La scuola nel territorio. Un progetto per conoscere e vivere contesti di apprendimento non formale e informale

This dissertation was inspired by the desire to bond schools to their surrounding environment in order to enhance local resources and promote informal and non-formal learning opportunities. The idea followed the nation-wide healthcare emergency caused by Covid-19, which impacted human interactions and inhibited the opportunity to discover our surrounding reality. The first chapter works as an introductory part illustrating relevant literature on the topic. Here I highlight the paramount need, in child development, of educational activities taking place outside the school walls, adopting the lifelong and lifewide learning approach. I then proceed to present some exemplary models of school-community partnership. The second chapter focuses on an in-depth analysis of the case study. Initially, I provide an overview of the institute located in Albignasego, of their current activities, and the two classes I examine - 2A and 2B. Finally, I offer a mapping of the existing realities in Albignasego, some of which were selected to establish an educational network. In the third chapter, I present the realities involved in the project and the activities organised in collaboration with them, providing a detailed description of the children’s experience and of the outcomes of the activity. In the fourth chapter, I compare pre- and post-test datasets collected from the children and their parents, and the feedback I obtained from my colleagues. Their answers and input eventually helped me in the formulation of the answer to the following research question: “Can a stronger bond between school and the surrounding territory impact classroom synergies, the children and their families?” Children’s awareness raising process of their own potential as citizens; the children’s development of everyday life skills; the improved relationship among students; and the enhanced collaboration among parents are just some of the indicators that prove the enriching nature of operating “outside the school” – in an outer space which represents “a connecting network of an integrated cultural system where individuals can find themselves and understand the meaning of their actions.” (Benetton, 2020, p.200). Performing the school outside its walls requires flexibility, an understanding of the value of unforeseen circumstances, the comparison with new and different perspectives, and willingness to change. All this can be an herculean effort for schools with a more traditional educational approach, however, my colleagues and I accepted the challenge, one step at a time. For, to start, a door shall be opened.

Il presente progetto di tesi nasce dalla volontà di creare connessioni tra la scuola e il territorio per valorizzare le risorse a disposizione e promuovere occasioni di incontro e di apprendimento informale o non formale, dopo un periodo di emergenza sanitaria che ha inibito le relazioni umane e la possibilità di scoprire la realtà circostante. Nel primo capitolo dell’elaborato viene sottolineato il valore cruciale delle esperienze extrascolastiche per uno sviluppo totale del bambino, in ottica di lifelong, lifewide e lifedeep learning; inoltre vengono presentati alcuni modelli di sconfinamento e casi virtuosi di apertura al territorio. Nel secondo capitolo si procede con l’analisi del contesto: fornendo in primis una panoramica sull’istituto Comprensivo di Albignasego e sulle collaborazioni già attive; focalizzando poi l’attenzione sulle classi interessate, ovvero 2A e 2B del plesso Bonetto; identificando infine una mappatura delle realtà presenti ad Albignasego, alcune delle quali sono state selezionate per dare inizio alla creazione di una rete educativa. Nel terzo capitolo vengono riportate le realtà coinvolte e le attività programmate nell’attuazione del progetto, illustrando ciò che è stato esperito insieme ai bambini e ciò che ne è scaturito. Nel quarto si sono confrontati i dati pre e post test di genitori e studenti, ascoltando anche il parere delle colleghe coinvolte. È stato, dunque, possibile dare una risposta alla domanda di ricerca, che è stata formulata nei seguenti termini: “Un maggior aggancio tra scuola e territorio può avere un rifesso sulla vita di classe, delle famiglie e dei singoli alunni?” La presa di consapevolezza da parte dei bambini del loro potenziale come cittadini, lo sviluppo di conoscenze e competenze spendibili nella realtà quotidiana, il miglior rapporto tra studenti, la collaborazione più attiva tra genitori sono solo alcuni degli indicatori che mostrano quanto arricchente sia uscire fuori dalla scuola, in un “fuori” che non è solo spazio fisico ma è soprattutto “tessuto connettore di un sistema culturale integrato in cui la persona possa ritrovarsi e capire il senso delle sue azioni” (Benetton, 2020, p.200). Fare “scuola fuori da scuola” richiede flessibilità, valorizzazione dell’imprevisto, confronto con prospettive nuove e diverse, disponibilità al cambiamento: per una scuola con una visione più tradizionale dell’insegnamento, questo può essere faticoso; tuttavia, le mie colleghe ed io abbiamo voluto metterci in gioco, passo dopo passo. Si inizia aprendo la porta.