Il meccanismo di foveal feedback è un aspetto ancora parzialmente poco conosciuto. Uno studio condotto da Williams et al. (2008), supportato da successive ricerche (Chambres et al., 2013; Weldon et al., 2016; Yu & Shim, 2016; Fan et al., 2016; Stewart et al., 2020), ha evidenziato che la corteccia visiva foveale contribuisce all’elaborazione delle informazioni provenienti dalla periferia del campo visivo. In particolare, questa tesi sperimentale, replica un esperimento svolto da Fan et al. (2016), che utilizzava stimoli inediti e un paradigma comportamentale. Oltre allo svolgimento dell’esperimento, l’attenzione è stata focalizzata sulla similarità tra le coppie di stimoli presentate. L'elaborato si propone di indagare come la difficoltà del compito, e di conseguenza la similarità più o meno ampia tra gli stimoli, influenzi il tempo di risposta e di elaborazione delle informazioni. Lo studio si incentra su tre ipotesi: la prima ipotizza che all’aumentare della difficoltà del compito (ovvero della similarità degli stimoli), aumenti il tempo di elaborazione dovuto al feedback corticale. Tenendo conto di diversi livelli di difficoltà, si prevede che i tempi di elaborazione possano variare in tale maniera. Inoltre, si vuole approfondire il modo in cui la maschera foveale influisce sul processo di feedback corticale a seconda dei diversi gradi di difficoltà identificati. Infine, si intende investigare la natura del bias di risposta dei partecipanti, analizzando se e come i livelli di similarità degli stimoli possano influenzare il criterio di scelta della risposta. In questo studio, si pone attenzione anche alla sensibilità alla risposta (d’), considerata separatamente dal criterio di risposta. La ricerca sperimentale svolta nel laboratorio dell’Università degli Studi di Padova si propone di approfondire i risultati di Fan et al. (2016), il quale aveva riscontrato una relazione lineare tra l’aumento del tempo di elaborazione mentale degli stimoli e l’aumento della complessità del compito. I risultati ottenuti da questo studio parzialmente confermano quanto scoperto in precedenza, suggerendo che l'aggiunta di compiti possa essere un fattore determinante per i ritardi temporali nella prestazione, attribuendoli alla complessità; e che il criterio di scelta di risposta potrebbe influenzare il tempo di elaborazione.

Uno studio sul meccanismo di foveal feedback: relazione tra i livelli di difficoltà del compito e la tempistica dell'effetto

MOTTERLE, ELENA
2022/2023

Abstract

Il meccanismo di foveal feedback è un aspetto ancora parzialmente poco conosciuto. Uno studio condotto da Williams et al. (2008), supportato da successive ricerche (Chambres et al., 2013; Weldon et al., 2016; Yu & Shim, 2016; Fan et al., 2016; Stewart et al., 2020), ha evidenziato che la corteccia visiva foveale contribuisce all’elaborazione delle informazioni provenienti dalla periferia del campo visivo. In particolare, questa tesi sperimentale, replica un esperimento svolto da Fan et al. (2016), che utilizzava stimoli inediti e un paradigma comportamentale. Oltre allo svolgimento dell’esperimento, l’attenzione è stata focalizzata sulla similarità tra le coppie di stimoli presentate. L'elaborato si propone di indagare come la difficoltà del compito, e di conseguenza la similarità più o meno ampia tra gli stimoli, influenzi il tempo di risposta e di elaborazione delle informazioni. Lo studio si incentra su tre ipotesi: la prima ipotizza che all’aumentare della difficoltà del compito (ovvero della similarità degli stimoli), aumenti il tempo di elaborazione dovuto al feedback corticale. Tenendo conto di diversi livelli di difficoltà, si prevede che i tempi di elaborazione possano variare in tale maniera. Inoltre, si vuole approfondire il modo in cui la maschera foveale influisce sul processo di feedback corticale a seconda dei diversi gradi di difficoltà identificati. Infine, si intende investigare la natura del bias di risposta dei partecipanti, analizzando se e come i livelli di similarità degli stimoli possano influenzare il criterio di scelta della risposta. In questo studio, si pone attenzione anche alla sensibilità alla risposta (d’), considerata separatamente dal criterio di risposta. La ricerca sperimentale svolta nel laboratorio dell’Università degli Studi di Padova si propone di approfondire i risultati di Fan et al. (2016), il quale aveva riscontrato una relazione lineare tra l’aumento del tempo di elaborazione mentale degli stimoli e l’aumento della complessità del compito. I risultati ottenuti da questo studio parzialmente confermano quanto scoperto in precedenza, suggerendo che l'aggiunta di compiti possa essere un fattore determinante per i ritardi temporali nella prestazione, attribuendoli alla complessità; e che il criterio di scelta di risposta potrebbe influenzare il tempo di elaborazione.
2022
A study on foveal feedback mechanism: relationship between task difficulty levels and timing of the effect
visione
foveal feedback
sperimentale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/51594