale. Doveva semplicemente fare tutto ciò che gli veniva detto di fare, così come gli adulti ritenevano opportuno. In sostanza, non era riconosciuto come persona e, di conseguenza, non poteva intervenire in alcun contesto, neppure se riguardava la sua vita e i fatti che lo interessavano direttamente. Nel corso del ‘900, molti studiosi hanno elaborato metodi e teorie con l’obiettivo di portare al centro dell’azione pedagogica il bambino. Decennio dopo decennio, nel mondo occidentale l’attenzione per l’infanzia andò crescendo, portando il bambino ad essere sempre più protagonista del proprio percorso formativo. Iniziò a rafforzarsi l’idea che dovesse essere considerato come persona, titolare, quindi, di diritti e che si dovesse porre attenzione ai bisogni e alle esigenze di ciascuno. Si affermarono le teorie di alcuni studiosi come Alexander Sutherland Neill, Maria Montessori e, soprattutto, Janusz Korczak, considerato l’ispiratore della Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza del 1989, documento che si è posto come punto di svolta nell’affermazione dei diritti dei bambini. L’obiettivo di questo mio lavoro potrebbe essere definito graficamente come una spirale: al centro, la parola infanzia, e mano a mano che ci si allarga verso l’esterno, si incontrano le idee, gli studi, le sperimentazioni e le teorie pedagogiche che vengono elaborate nel corso degli anni fino ai giorni nostri. Un concetto, l’infanzia, in continuo divenire e in continua trasformazione, poiché tante sono i traguardi ancora da raggiungere per un completo riconoscimento del ruolo dei bambini nella nostra società. Mi concentrerò sull’importanza del diritto dei bambini di essere persone, concretizzato nel diritto all’ascolto, in particolare. Ascolto reale, attento e concentrato, che nel suo significato più profondo equivale a dare spazio alle domande, alle curiosità, offrire risposte concrete per permettere al bambino di accrescere le conoscenze e la capacità di pensare ed elaborare un pensiero autonomo. Significa anche dare spazio all’immaginazione, strumento utile per elaborare il mondo reale ed imparare a conoscerlo. Strumento per formare una persona libera e responsabile, che sarà il futuro cittadino. Dopo aver scorso brevemente l’evoluzione storica dell’infanzia e del lento e progressivo riconoscimento dei diritti dei bambini, fino all’emanazione della Convenzione del 1989, è mia intenzione soffermarmi su alcuni autori della seconda metà del ‘900 che considero di straordinaria importanza nel percorso di riconoscimento del diritto di essere bambino, in famiglia, nella scuola, nella società: Gianni Rodari e Alberto Manzi. Per concludere, a sostegno della mia tesi, riporto il contributo di alcuni studiosi che hanno messo in atto varie iniziative e percorsi per meglio comprendere il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, i loro problemi e le difficoltà che incontrano nel rapportarsi con gli adulti.

Il diritto di essere bambini. Viaggio alla scoperta dell'infanzia attraverso l'educazione.

TOGNON, VALENTINA
2021/2022

Abstract

Tognon Valentina Il diritto di essere bambini. Viaggio alla scoperta dell'infanzia attraverso l'educazione. Corso di laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria di Padova. Relatore: Mirca Benetton Per molti secoli il pensiero pedagogico in Europa è stato caratterizzato da una mera visione di protezione e assistenza nei riguardi dell’infanzia. Fino a oltre la metà del XX secolo, il bambino era considerato un piccolo adulto, che andava protetto e cresciuto secondo i canoni prestabiliti di una società conformista e immutabile nei suoi valori fondanti. Non aveva diritti propri, non poteva intervenire con idee proprie né all’interno della famiglia, né nel contesto scolastico o sociale. Doveva semplicemente fare tutto ciò che gli veniva detto di fare, così come gli adulti ritenevano opportuno. In sostanza, non era riconosciuto come persona e, di conseguenza, non poteva intervenire in alcun contesto, neppure se riguardava la sua vita e i fatti che lo interessavano direttamente. Nel corso del ‘900, molti studiosi hanno elaborato metodi e teorie con l’obiettivo di portare al centro dell’azione pedagogica il bambino. Decennio dopo decennio, nel mondo occidentale l’attenzione per l’infanzia andò crescendo, portando il bambino ad essere sempre più protagonista del proprio percorso formativo. Iniziò a rafforzarsi l’idea che dovesse essere considerato come persona, titolare, quindi, di diritti e che si dovesse porre attenzione ai bisogni e alle esigenze di ciascuno. Si affermarono le teorie di alcuni studiosi come Alexander Sutherland Neill, Maria Montessori e, soprattutto, Janusz Korczak, considerato l’ispiratore della Convenzione Internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza del 1989, documento che si è posto come punto di svolta nell’affermazione dei diritti dei bambini. L’obiettivo di questo mio lavoro potrebbe essere definito graficamente come una spirale: al centro, la parola infanzia, e mano a mano che ci si allarga verso l’esterno, si incontrano le idee, gli studi, le sperimentazioni e le teorie pedagogiche che vengono elaborate nel corso degli anni fino ai giorni nostri. Un concetto, l’infanzia, in continuo divenire e in continua trasformazione, poiché tante sono i traguardi ancora da raggiungere per un completo riconoscimento del ruolo dei bambini nella nostra società. Mi concentrerò sull’importanza del diritto dei bambini di essere persone, concretizzato nel diritto all’ascolto, in particolare. Ascolto reale, attento e concentrato, che nel suo significato più profondo equivale a dare spazio alle domande, alle curiosità, offrire risposte concrete per permettere al bambino di accrescere le conoscenze e la capacità di pensare ed elaborare un pensiero autonomo. Significa anche dare spazio all’immaginazione, strumento utile per elaborare il mondo reale ed imparare a conoscerlo. Strumento per formare una persona libera e responsabile, che sarà il futuro cittadino. Dopo aver scorso brevemente l’evoluzione storica dell’infanzia e del lento e progressivo riconoscimento dei diritti dei bambini, fino all’emanazione della Convenzione del 1989, è mia intenzione soffermarmi su alcuni autori della seconda metà del ‘900 che considero di straordinaria importanza nel percorso di riconoscimento del diritto di essere bambino, in famiglia, nella scuola, nella società: Gianni Rodari e Alberto Manzi. Per concludere, a sostegno della mia tesi, riporto il contributo di alcuni studiosi che hanno messo in atto varie iniziative e percorsi per meglio comprendere il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, i loro problemi e le difficoltà che incontrano nel rapportarsi con gli adulti.
2021
The right to be a child.
bambini
diritto
ascolto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/40096