La terapia compressiva nella cura delle ulcere agli arti inferiori: nuovi strumenti per un migliore trattamento

Introduzione: Le ulcere venose degli arti inferiori sono un sintomo cronico e ricorrente Statisticamente, in Italia l'1-3% della popolazione (fino al 5% nei soggetti oltre i 60 anni) presenta lesioni ulcerose degli arti inferiori. Per la gestione cura delle ulcere venose la terapia compressiva è riconosciuta a livello globale come trattamento gold standard Obbiettivo: Questa revisione della letteratura ha lo scopo di analizzare le differenti tipologie di terapia compressiva per il trattamento delle ulcere venose al fine di individuare le tecniche con migliore efficacia ed efficienza. Materiali e metodi: La ricerca della letteratura è stata effettuata attraverso la consultazione delle principali banche dati internazionali quali CINAHL e PubMed, previa attivazione del servizio Auth-Proxy fornito dal sistema bibliotecario dell’Ateneo dell’università degli studi di Padova e sono stati inclusi gli articoli con data di pubblicazione dal 2013 al 2023, con disponibilità in full text, trattanti la terapia compressiva Risultati: Sono stati individuati 24 articoli riguardanti differenti tecniche di terapia compressiva. Dallo studio risulta che il miglioramento delle ulcere venose alle gambe è dato da 3 principali macrocategorie: l’impiego di strumenti in aggiunta alla terapia standard dove la benda elastica personalizzata, il sensore di pressione a fibra ottica che utilizza reticoli in fibra di Bragg (FBG), la compressione pneumatica intermittente (ICP) e la Fuzzy wale compression (FWC) forniscono un supporto qualitativamente migliore confermando l’efficacia e l’importanza di una corretta applicazione della terapia. L’uso di terapie differenti da quella standard dove è risultato che non tutte le proposte possono essere considerate vicarie alla terapia convenzionale. L'ACT (dispositivo a bassa tensione con compressione pneumatica), la fascia in velcro regolabile, le calze rivestite con nanocapsule di esperetina, le bende multicomponente e il bendaggio crespo, sono risultate valide opzioni. Per quanto riguarda le calze elastocompressive e gli stivali Unna non sono stati raggiunti i livelli del bendaggio a quattro strati. L’utilizzo di programmi educativi che risultano essere utili al fine di rendere il paziente più partecipativo aumentando il tasso di aderenza. Conclusioni: dalla ricerca risulta che l’utilizzo di queste nuove tecnologie nel trattamento delle ulcere in maniera sostitutiva o adiuvante dovrebbe essere utilizzato maggiormente perché più economico ed efficace. Il ruolo della prevenzione e dell’istruzione del paziente risulta essere ancora poco sviluppata ma riesce a garantire riduzione nei tempi e costi di cura e degli abbandoni del trattamento da parte dei pazienti.