Coscienza, arte e senso: Le arti della parola nella filosofia di Jean-Paul Sartre

L'obiettivo della riflessione proposta è chiarire i concetti fondamentali della filosofia del primo Sartre con particolare attenzione alla possibilità per la coscienza di comprendere l’esistenza attraverso l’esperienza dell’arte. Il primo capitolo esamina i principali concetti della filosofia sartriana con particolare attenzione ai concetti di per-sé (essere della coscienza) e in-sé (essere del fenomeno). L'insoddisfazione per l’incompleta comprensione dell’in-sé da parte della coscienza si estrinseca nel concetto filosofico dell’angoscia di cui si espongono i tratti in comune con l’esperienza letteraria della Nausea. Nel secondo capitolo, si esplora il concetto di immaginario, concentrandosi sulla coscienza immaginativa e confrontandola con la coscienza percettiva e il sapere; se ne evidenziano le differenze e le conseguenze problematiche di una loro divisione netta. Si affronta inoltre il tema della libertà della coscienza in relazione all'attività immaginativa e alla possibilità dell'arte di aver presa sul reale. Nel terzo capitolo si affrontano le questioni relative alle arti della parola, con particolare attenzione al confronto tra poesia e letteratura. Di contro al giudizio negativo mosso da Sartre alla poesia, viene proposto un tentativo di rivalutazione facendo riferimento all'opera L'Orfeo nero, nella quale le riflessioni sartriane sulla poesia sembrano aver subito un mutamento. La tesi si conclude confrontando la riflessione proposta con la poesia occidentale, utilizzando l'opera di Wallace Stevens come punto di riferimento. In sintesi, questa tesi propone un'analisi dei concetti chiave della filosofia di Sartre, mettendo in luce la possibilità dell’arte, come espressione della libertà della coscienza e come rapporto con un'alterità, di occasionare una diversa comprensione dell’esistenza attraverso l'attività della coscienza immaginativa.