Promuovere il benessere e la felicità nei contesti organizzativi: il ruolo del Chief Happiness Officer

On the one hand the need for acceptance, care and the desire for happiness and, on the other, the maximization of economic value. Humanity and business. Apparently, two antithetical and incompatible terms. This is what forms the background in this paper. The purpose is to analyse, considering the assessment of the most recent literature available on the matter, the possibility of merging the concepts mentioned, specifically contextualizing them within contemporary organizational settings. The research inquiries are as per follows: are happiness together with profit a mere utopia or rather can this combination actually be achieved by a company, moreover with an ecosystemic and permanent perspective to last in time? And, given it is, how and with what tools, through the strategic figure presented by the Chief Happiness Officer, is it possible to mantein them on the long run bringing benefit to both the Human Capital (employees) and the company itself? Therefore, is there some sort of vocation towards the aspects concerning the sociality, relationships, ethics and humanity in the company’s life, beyond the profit index? First of all, to answer the above questions, it was decided to shortly provide the main scientific theoretical concerning the concept of corporate happiness and well-being. Secondly, the organizational role assumed by the Expert of Positive Organizations (CHO) has been described to later on focus on the relevant effects of happiness both on the individual and collective level. Lastly, through an accurate research and an in-depth assessment of such, the most significant positive procedures and tools were presented, such as in particular transformational leadership, empowering feedback system, mindfulness and positive coaching, with the aim of promoting well-being and happiness lasting with time, in order to make people flourish and to make organization prosper.

Da un lato il bisogno di accoglienza, cura e il desiderio di felicità e, dall’altro, la massimizzazione del valore economico. Umanità e business. Due termini apparentemente antitetici ed inconciliabili. È questo ciò che fa da sfondo nell’elaborato in questione. L’elaborato si propone di analizzare, alla luce di una disamina della letteratura più recente disponibile sul tema, la possibilità di concretizzazione della congiunzione dei concetti menzionati, contestualizzandoli nello specifico all’interno di setting organizzativi contemporanei. Gli interrogativi di ricerca sono: felicità e profitto costituiscono un’utopia oppure un binomio realmente realizzabile in azienda, in ottica ecosistemica e permanente nel tempo? E, se sì, in che modo e mediante quali strumenti, attraverso la figura strategica del Chief Happiness Officer, è possibile farli perdurare a vantaggio sia per il Capitale Umano sia per la crescita dell’organizzazione medesima? Dunque, oltre all’indice dei profitti, vi è oggi una qualche “vocazione” sociale, relazionale, etica, umana nella vita di un’azienda? Per rispondere a tali domande è stato scelto, in primo luogo, di presentare brevemente i principali fondamenti teorico-scientifici relativi al concetto di felicità e di well-being aziendali. Successivamente è stato descritto il ruolo organizzativo ricoperto dall’Esperto di Organizzazioni Positive (CHO) per poi focalizzarsi sulle rilevanti ricadute della felicità sia a livello del singolo lavoratore sia collettivo. Infine, mediante uno studio accurato ed un confronto approfondito a riguardo, sono stati presentati strumenti e pratiche positive maggiormente significativi, quali in particolare leadership trasformazionale, sistema di feedback potenzianti, mindfulness e coaching positivo, allo scopo di promuovere benessere e felicità duraturi nel tempo, in vista di far fiorire le Persone e far prosperare l’organizzazione.