L’obiettivo dell’elaborato è essenzialmente quello di provare ad analizzare alcune possibili soluzioni per ridurre l’impatto ambientale del rifugio Città di Fiume, posto alle pendici del monte Pelmo, nella provincia di Belluno. L'obiettivo di questo elaborato è di esplorare la storia e le funzioni originali dei rifugi, attraverso un’indagine del loro percorso storico. Come la maggior parte dei rifugi alpini italiani, anche il Città di Fiume è di proprietà del Club Alpino Italiano (sezione di Fiume) e per questo motivo il primo capitolo sarà dedicato fondamentalmente alla storia dei rifugi italiani ed alla nascita e funzione del CAI. Verrà successivamente approfondito il tema di “turismo montano”, di “turismo enogastronomico” e di “turismo incontrollato”, per poi esaminare infine l’impatto che queste tipologie di turismo hanno sul territorio montano. Verrà poi esplorato più a fondo l’argomento dell’ecosostenibilità in ambito montano e dei rifugi: come il CAI intende questo termine e quali sono i progetti realizzati a questa finalità. Inoltre, il tema della destagionalizzazione risulta essere fondamentale, se viene considerato l’impatto ambientale che l’aumento esponenziale di popolazione durante il periodo estivo ha sul territorio montano. La seconda parte dell’elaborato è focalizzata sul caso specifico del rifugio Città di Fiume: la nascita della sezione di Fiume del CAI e la costruzione del rifugio stesso, dove sorgeva l’antica malga Durona. Con l’aiuto del gestore del rifugio si è cercato di analizzare quali sono gli aspetti più impattanti ed onerosi nella conduzione della struttura ricettiva: energia, reperibilità di acqua potabile, smaltimento rifiuti, alimentazione. Partendo da queste informazioni sono state esaminate alcune ipotetiche soluzioni e le motivazioni per cui non sono ancora state adottate: costi, leggi per la salvaguardia ambientale e problemi di giurisdizione. Le possibilità di rendere più sostenibili i rifugi di montagna sono molteplici, ma spesso limitate da alcune problematiche intrinseche al tipo di struttura: la posizione in cui sono localizzate (e quindi la salvaguardia di un ambiente fragile e protetto); i costi (non sempre sufficientemente supportati dalle istituzioni); la tendenza sempre più evidente del cliente moderno a voler trovare in un rifugio gli stessi comfort che trova in vacanza (alta cucina, comfort alberghieri, servizi d’ogni tipo). In conclusione, ogni soluzione volta a migliorare le strutture montane salvaguardando le meraviglie del territorio deve partire da una rieducazione dell'ospite che miri a fargli apprezzare questo stesso territorio per quello che è: naturale, libero, selvaggio, senza la pretesa di trovare ristoranti, discoteche e spa in ogni piccolo o grande rifugio.

L'evoluzione del ruolo dei rifugi nella salvaguardia ambientale della montagna: il caso del Rifugio Città di Fiume.

STANFLIN, TOMMASO
2022/2023

Abstract

L’obiettivo dell’elaborato è essenzialmente quello di provare ad analizzare alcune possibili soluzioni per ridurre l’impatto ambientale del rifugio Città di Fiume, posto alle pendici del monte Pelmo, nella provincia di Belluno. L'obiettivo di questo elaborato è di esplorare la storia e le funzioni originali dei rifugi, attraverso un’indagine del loro percorso storico. Come la maggior parte dei rifugi alpini italiani, anche il Città di Fiume è di proprietà del Club Alpino Italiano (sezione di Fiume) e per questo motivo il primo capitolo sarà dedicato fondamentalmente alla storia dei rifugi italiani ed alla nascita e funzione del CAI. Verrà successivamente approfondito il tema di “turismo montano”, di “turismo enogastronomico” e di “turismo incontrollato”, per poi esaminare infine l’impatto che queste tipologie di turismo hanno sul territorio montano. Verrà poi esplorato più a fondo l’argomento dell’ecosostenibilità in ambito montano e dei rifugi: come il CAI intende questo termine e quali sono i progetti realizzati a questa finalità. Inoltre, il tema della destagionalizzazione risulta essere fondamentale, se viene considerato l’impatto ambientale che l’aumento esponenziale di popolazione durante il periodo estivo ha sul territorio montano. La seconda parte dell’elaborato è focalizzata sul caso specifico del rifugio Città di Fiume: la nascita della sezione di Fiume del CAI e la costruzione del rifugio stesso, dove sorgeva l’antica malga Durona. Con l’aiuto del gestore del rifugio si è cercato di analizzare quali sono gli aspetti più impattanti ed onerosi nella conduzione della struttura ricettiva: energia, reperibilità di acqua potabile, smaltimento rifiuti, alimentazione. Partendo da queste informazioni sono state esaminate alcune ipotetiche soluzioni e le motivazioni per cui non sono ancora state adottate: costi, leggi per la salvaguardia ambientale e problemi di giurisdizione. Le possibilità di rendere più sostenibili i rifugi di montagna sono molteplici, ma spesso limitate da alcune problematiche intrinseche al tipo di struttura: la posizione in cui sono localizzate (e quindi la salvaguardia di un ambiente fragile e protetto); i costi (non sempre sufficientemente supportati dalle istituzioni); la tendenza sempre più evidente del cliente moderno a voler trovare in un rifugio gli stessi comfort che trova in vacanza (alta cucina, comfort alberghieri, servizi d’ogni tipo). In conclusione, ogni soluzione volta a migliorare le strutture montane salvaguardando le meraviglie del territorio deve partire da una rieducazione dell'ospite che miri a fargli apprezzare questo stesso territorio per quello che è: naturale, libero, selvaggio, senza la pretesa di trovare ristoranti, discoteche e spa in ogni piccolo o grande rifugio.
2022
The evolution oh the role of shelters in safeguarding the mountain environment: the case of the Rifugio Città di Fiume.
Rifugio
Montagna
Sostenibilità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/42949