My interest in healing gardens derives from two main reasons. Firstly, it is due to my family background, which has involved a person with intellectual and physical disabilities that always had a strong connection with nature. Secondly, for the incredible well-being provided by the combination of medicine and being in contact with nature, intended as open areas surrounded by plants carefully chosen based on a study that makes them suitable for a specific situation. This connection can be experienced in a “passive” way, by spending time in contact with nature: caressing a leaf; tasting a fruit, smelling the scent of flowers, listening to the rustle of leaves or the sound of the water, pausing to appreciate the variety of colours and shades of plant, without actively interacting but simply with the purpose of experiencing the environment around us. It can also be an “active” experience, in which the patient does not limit themselves to observing, listening or touching what nature has to offer, but actively engages through gardening activities. It is a medical journey that combines carrying out maintenance to a specific plant, by harvesting its fruits, pruning, watering with learning to share tasks with other people for larger areas. Therefore, it can be asserted, that the interaction between medicine, intended purely as medical care, and rehabilitative journeys linked to healing gardens, allows patients or individuals with disabilities to overcome an illness or learn to live with it, not limiting their lives to enclosed indoor spaces but fully embracing the outdoor landscape. In Italy, it is increasingly common for rehabilitation centers, hospitals, nursing homes, and day-cares to embrace the idea of allowing individuals to find support in parks and gardens in the surroundings instead of limiting patients to spend their time indoor. In this thesis, we will delve into the project carried out at the "Fatebenefratelli” institute in Venice, designed by Dr. Daniele Conte and implemented by Land Art company. Alongside this example, we will emphasize the importance of selecting and placing different types of plants to find the right solution for rediscovering sight, hearing, taste, smell, and touch through nature, also taking into consideration the current season. Lastly, we will highlight the importance of maintenance, which is one of the predominant factors in a therapeutic garden. It enables plants to avoid overlapping, maintain their vitality, and preserve their intended function over time, as envisioned by the junior agronomist during the design phase.

I giardini terapeutici (healing gardens) hanno attirato la mia attenzione per due motivi: in primis per il trascorso familiare, che ha visto la presenza di una persona con disabilità intellettiva e motoria da sempre legata alla natura, in secundis, per l’incredibile benessere dato dal connubio tra la medicina e lo stare a contatto con il verde, inteso come spazi aperti circondati da piante collocate sulla base di uno studio che le rende adatte ad una particolare situazione. Questa relazione può essere vissuta tramite un’esperienza di tipo “passiva”, trascorrendo quindi del tempo a contatto con la natura: accarezzando una foglia, assaggiando un frutto, sentendo il profumo dei fiori, ascoltando il fruscio delle foglie o il suono dell’acqua, soffermandosi sulla varietà di colori e sfumature delle piante, senza quindi interagire manualmente con il sito, ma con il solo scopo di vivere con semplicità il luogo che ci circonda. Viceversa, può essere vissuta anche tramite un’esperienza definita “attiva”, dove il paziente non si limita ad osservare, ascoltare o toccare ciò che la natura gli mette a disposizione, ma si mette in gioco in prima persona attraverso attività di giardinaggio: un percorso medico che si unisce all’effettuare delle manutenzioni ad una specifica pianta, raccogliendone i frutti, potandola, innaffiandola oppure imparando a dividersi i compiti con altri soggetti per aree più vaste. Si può affermare quindi che l’interazione tra la medicina, intesa prettamente come cura medica, ed un percorso riabilitativo legato ad un giardino terapeutico, permette ai pazienti in terapia o soggetti con disabilità, di superare una malattia o imparare a conviverci non limitando la propria vita a spazi chiusi ed interni, ma vivendo a pieno il paesaggio esterno. In Italia è sempre più frequente che i centri riabilitativi, gli ospedali, le case di cure, i centri diurni sposino l’idea di non limitare il periodo di degenza alla sola struttura interna, ma trovando pieno supporto nei parchi e nelle aree verdi a tema che circondano i vari stabili. Si approfondirà il progetto realizzato presso l’istituto “Fatebenefratelli di Venezia”, progettato dal dott. Daniele Conte e realizzato dalla ditta Land Art. Unitamente a questo esempio, cureremo l’importanza della scelta e della collocazione delle varie tipologie di piante, che ci permetterà di suggerire per i cinque sensi, in base alla stagione in cui ci troviamo, la giusta soluzione per riscoprire la vista, l’udito, il gusto, l’olfatto e il tatto attraverso la natura. Infine, sottolineeremo l’importanza della manutenzione, uno dei fattori predominanti in un giardino terapeutico, che permette alle varie piante di non sovrapporsi, di mantenere il proprio vigore e vedere immutata nel tempo la funzione per la quale l’agronomo junior ha pensato alla collocazione in fase di progettazione.

