Body Positive è realmente positivo? Ricerca con metodi misti sull’efficacia della comunicazione “Body Positivity” nella percezione del sé

#Bodypositive è realmente positivo? Ricerca con metodi misti sull’efficacia della comunicazione “Body Positivity” nella percezione del sé. Può il tag #bodypositive aiutare gli utenti dei social media, in particolare di Instagram, a percepire più positivamente il proprio corpo, amarlo e accettarlo incondizionatamente a prescindere a qualsiasi forma, colore e (im)perfezione? O, piuttosto, esso risulta essere uno specchietto per le allodole, uno slogan trendy ma poco impattante nella vita reale di milioni utenti? In estrema sintesi, la mia tesi magistrale intende rispondere a queste due domande con l’obiettivo di comprendere quanto le persone siano consapevoli della percezione del proprio corpo e dell’influenza dei social media nel diffondere persuasivi messaggi di bellezza. Il mio lavoro si configura come un percorso sperimentale e articolato, nel quale vengono utilizzati metodi misti di indagine per analizzare la percezione e l'influenza del movimento ‘Body Positivity’ nelle partecipanti, ossia donne di età compresa tra i 15 e i 60 anni. L’obiettivo di ricerca va oltre la mera osservazione, cercando di comprendere se – e in che modo – la comunicazione degli ideali di accettazione del corpo sia efficace o se, al contrario, possa generare l’effetto opposto. l contributo sperimentale più rilevante è costituito da uno studio su due distinti gruppi di partecipanti e ne quale saranno misurate diverse variabili. Questo approccio mira a fornire una risposta empirica sull’efficacia degli stimoli neutrali rispetto a quelli brandizzati #bodypositive. Tale approfondimento è fondamentale per delineare in maniera più precisa il panorama delle dinamiche legate all’accettazione del corpo, specialmente sui social media; proiettandosi quindi oltre il contesto accademico e offrendo una base di partenza per un tipo di comunicazione orientata verso la promozione di messaggi positivi e consapevoli.