L’idea di questa tesi prende avvio dal desiderio di analizzare a fondo uno dei principali argomenti di discussione in ambito medico, psicologico e sportivo: la concussion. Nell’ultimo ventennio lo sport, non solo professionistico, ha subito una netta evoluzione sotto diversi aspetti: si gioca ad un ritmo sempre maggiore, dove anche un secondo è considerato utile per eseguire un gesto tecnico determinante per l’esito di un incontro; gli atleti vengono “costruiti” con un fisico sempre più imponente e muscoloso e raggiungono vette prestazionali impensabili fino a pochi anni fa; in sport come il rugby o il football americano gli scontri tra i giocatori avvengono a velocità elevatissime e in spazi temporali che rasentano il secondo. Tutto ciò ha reso sempre più frequente l’insorgere di infortuni di tipo traumatico, tra i quali la concussion, obbligando le diverse organizzazioni sportive mondiali a prendere dei provvedimenti al fine di limitare il numero di casi di commozione cerebrale tra i giocatori. In questo modo sono nati diversi protocolli al fine di intervenire prontamente in caso di una sospetta concussion e seguire il giocatore al meglio durante la convalescenza e il successivo ritorno in campo. L’obiettivo che vuole perseguire questa proposta didattica consiste nell’analizzare e sviscerare un problema presente ed ignorato da troppo tempo nei campi sportivi d’Italia. Si osserverà in particolare gli effetti, a breve e a lungo termine, che la concussion può avere su un soggetto e le diverse tipologie protocolli già presenti nei diversi sport, con un approfondimento riguardante alcune possibili soluzioni per cercare di limitare l’incidenza delle commozioni cerebrali durante gli avvenimenti sportivi. Attraverso questo percorso si vuole sensibilizzare il mondo dello sport al tema della concussion dandogli, oltretutto, una fonte ulteriore di studio dalla quale poter approfondire le proprie conoscenze. All’interno del seguente lavoro si potranno osservare le differenze nei protocolli che i diversi sport adottano per intervenire in caso di una commozione cerebrale, e di come le varie federazioni abbiano modificato il regolamento al fine di prevenire tutte quelle situazioni che potrebbero scaturire in una concussion. In fase di redazione del progetto sono stati consultati diversi articoli ed esperimenti italiani e, soprattutto, esteri. Infatti nei paesi anglosassoni lo studio della concussion è molto più sviluppato rispetto che in Italia. Gli articoli presi in esame riguardano dei protocolli per il ritorno all’attività dopo una commozione cerebrale di differenti sport, un approfondimento riguardante la correlazione tra la muscolatura del collo e la prevenzione della concussion e un possibile trattamento fisioterapico dopo una commozione cerebrale.
Cos'è la concussion e come si sviluppano i protocolli per prevenirla nei diversi sport
CAVALLARO, SIMONE
2023/2024
Abstract
L’idea di questa tesi prende avvio dal desiderio di analizzare a fondo uno dei principali argomenti di discussione in ambito medico, psicologico e sportivo: la concussion. Nell’ultimo ventennio lo sport, non solo professionistico, ha subito una netta evoluzione sotto diversi aspetti: si gioca ad un ritmo sempre maggiore, dove anche un secondo è considerato utile per eseguire un gesto tecnico determinante per l’esito di un incontro; gli atleti vengono “costruiti” con un fisico sempre più imponente e muscoloso e raggiungono vette prestazionali impensabili fino a pochi anni fa; in sport come il rugby o il football americano gli scontri tra i giocatori avvengono a velocità elevatissime e in spazi temporali che rasentano il secondo. Tutto ciò ha reso sempre più frequente l’insorgere di infortuni di tipo traumatico, tra i quali la concussion, obbligando le diverse organizzazioni sportive mondiali a prendere dei provvedimenti al fine di limitare il numero di casi di commozione cerebrale tra i giocatori. In questo modo sono nati diversi protocolli al fine di intervenire prontamente in caso di una sospetta concussion e seguire il giocatore al meglio durante la convalescenza e il successivo ritorno in campo. L’obiettivo che vuole perseguire questa proposta didattica consiste nell’analizzare e sviscerare un problema presente ed ignorato da troppo tempo nei campi sportivi d’Italia. Si osserverà in particolare gli effetti, a breve e a lungo termine, che la concussion può avere su un soggetto e le diverse tipologie protocolli già presenti nei diversi sport, con un approfondimento riguardante alcune possibili soluzioni per cercare di limitare l’incidenza delle commozioni cerebrali durante gli avvenimenti sportivi. Attraverso questo percorso si vuole sensibilizzare il mondo dello sport al tema della concussion dandogli, oltretutto, una fonte ulteriore di studio dalla quale poter approfondire le proprie conoscenze. All’interno del seguente lavoro si potranno osservare le differenze nei protocolli che i diversi sport adottano per intervenire in caso di una commozione cerebrale, e di come le varie federazioni abbiano modificato il regolamento al fine di prevenire tutte quelle situazioni che potrebbero scaturire in una concussion. In fase di redazione del progetto sono stati consultati diversi articoli ed esperimenti italiani e, soprattutto, esteri. Infatti nei paesi anglosassoni lo studio della concussion è molto più sviluppato rispetto che in Italia. Gli articoli presi in esame riguardano dei protocolli per il ritorno all’attività dopo una commozione cerebrale di differenti sport, un approfondimento riguardante la correlazione tra la muscolatura del collo e la prevenzione della concussion e un possibile trattamento fisioterapico dopo una commozione cerebrale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/62849