I GIARDINI TERAPEUTICI: LA RISCOPERTA DEI CINQUE SENSI ATTRAVERSO LE PIANTE

FENZI, DAVIDE
2022/2023

Abstract

My interest in healing gardens derives from two main reasons. Firstly, it is due to my family background, which has involved a person with intellectual and physical disabilities that always had a strong connection with nature. Secondly, for the incredible well-being provided by the combination of medicine and being in contact with nature, intended as open areas surrounded by plants carefully chosen based on a study that makes them suitable for a specific situation. This connection can be experienced in a “passive” way, by spending time in contact with nature: caressing a leaf; tasting a fruit, smelling the scent of flowers, listening to the rustle of leaves or the sound of the water, pausing to appreciate the variety of colours and shades of plant, without actively interacting but simply with the purpose of experiencing the environment around us. It can also be an “active” experience, in which the patient does not limit themselves to observing, listening or touching what nature has to offer, but actively engages through gardening activities. It is a medical journey that combines carrying out maintenance to a specific plant, by harvesting its fruits, pruning, watering with learning to share tasks with other people for larger areas. Therefore, it can be asserted, that the interaction between medicine, intended purely as medical care, and rehabilitative journeys linked to healing gardens, allows patients or individuals with disabilities to overcome an illness or learn to live with it, not limiting their lives to enclosed indoor spaces but fully embracing the outdoor landscape. In Italy, it is increasingly common for rehabilitation centers, hospitals, nursing homes, and day-cares to embrace the idea of allowing individuals to find support in parks and gardens in the surroundings instead of limiting patients to spend their time indoor. In this thesis, we will delve into the project carried out at the "Fatebenefratelli” institute in Venice, designed by Dr. Daniele Conte and implemented by Land Art company. Alongside this example, we will emphasize the importance of selecting and placing different types of plants to find the right solution for rediscovering sight, hearing, taste, smell, and touch through nature, also taking into consideration the current season. Lastly, we will highlight the importance of maintenance, which is one of the predominant factors in a therapeutic garden. It enables plants to avoid overlapping, maintain their vitality, and preserve their intended function over time, as envisioned by the junior agronomist during the design phase.
2022
HEALING GARDENS: THE REDISCOVERY OF THE FIVE SENSES THROUGH PLANTS
I giardini terapeutici (healing gardens) hanno attirato la mia attenzione per due motivi: in primis per il trascorso familiare, che ha visto la presenza di una persona con disabilità intellettiva e motoria da sempre legata alla natura, in secundis, per l’incredibile benessere dato dal connubio tra la medicina e lo stare a contatto con il verde, inteso come spazi aperti circondati da piante collocate sulla base di uno studio che le rende adatte ad una particolare situazione. Questa relazione può essere vissuta tramite un’esperienza di tipo “passiva”, trascorrendo quindi del tempo a contatto con la natura: accarezzando una foglia, assaggiando un frutto, sentendo il profumo dei fiori, ascoltando il fruscio delle foglie o il suono dell’acqua, soffermandosi sulla varietà di colori e sfumature delle piante, senza quindi interagire manualmente con il sito, ma con il solo scopo di vivere con semplicità il luogo che ci circonda. Viceversa, può essere vissuta anche tramite un’esperienza definita “attiva”, dove il paziente non si limita ad osservare, ascoltare o toccare ciò che la natura gli mette a disposizione, ma si mette in gioco in prima persona attraverso attività di giardinaggio: un percorso medico che si unisce all’effettuare delle manutenzioni ad una specifica pianta, raccogliendone i frutti, potandola, innaffiandola oppure imparando a dividersi i compiti con altri soggetti per aree più vaste. Si può affermare quindi che l’interazione tra la medicina, intesa prettamente come cura medica, ed un percorso riabilitativo legato ad un giardino terapeutico, permette ai pazienti in terapia o soggetti con disabilità, di superare una malattia o imparare a conviverci non limitando la propria vita a spazi chiusi ed interni, ma vivendo a pieno il paesaggio esterno. In Italia è sempre più frequente che i centri riabilitativi, gli ospedali, le case di cure, i centri diurni sposino l’idea di non limitare il periodo di degenza alla sola struttura interna, ma trovando pieno supporto nei parchi e nelle aree verdi a tema che circondano i vari stabili. Si approfondirà il progetto realizzato presso l’istituto “Fatebenefratelli di Venezia”, progettato dal dott. Daniele Conte e realizzato dalla ditta Land Art. Unitamente a questo esempio, cureremo l’importanza della scelta e della collocazione delle varie tipologie di piante, che ci permetterà di suggerire per i cinque sensi, in base alla stagione in cui ci troviamo, la giusta soluzione per riscoprire la vista, l’udito, il gusto, l’olfatto e il tatto attraverso la natura. Infine, sottolineeremo l’importanza della manutenzione, uno dei fattori predominanti in un giardino terapeutico, che permette alle varie piante di non sovrapporsi, di mantenere il proprio vigore e vedere immutata nel tempo la funzione per la quale l’agronomo junior ha pensato alla collocazione in fase di progettazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/49159