La responsabilità concorsuale omissiva. La posizione di garanzia del genitore per l'intangibilità sessuale e l'integrità psico-fisica del figlio minore.

La volontà ispiratrice dell’indagine condotta è stata, fin dal principio, quella di ricercare una risposta, che non sia soltanto avvenevole, alla questione sull’ammissibilità della punibilità, a titolo di concorso mediante omissione nel reato commissivo altrui, del genitore che non impedisca la perpetrazione delle violenze sessuali ai danni del figlio minore; ammissibilità che intervenga, ancor prima che sul piano del dato positivo, su quello dei principi che inevitabilmente innervano ed animano tutto il sistema penale. La compartecipazione mediante omissione, infatti, non trovando un’esplicita disposizione normativa che la incrimini specificamente, è nel tempo divenuta oggetto di un’ampia diatriba dogmatica, sia con riguardo a cosa debba intendersi ricompreso nella sua portata, sia, ancor prima, con riferimento alla sua ammissibilità. La disputa in questione prende avvio soprattutto dal fatto che essa si presenta come il risultato della combinazione degli istituti del concorso di persone nel reato e dell’omissione impropria i quali, a loro volta costruiti come il frutto di una disposizione composita, già autonomamente generano dubbi di legittimità sotto il profilo del rispetto del principio di legalità e di quelli che ne sono i corollari, nonché del principio di personalità della responsabilità penale.