“Praeterita” nasce tra il 1885 e il 1889, quando John Ruskin intraprende il racconto e l'analisi retroattiva della propria vita. L’autore, inglese di nascita ma scozzese di origini, è uno dei più grandi storici dell’arte del suo tempo. La sua vastissima attività comprende schizzi, disegni, opere letterarie, conferenze e lezioni universitarie, rispecchiando il significativo apporto di questo intellettuale sulla cultura artistica, come contributo che valica ampiamente i confini della nazione e del secolo a lui propri. Questa autobiografia è la dettagliata ed emozionante storia dei momenti salienti relativi, ordinatamente, ad ogni fase dell’esistenza di Ruskin. L’opera si apre sull’infanzia che lo vede oggetto delle premurose cure dei genitori, attenti a conferirgli una raffinata educazione e una completa ed elevata istruzione. L’adolescenza fa emergere quegli interessi e quelle inclinazioni che lo accompagneranno tutta la vita, come la poesia, il disegno, la natura. Si attraversa infine la produzione artistico-letteraria matura, caratterizzata anche da impegni politici e sociali, che si chiude su una vecchiaia cosciente, ma disturbata e isolata. Chiariti la figura dell’autore e il contenuto di "Praeterita", la tesi si propone di estirpare e analizzare tre nuclei critici dell’opera, notando come la loro preminenza nel testo sia frutto di un’operazione di Ruskin stesso, il quale, dopo averne fatto esperienza in passato, li inserisce nel racconto di vita facendoli emergere come momenti decisivi. Il disegno, naturale e architettonico, è pratica ricorrente nella storia di Ruskin e acquisisce nel tempo varie funzioni, da quella descrittiva a quella di testimonianza artistica, passando per quella didattica. Un disegno che spesso emula quello di William Turner, il quale costituisce il secondo e forse più importante nodo tematico, rappresentando il pittore un intramontabile, anche se problematico, riferimento. Il terzo elemento-chiave coincide con il soggetto di alcuni dei quadri turneriani più celebri, Venezia, città che Ruskin celebra e disprezza allo stesso tempo, incapace di accettarne il tragico disfacimento. La trattazione presentata in questa tesi mira, dunque, passando attraverso l’analisi dell’autore e dei suddetti spunti critici, anche a dimostrare l’ambiguità e l’ambivalenza di John Ruskin, come scrittore d’arte e come uomo.
"Praeterita": germinazioni critiche nell'autobiografia di John Ruskin
LO CONTE, ELENA
2022/2023
Abstract
“Praeterita” nasce tra il 1885 e il 1889, quando John Ruskin intraprende il racconto e l'analisi retroattiva della propria vita. L’autore, inglese di nascita ma scozzese di origini, è uno dei più grandi storici dell’arte del suo tempo. La sua vastissima attività comprende schizzi, disegni, opere letterarie, conferenze e lezioni universitarie, rispecchiando il significativo apporto di questo intellettuale sulla cultura artistica, come contributo che valica ampiamente i confini della nazione e del secolo a lui propri. Questa autobiografia è la dettagliata ed emozionante storia dei momenti salienti relativi, ordinatamente, ad ogni fase dell’esistenza di Ruskin. L’opera si apre sull’infanzia che lo vede oggetto delle premurose cure dei genitori, attenti a conferirgli una raffinata educazione e una completa ed elevata istruzione. L’adolescenza fa emergere quegli interessi e quelle inclinazioni che lo accompagneranno tutta la vita, come la poesia, il disegno, la natura. Si attraversa infine la produzione artistico-letteraria matura, caratterizzata anche da impegni politici e sociali, che si chiude su una vecchiaia cosciente, ma disturbata e isolata. Chiariti la figura dell’autore e il contenuto di "Praeterita", la tesi si propone di estirpare e analizzare tre nuclei critici dell’opera, notando come la loro preminenza nel testo sia frutto di un’operazione di Ruskin stesso, il quale, dopo averne fatto esperienza in passato, li inserisce nel racconto di vita facendoli emergere come momenti decisivi. Il disegno, naturale e architettonico, è pratica ricorrente nella storia di Ruskin e acquisisce nel tempo varie funzioni, da quella descrittiva a quella di testimonianza artistica, passando per quella didattica. Un disegno che spesso emula quello di William Turner, il quale costituisce il secondo e forse più importante nodo tematico, rappresentando il pittore un intramontabile, anche se problematico, riferimento. Il terzo elemento-chiave coincide con il soggetto di alcuni dei quadri turneriani più celebri, Venezia, città che Ruskin celebra e disprezza allo stesso tempo, incapace di accettarne il tragico disfacimento. La trattazione presentata in questa tesi mira, dunque, passando attraverso l’analisi dell’autore e dei suddetti spunti critici, anche a dimostrare l’ambiguità e l’ambivalenza di John Ruskin, come scrittore d’arte e come uomo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/59753