L’idromele è la bevanda alcolica più antica del mondo, ottenuta dalla fermentazione del miele. Per la teorica semplicità della sua produzione e per la facile reperibilità dei suoi ingredienti base, l'idromele è stato prodotto dall’uomo fin dall’antichità. Ma nonostante le sue origini siano così remote, la sua produzione presenta ancora numerose difficoltà che ne riducono notevolmente la diffusione: tutto ciò perché per molto tempo questa bevanda è stata progressivamente abbandonata da numerose culture a favore di vino e birra, per i quali, invece, la ricerca scientifica ha compiuto numerosi passi avanti in termini di miglioramento qualitativo e produttivo. Il miele è un prodotto profondamente diverso dal succo d’uva e dal mosto del malto, in quanto è composto per più del 70% da zuccheri fermentescibili, glucosio e fruttosio, ma è carente di acidi organici, composti azotati e vitamine. I lieviti enologici, attualmente utilizzati anche per la produzione di idromele, riscontrano diverse difficoltà ad adattarsi in questo ambiente, che protraggono considerevolmente il tempo di fermentazione. Per questo motivo, è necessario un maggior contributo della ricerca scientifica per l’individuazione di ceppi e soluzioni fermentative più adatte al miele, oltre che di tecnologie che semplifichino la gestione di varie fasi critiche del processo produttivo; tra queste, in particolare la gestione delle temperature in fase di fermentazione e il miglioramento della filtrazione. L'obiettivo sarebbe, quindi, rendere accessibili anche a piccoli produttori buone pratiche, conoscenze e strumentazioni relativamente economiche ed efficaci che permettano un aumento delle quantità di idromele prodotte, ma anche della qualità finale della bevanda, per poterne diffondere ulteriormente la sua conoscenza e, di conseguenza, il suo consumo.
Evoluzione delle tecnologie per la produzione dell'idromele
PERUZZO, MARTINA
2022/2023
Abstract
L’idromele è la bevanda alcolica più antica del mondo, ottenuta dalla fermentazione del miele. Per la teorica semplicità della sua produzione e per la facile reperibilità dei suoi ingredienti base, l'idromele è stato prodotto dall’uomo fin dall’antichità. Ma nonostante le sue origini siano così remote, la sua produzione presenta ancora numerose difficoltà che ne riducono notevolmente la diffusione: tutto ciò perché per molto tempo questa bevanda è stata progressivamente abbandonata da numerose culture a favore di vino e birra, per i quali, invece, la ricerca scientifica ha compiuto numerosi passi avanti in termini di miglioramento qualitativo e produttivo. Il miele è un prodotto profondamente diverso dal succo d’uva e dal mosto del malto, in quanto è composto per più del 70% da zuccheri fermentescibili, glucosio e fruttosio, ma è carente di acidi organici, composti azotati e vitamine. I lieviti enologici, attualmente utilizzati anche per la produzione di idromele, riscontrano diverse difficoltà ad adattarsi in questo ambiente, che protraggono considerevolmente il tempo di fermentazione. Per questo motivo, è necessario un maggior contributo della ricerca scientifica per l’individuazione di ceppi e soluzioni fermentative più adatte al miele, oltre che di tecnologie che semplifichino la gestione di varie fasi critiche del processo produttivo; tra queste, in particolare la gestione delle temperature in fase di fermentazione e il miglioramento della filtrazione. L'obiettivo sarebbe, quindi, rendere accessibili anche a piccoli produttori buone pratiche, conoscenze e strumentazioni relativamente economiche ed efficaci che permettano un aumento delle quantità di idromele prodotte, ma anche della qualità finale della bevanda, per poterne diffondere ulteriormente la sua conoscenza e, di conseguenza, il suo consumo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/54057