L’esercizio ad alto carico nel trattamento del paziente adulto con tendinopatia della cuffia dei rotatori: revisione sistematica della letteratura

INTRODUCTION: based on the findings about therapeutic treatments for the lower limb tendinopathy, it stands out how to solve this pathology the high load exercise is more efficient than what it was used to: low load exercises. This is what moved the interest in this detailed study which has the aim to detect if in literature there are studies about that kind of approch for the treatment of the rotator cuff tendinopathy and if it the high load exercise would turn out as the best practice too. Shoulder sufferings are the third most common muscoloskeletric disorder that affect people daily life and their work activity. Rotator cuff tendinopathy is the first reason for that shoulder problems and it is often linked with significant and lasting disability and with pain that last for more than two years for almost half of the patients’ amount, meaning for them all functional limitations of the affected upper limb. OBJECTIVE: to verify by a literature systematic review, if there are meaning evidences demonstrate the superior efficacy of the high load exercises than the current clinic based on low load exercises in the rehabilitation for rotator cuff tendinopathy. DESIGN: systematic review of literature METHOD: database research was conducted in Pubmed and Elsevier from November 2022 to October 2023. Study eligibility criteria were: adults from 18 y.o. diagnosticated with rotator cuff tendinopathy or with signs and clinical symptoms chargeable to this pathology; studies no older than 13 years (2010-2023); studies using high load exercises as intervention; studies which apply low load exercises, placebo or no intervention in the control group; RCTs and review using English as main language with the full text availability. RESULTS: 917 articles, applying the inclusion/exclusion criteria there were detected 8: 3 RCTs and 5 Reviews. Main outcomes analized in all the studies included are pain and function, measured in almost all the papers by respectively VAS and SPADI. It comes out that the intervention programs are better than the ones in contol group, and their are based on high load exercise although using different parameters. Pain and time are the main progression criteria to increase the work burden. Results from reviews are of low quality and not always statistically relevant; the one from RCTs support high load exercise efficacy, but not its supremacy on the low load exercise. CONCLUSIONS: exercise is efficacy as the first attempt in rotator cuff tendinoppathy conservative treatment, but further researches are needed to enhance the comparison between different kind of exercises to identify the most efficient and to specify the parameters that should let uniformity in clinical practice. So it is necessary to adopt an approach to this pathology that would be more sharp and distinct.

INTRODUZIONE: dai risultati emersi dagli studi riguardanti gli approcci terapeutici in caso di tendinopatie dell’arto inferiore, è emerso come l’impiego dell’esercizio ad alto carico sia più efficace nella risoluzione della problematica in oggetto, rispetto a quanto prima applicato: programmi di esercizi a basso carico. Da qui, l’interesse per l’approfondimento volto a rilevare se in letteratura vi siano studi, condotti in merito allo stesso tipo di approccio, sulla tendinopatia della cuffia dei rotatori e se risulti anche in questo caso una maggiore efficacia in favore dell’esercizio ad alto carico. Ciò in relazione al fatto che le problematiche di spalla ricoprono il terzo disturbo muscoloscheletrico più comune che spesso inficia la vita quotidiana delle persone e la loro attività lavorativa. La tendinopatia della cuffia dei rotatori ne è la causa principale e si associa spesso ad una sostanziale e persistente disabilità e a dolore che, in circa la metà dei pazienti, continua per più di due anni comportando limitazioni funzionali dell’arto superiore affetto. OBIETTIVO: verificare, attraverso una revisione critica della letteratura, se ci siano evidenze significative che dimostrino la maggior efficacia degli esercizi ad alto carico nella riabilitazione della tendinopatia della cuffia dei rotatori, rispetto all’attuale pratica clinica basata su esercizi a basso carico. MATERIALI E METODI: revisione sistematica della letteratura tramite ricerca condotta sui database di Pubmed ed Elsevier da novembre 2022 ad ottobre 2023. I criteri di inclusione sono stati: partecipanti maggiorenni con diagnosi di tendinopatia della cuffia dei rotatori o con segni e sintomi clinici riconducibili a questa patologia, pubblicazione negli ultimi 13 anni (2010-2023), studi che propongano l’impiego di esercizi ad alto carico, studi che utilizzino nel gruppo di controllo esercizi a basso carico, placebo o nessun intervento, RCTs e reviews in lingua inglese di cui fosse disponibile il testo intero. RISULTATI: Sono risultati 917 articoli, applicati i criteri di inclusione/esclusione ne sono stati selezionati 8: 3 RCTs e 5 Reviews. Gli outcome principali analizzati in tutti gli studi sono il dolore e la funzione, misurati in quasi tutti gli studi rispettivamente con la VAS e con la SPADI. Si evidenziano principalmente risultati favorevoli ai programmi impiegati nei gruppi sperimentali, che si basano sull’impiego dell’esercizio ad alto carico pur proponendolo con parametri diversi. I criteri principali di progressione per l’incremento dei carichi di lavoro sono il dolore ed il tempo. I risultati che si evincono dalle reviews sono principalmente di bassa qualità e non sempre statisticamente rilevanti; quelli che emergono dagli RCTs supportano l’efficacia dell’esercizio ad alto carico, ma non una sua prevalenza su quello a basso carico. CONCLUSIONI: l’esercizio risulta essere efficace come approccio primario nel trattamento conservativo della tendinopatia della cuffia dei rotatori, ma ulteriori ricerche sarebbero necessarie per approfondire la comparazione tra le tipologie di esercizi al fine di individuare quale sia il più efficace e per definirne in modo univoco i parametri così che l’applicazione nella pratica clinica possa essere uniformata. Dunque servono maggior chiarezza ed univocità nell’approccio da adottare verso questa patologia.