Introduzione La religione e la spiritualità sono parte della vita delle persone sin da tempi preistorici ed hanno contribuito nei millenni a plasmare gli usi e i costumi di ogni civiltà. L’approccio bio-psico-sociale allo studio del complesso fenomeno della salute umana non può dunque evitare indagini sul legame tra religiosità/spiritualità delle popolazioni ed outcome clinicamente rilevanti. Il disturbo da uso di oppioidi è una patologia che affligge milioni di persone in tutto il mondo e che miete ogni anno decine di migliaia di vittime. Il suo impatto economico stimato è di decine di miliardi di dollari l’anno solamente per la società statunitense. Per questi motivi è opportuno aumentare gli sforzi nello studio dei determinanti della salute coinvolti nel fenomeno. L’obiettivo della presente revisione sistematica è verificare l’esistenza di un’associazione tra religiosità/spiritualità delle persone e disturbo da uso di oppioidi; se presente, si intende stabilire se esse rappresentino un fattore di rischio o di protezione e in che misura. Materiali e metodi Sono stati consultati i database on-line PubMed e Scopus, ed è stata effettuata la ricerca utilizzando come parole chiave nelle stringhe religiosity, spirituality, abuse, addict*, drug, opioid, opiate. Dapprima sono stati esclusi gli studi non pertinenti attraverso la lettura degli abstract. Successivamente, per gli altri studi si è provveduto alla lettura dei full-text. Sono stati considerati “pertinenti” quegli studi che rispettavano i criteri di inclusione e non presentavano alcun criterio di esclusione. Sono state descritte per ogni studio le seguenti caratteristiche: autore, anno, rivista, disegno dello studio, metodologia di campionamento, partecipanti, fascia età, misura dell’esposizione, misura dell’outcome, risultati, confondenti analizzati, conclusioni. L’accuratezza e la completezza della descrizione degli studi è stata valutata anche attraverso lo strumento di valutazione per gli studi trasversali AXIS (Appraisal tool for Cross‐Sectional Studies). Risultati In più della metà degli studi inclusi la religiosità e la spiritualità si sono dimostrate fattori protettivi verso l'uso di oppioidi sia di provenienza illegale che prescritti. Secondo uno studio la religiosità costituisce un fattore di rischio negli uomini appartenenti a minoranze sessuali. Quattro studi non hanno identificato nella religiosità e nella spiritualità dei fattori in grado di influenzare significativamente l’uso di oppioidi. Uno studio ha invece portato evidenze contrastanti a seconda dell’appartenenza etnica dei soggetti: negli afroamericani la regolare partecipazione alle funzioni religiose rappresenta un fattore protettivo; lo stesso effetto non è stato riscontrato in popolazioni americane bianche. Discussione Sebbene la religiosità e la spiritualità si possano generalmente considerare fattori protettivi contro l’uso di oppioidi, possono al contrario rappresentare un fattore di rischio in persone che da queste non traggono un’esperienza positiva. Gli studi che hanno mostrato evidenze non significative o contrastanti dimostrano la complessità del fenomeno salute e del grande numero di fattori in grado di influenzare gli outcome. Il grande numero di fattori confondenti riscontrati come il grado di istruzione, l’appartenenza etnica o il reddito suggeriscono una fitta rete di interazioni coi determinanti prima citati. Proprio quest’ultima dovrà essere oggetto di ulteriori indagini al fine di ottenere evidenze più solide.
Religione/spiritualità ed uso di oppioidi: una revisione sistematica
VO, DANIELE
2022/2023
Abstract
Introduzione La religione e la spiritualità sono parte della vita delle persone sin da tempi preistorici ed hanno contribuito nei millenni a plasmare gli usi e i costumi di ogni civiltà. L’approccio bio-psico-sociale allo studio del complesso fenomeno della salute umana non può dunque evitare indagini sul legame tra religiosità/spiritualità delle popolazioni ed outcome clinicamente rilevanti. Il disturbo da uso di oppioidi è una patologia che affligge milioni di persone in tutto il mondo e che miete ogni anno decine di migliaia di vittime. Il suo impatto economico stimato è di decine di miliardi di dollari l’anno solamente per la società statunitense. Per questi motivi è opportuno aumentare gli sforzi nello studio dei determinanti della salute coinvolti nel fenomeno. L’obiettivo della presente revisione sistematica è verificare l’esistenza di un’associazione tra religiosità/spiritualità delle persone e disturbo da uso di oppioidi; se presente, si intende stabilire se esse rappresentino un fattore di rischio o di protezione e in che misura. Materiali e metodi Sono stati consultati i database on-line PubMed e Scopus, ed è stata effettuata la ricerca utilizzando come parole chiave nelle stringhe religiosity, spirituality, abuse, addict*, drug, opioid, opiate. Dapprima sono stati esclusi gli studi non pertinenti attraverso la lettura degli abstract. Successivamente, per gli altri studi si è provveduto alla lettura dei full-text. Sono stati considerati “pertinenti” quegli studi che rispettavano i criteri di inclusione e non presentavano alcun criterio di esclusione. Sono state descritte per ogni studio le seguenti caratteristiche: autore, anno, rivista, disegno dello studio, metodologia di campionamento, partecipanti, fascia età, misura dell’esposizione, misura dell’outcome, risultati, confondenti analizzati, conclusioni. L’accuratezza e la completezza della descrizione degli studi è stata valutata anche attraverso lo strumento di valutazione per gli studi trasversali AXIS (Appraisal tool for Cross‐Sectional Studies). Risultati In più della metà degli studi inclusi la religiosità e la spiritualità si sono dimostrate fattori protettivi verso l'uso di oppioidi sia di provenienza illegale che prescritti. Secondo uno studio la religiosità costituisce un fattore di rischio negli uomini appartenenti a minoranze sessuali. Quattro studi non hanno identificato nella religiosità e nella spiritualità dei fattori in grado di influenzare significativamente l’uso di oppioidi. Uno studio ha invece portato evidenze contrastanti a seconda dell’appartenenza etnica dei soggetti: negli afroamericani la regolare partecipazione alle funzioni religiose rappresenta un fattore protettivo; lo stesso effetto non è stato riscontrato in popolazioni americane bianche. Discussione Sebbene la religiosità e la spiritualità si possano generalmente considerare fattori protettivi contro l’uso di oppioidi, possono al contrario rappresentare un fattore di rischio in persone che da queste non traggono un’esperienza positiva. Gli studi che hanno mostrato evidenze non significative o contrastanti dimostrano la complessità del fenomeno salute e del grande numero di fattori in grado di influenzare gli outcome. Il grande numero di fattori confondenti riscontrati come il grado di istruzione, l’appartenenza etnica o il reddito suggeriscono una fitta rete di interazioni coi determinanti prima citati. Proprio quest’ultima dovrà essere oggetto di ulteriori indagini al fine di ottenere evidenze più solide.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/43984