La Deep Brain Stimulation (DBS) è una pratica neurochirurgica che si è rivelata essere uno strumento efficiente e versatile per il trattamento di un ampio spettro di patologie. Nelle ultime due decadi è stata ampiamente utilizzata per diminuire la frequenza di attacchi epilettici nei pazienti affetti da epilessia farmacoresistente (sostituendo pratiche più invasive come la callosotomia), e per alleviare i sintomi di malattie neurodegenerative come la malattia di Parkinson ed altre malattie del motoneurone. Ulteriori applicazioni sono tutt’ora oggetto di studio, tra cui il trattamento del morbo di Alzheimer e persino patologie psichiatriche come la schizofrenia, l’anoressia, il disturbo ossessivo-compulsivo, la sindrome di Tourette e la depressione maggiore. Tuttavia, la DBS è considerata una pratica invasiva non priva di rischi che vanno tenuti in considerazione nella valutazione delle opzioni per il miglior trattamento nell’interesse del paziente. In particolare, gli studi degli effetti post-operatori sulla cognizione, a medio e lungo termine, sono solo agli esordi. Partendo da una review della letteratura più recente sull’argomento, questo lavoro vuole rappresentare uno spunto per future considerazioni sulla ricerca in ambito cognitivo sulle conseguenze di tale pratica neurochirurgica.
Una review sugli effetti della Deep Brain Stimulation sulla cognizione umana
BULLI, LUCA
2022/2023
Abstract
La Deep Brain Stimulation (DBS) è una pratica neurochirurgica che si è rivelata essere uno strumento efficiente e versatile per il trattamento di un ampio spettro di patologie. Nelle ultime due decadi è stata ampiamente utilizzata per diminuire la frequenza di attacchi epilettici nei pazienti affetti da epilessia farmacoresistente (sostituendo pratiche più invasive come la callosotomia), e per alleviare i sintomi di malattie neurodegenerative come la malattia di Parkinson ed altre malattie del motoneurone. Ulteriori applicazioni sono tutt’ora oggetto di studio, tra cui il trattamento del morbo di Alzheimer e persino patologie psichiatriche come la schizofrenia, l’anoressia, il disturbo ossessivo-compulsivo, la sindrome di Tourette e la depressione maggiore. Tuttavia, la DBS è considerata una pratica invasiva non priva di rischi che vanno tenuti in considerazione nella valutazione delle opzioni per il miglior trattamento nell’interesse del paziente. In particolare, gli studi degli effetti post-operatori sulla cognizione, a medio e lungo termine, sono solo agli esordi. Partendo da una review della letteratura più recente sull’argomento, questo lavoro vuole rappresentare uno spunto per future considerazioni sulla ricerca in ambito cognitivo sulle conseguenze di tale pratica neurochirurgica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/51457