In questa tesi di laurea mi propongo di partire dal concetto della banalità del male espresso nell'omonimo libro di Hannah Arendt in merito al processo Eichmann a Gerusalemme, la quale sostiene la tesi che i peggiori aguzzini, quali i gerarchi nazisti, resisi colpevoli dei crimini più abominevoli, non siano in realtà dei sadici mostri fuori dall'ordinario, bensì degli uomini comuni, esattamente come noi. Questi uomini comuni, messi in un contesto di gerarchia, di moderna burocrazia e di obbedienza all'autorità, si sono resi capaci di abusi, torture e trattamenti disumani sulle vittime. Continuo, poi, la mia tesi percorrendo alcuni autorevoli studi di questo filone di analisi, partendo da Baumann e il suo "Modernità e Olocausto", dove spiega il genocidio nazista come prodotto della razionalizzazione e burocratizzazione della società moderna. Successivamente riprendo due esperimenti di psicologia sociale: quello di S. Milgram a Yale che dimostra il potere dell'obbedienza all'autorità e quello di P. Zimbardo a Stanford, sull'influenza decisiva dei fattori situazionali, e, inoltre, anche uno studio di C. Browning sulla raccapricciante attività degli uomini comuni del battaglione 101 di riservisti della polizia tedesca che conferma i risultati dei due esperimenti. Per concludere, arrivo ai giorni nostri trattando lo scandalo degli abusi sui detenuti del carcere iracheno di Abu Ghraib ad opera dei soldati americani, che hanno sconvolto l'opinione pubblica, analizzando come anche questi siano riconducibili a fattori di sistema e alla gerarchia di obbedienza, in contrasto con la spiegazione delle "mele marce", per, infine, fare una riflessione sul rapporto tra male e potere oggi e sulla possibilità di una banalità dell'eroismo.

La banalità del male. Come uomini comuni possono trasformarsi nei peggiori mostri.

PAVAN, ELEONORA
2022/2023

Abstract

In questa tesi di laurea mi propongo di partire dal concetto della banalità del male espresso nell'omonimo libro di Hannah Arendt in merito al processo Eichmann a Gerusalemme, la quale sostiene la tesi che i peggiori aguzzini, quali i gerarchi nazisti, resisi colpevoli dei crimini più abominevoli, non siano in realtà dei sadici mostri fuori dall'ordinario, bensì degli uomini comuni, esattamente come noi. Questi uomini comuni, messi in un contesto di gerarchia, di moderna burocrazia e di obbedienza all'autorità, si sono resi capaci di abusi, torture e trattamenti disumani sulle vittime. Continuo, poi, la mia tesi percorrendo alcuni autorevoli studi di questo filone di analisi, partendo da Baumann e il suo "Modernità e Olocausto", dove spiega il genocidio nazista come prodotto della razionalizzazione e burocratizzazione della società moderna. Successivamente riprendo due esperimenti di psicologia sociale: quello di S. Milgram a Yale che dimostra il potere dell'obbedienza all'autorità e quello di P. Zimbardo a Stanford, sull'influenza decisiva dei fattori situazionali, e, inoltre, anche uno studio di C. Browning sulla raccapricciante attività degli uomini comuni del battaglione 101 di riservisti della polizia tedesca che conferma i risultati dei due esperimenti. Per concludere, arrivo ai giorni nostri trattando lo scandalo degli abusi sui detenuti del carcere iracheno di Abu Ghraib ad opera dei soldati americani, che hanno sconvolto l'opinione pubblica, analizzando come anche questi siano riconducibili a fattori di sistema e alla gerarchia di obbedienza, in contrasto con la spiegazione delle "mele marce", per, infine, fare una riflessione sul rapporto tra male e potere oggi e sulla possibilità di una banalità dell'eroismo.
2022
The Banality of Evil. How ordinary men can turn into the worst monsters.
Banalità del male
Effetto Lucifero
Hannah Arendt
Obbedienza
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
ELEONORA PAVAN_La banalità del male.pdf

accesso aperto

Dimensione 747.43 kB
Formato Adobe PDF
747.43 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/55042