Background: L’epicondilite laterale del gomito è un disturbo muscolo-scheletrico a carico del gomito dovuto alla progressiva degenerazione di un tendine alla sua inserzione ossea sull’epicondilo omerale. Si tratta di una condizione molto comune nella popolazione compresa tra i 30 e i 50/60 anni e può essere indotta da una serie di microtraumi o over use a causa di movimenti ripetuti in posizioni innaturali e/o sforzi a carico dell’arto. Il sintomo principale di questa patologia è il dolore, ma ad esso si accompagnano alterazioni strutturali a livello tendineo che comportano perdita di elasticità di quest’ultimi e successiva compromissione dei movimenti a carico del polso e del gomito. Obiettivo dello studio: l’obiettivo di questo studio è quello di ricercare in letteratura le strategie più accreditate inerenti sia all’intervento sia alla prevenzione della tendinopatia laterale del gomito al fine di superare l’incertezza nell’attuazione del trattamento. Materiali e metodi: La tesi consiste in una revisione narrativa della letteratura che è stata condotta a seguito della consultazione della banche dati Pubmed e Scopus. Sono state incluse le Revisioni Sistematiche, le Linee Guida, le Reviews, gli studi Osservazioni e gli RCTs valutati con la Scala di PEDro. Gli articoli inclusi sono tutti stati pubblicati in lingua inglese e negli ultimi 5 anni (2018-2023). Risultati: A seguito della ricerca nelle banche dati citate, sono emersi 117 articoli in letteratura di cui però solo 25 rientravano nei criteri di inclusione e di esclusione definiti. Day et al. e Giray et al. hanno potuto dimostrare come la fisioterapia, intesa come esercizio, sia un’opzione molto affidabile per il trattamento di questa patologia. Nello specifico Giray ha valorizzato il ruolo dell’esercizio eccentrico dimostrando come sia più efficace se somministrato in aggiunta al KinesioTape. Anche Lin et al. nello studio ha discusso il ruolo dell’esercizio eccentrico dimostrando come questo, in concomitanza alla terapia manuale e allo stretching, sia efficace nella gestione della sintomatologia dolorosa. Vuvan et al. nel suo studio ha potuto dimostrare che l’esercizio isometrico non supervisionato è stato efficace nel migliorare il dolore e la disabilità, ma non la forza di presa. La proloterapia (DPT) si è vista essere una tecnica più efficace del controllo attivo nella gestione della sintomatologia dolorosa con un effetto nel medio/lungo termine, ma non ha evidenziato dei miglioramenti significativi per quanto riguarda la forza di presa e il PRTEE. Gli studi che hanno analizzato il ruolo dei tutori o delle ortesi spiegano come quest’ultimi siano utili nello svolgimento delle ADL a scopo antalgico, ma che utilizzati come mono-terapia non determinino miglioramenti significativi nella forza di presa e nella funzione. Conclusioni: Importante risulta la valutazione del paziente che permetterà poi di somministrare il trattamento più adatto alla sua situazione e di avere una maggiore partecipazione attiva al recupero. Nello studio è stata riscontrata la validità di molti interventi in riferimento agli outcome considerati, anche se quello che sembra essere più efficace nel medio / lungo termine è l’esercizio. In altre parole un programma riabilitativo mirato e specifico con le corrette progressioni e i corretti rinforzi poli-distrettuali, in aggiunta ad eventuali terapie fisiche oppure all’applicazione del taping, sembra essere la strategia più efficace al fine di ottenere un buon recupero. Alcune tecniche richiedono comunque ulteriori analisi e approfondimenti.
Strategie terapeutiche nel trattamento conservativo per la tendinopatia laterale del gomito: revisione narrativa
PIUBELLO, GIACOMO
2022/2023
Abstract
Background: L’epicondilite laterale del gomito è un disturbo muscolo-scheletrico a carico del gomito dovuto alla progressiva degenerazione di un tendine alla sua inserzione ossea sull’epicondilo omerale. Si tratta di una condizione molto comune nella popolazione compresa tra i 30 e i 50/60 anni e può essere indotta da una serie di microtraumi o over use a causa di movimenti ripetuti in posizioni innaturali e/o sforzi a carico dell’arto. Il sintomo principale di questa patologia è il dolore, ma ad esso si accompagnano alterazioni strutturali a livello tendineo che comportano perdita di elasticità di quest’ultimi e successiva compromissione dei movimenti a carico del polso e del gomito. Obiettivo dello studio: l’obiettivo di questo studio è quello di ricercare in letteratura le strategie più accreditate inerenti sia all’intervento sia alla prevenzione della tendinopatia laterale del gomito al fine di superare l’incertezza nell’attuazione del trattamento. Materiali e metodi: La tesi consiste in una revisione narrativa della letteratura che è stata condotta a seguito della consultazione della banche dati Pubmed e Scopus. Sono state incluse le Revisioni Sistematiche, le Linee Guida, le Reviews, gli studi Osservazioni e gli RCTs valutati con la Scala di PEDro. Gli articoli inclusi sono tutti stati pubblicati in lingua inglese e negli ultimi 5 anni (2018-2023). Risultati: A seguito della ricerca nelle banche dati citate, sono emersi 117 articoli in letteratura di cui però solo 25 rientravano nei criteri di inclusione e di esclusione definiti. Day et al. e Giray et al. hanno potuto dimostrare come la fisioterapia, intesa come esercizio, sia un’opzione molto affidabile per il trattamento di questa patologia. Nello specifico Giray ha valorizzato il ruolo dell’esercizio eccentrico dimostrando come sia più efficace se somministrato in aggiunta al KinesioTape. Anche Lin et al. nello studio ha discusso il ruolo dell’esercizio eccentrico dimostrando come questo, in concomitanza alla terapia manuale e allo stretching, sia efficace nella gestione della sintomatologia dolorosa. Vuvan et al. nel suo studio ha potuto dimostrare che l’esercizio isometrico non supervisionato è stato efficace nel migliorare il dolore e la disabilità, ma non la forza di presa. La proloterapia (DPT) si è vista essere una tecnica più efficace del controllo attivo nella gestione della sintomatologia dolorosa con un effetto nel medio/lungo termine, ma non ha evidenziato dei miglioramenti significativi per quanto riguarda la forza di presa e il PRTEE. Gli studi che hanno analizzato il ruolo dei tutori o delle ortesi spiegano come quest’ultimi siano utili nello svolgimento delle ADL a scopo antalgico, ma che utilizzati come mono-terapia non determinino miglioramenti significativi nella forza di presa e nella funzione. Conclusioni: Importante risulta la valutazione del paziente che permetterà poi di somministrare il trattamento più adatto alla sua situazione e di avere una maggiore partecipazione attiva al recupero. Nello studio è stata riscontrata la validità di molti interventi in riferimento agli outcome considerati, anche se quello che sembra essere più efficace nel medio / lungo termine è l’esercizio. In altre parole un programma riabilitativo mirato e specifico con le corrette progressioni e i corretti rinforzi poli-distrettuali, in aggiunta ad eventuali terapie fisiche oppure all’applicazione del taping, sembra essere la strategia più efficace al fine di ottenere un buon recupero. Alcune tecniche richiedono comunque ulteriori analisi e approfondimenti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/56628