Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è uno dei disturbi del neurosviluppo maggiormente diagnosticati in età evolutiva. La triade sintomatologica associata al disturbo contempla la presenza di disattenzione, impulsività e iperattività o una loro combinazione (American Psychiatric Association - APA, 2013). La compromissione dei processi attentivi e inibitori su base neurobiologica è associata a manifestazioni cognitive e comportamentali tipiche dell’ADHD, quali: facile distraibilità, difficoltà nell’autoregolazione delle azioni, difficoltà nel crearsi una motivazione interna che consenta di ritardare la ricezione di una gratificazione (il che comporta una tendenza a preferire compiti meno onerosi che prevedono una gratificazione immediata, a discapito di altri più impegnativi che contemplano una ricompensa ritardata ma maggiore) e una scarsa abilità di controllo degli impulsi che si manifesta attraverso reazioni improvvise e violente, prive di un ragionamento che possa tenere conto delle conseguenze (Marzocchi et al., 2023). Le risorse attentive e la capacità inibitoria sono due aspetti cruciali quando si parla di controllo del movimento volontario, il quale per definizione prevede una pianificazione consapevole dell’atto e un monitoraggio costante del processo. Il movimento implica lo spostamento pianificato di segmenti corporei di grandi o piccole dimensioni (Leisman et al., 2016). In quest’ultimo caso si fa riferimento alla motricità fine, la quale sottende un’innumerevole quantità di azioni quotidiane come scrivere, disegnare, suonare uno strumento, afferrare e manipolare oggetti di piccole dimensioni. Tutte queste azioni richiedono una sinergia di movimento precisa e coordinata, guidata e monitorata dai centri superiori in comunicazione con i segmenti muscolari di mani e dita. Tale elaborato si propone di esaminare le prestazioni di individui ADHD in compiti di motricità fine, andando ad analizzare come la compromissione attentiva e inibitoria incidono sul piano motorio. Nel primo capitolo verrà affrontato il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività in termini sintomatologici, diagnostici, epidemiologici, eziologici e di correlati neurali. Nel secondo capitolo verrà analizzata la motricità fine, la sua implicazione nella vita quotidiana e le relative basi neurali. Il terzo capitolo verterà invece sull’analisi della motricità fine in individui ADHD: inizialmente verranno presentati alcuni studi che ne evidenziano la compromissione e successivamente verranno proposte due ipotesi di interpretazione di tali risultati.

La motricità fine nell'ADHD

MENEGHINI, AURORA
2023/2024

Abstract

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è uno dei disturbi del neurosviluppo maggiormente diagnosticati in età evolutiva. La triade sintomatologica associata al disturbo contempla la presenza di disattenzione, impulsività e iperattività o una loro combinazione (American Psychiatric Association - APA, 2013). La compromissione dei processi attentivi e inibitori su base neurobiologica è associata a manifestazioni cognitive e comportamentali tipiche dell’ADHD, quali: facile distraibilità, difficoltà nell’autoregolazione delle azioni, difficoltà nel crearsi una motivazione interna che consenta di ritardare la ricezione di una gratificazione (il che comporta una tendenza a preferire compiti meno onerosi che prevedono una gratificazione immediata, a discapito di altri più impegnativi che contemplano una ricompensa ritardata ma maggiore) e una scarsa abilità di controllo degli impulsi che si manifesta attraverso reazioni improvvise e violente, prive di un ragionamento che possa tenere conto delle conseguenze (Marzocchi et al., 2023). Le risorse attentive e la capacità inibitoria sono due aspetti cruciali quando si parla di controllo del movimento volontario, il quale per definizione prevede una pianificazione consapevole dell’atto e un monitoraggio costante del processo. Il movimento implica lo spostamento pianificato di segmenti corporei di grandi o piccole dimensioni (Leisman et al., 2016). In quest’ultimo caso si fa riferimento alla motricità fine, la quale sottende un’innumerevole quantità di azioni quotidiane come scrivere, disegnare, suonare uno strumento, afferrare e manipolare oggetti di piccole dimensioni. Tutte queste azioni richiedono una sinergia di movimento precisa e coordinata, guidata e monitorata dai centri superiori in comunicazione con i segmenti muscolari di mani e dita. Tale elaborato si propone di esaminare le prestazioni di individui ADHD in compiti di motricità fine, andando ad analizzare come la compromissione attentiva e inibitoria incidono sul piano motorio. Nel primo capitolo verrà affrontato il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività in termini sintomatologici, diagnostici, epidemiologici, eziologici e di correlati neurali. Nel secondo capitolo verrà analizzata la motricità fine, la sua implicazione nella vita quotidiana e le relative basi neurali. Il terzo capitolo verterà invece sull’analisi della motricità fine in individui ADHD: inizialmente verranno presentati alcuni studi che ne evidenziano la compromissione e successivamente verranno proposte due ipotesi di interpretazione di tali risultati.
2023
Fine motor skills in ADHD
ADHD
motricità fine
controllo motorio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/66242