Ansia per la matematica e percezione di competenza: il ruolo dei fattori emotivi negli studenti di scuola secondaria di primo grado

I numeri, le abilità di conteggio o la risoluzione dei problemi sono abilità matematiche importanti a scuola e nella vita di tutti i giorni. Tra i fattori che possono influenzarle vi sono quelli emotivi come ad esempio le attitudini nei confronti di tale disciplina, ossia il modo in cui gli individui si approcciano alle situazioni legate alla matematica. Quest’ultime possono essere sia di natura positiva che negativa, agendo quindi come fattori protettivi o di rischio. Tra le attitudini maggiormente studiate in letteratura vi è la percezione di competenza e l’ansia per la matematica, strettamente correlate tra loro e con il successo accademico. Il presente studio si pone l’obiettivo di indagare la relazione tra la prestazione matematica e l’ansia specifica per la matematica e la percezione di competenza, con un focus sulle possibili differenze legate al genere ed il ruolo moderatore delle strategie di coping. Sono stati coinvolti circa 300 studenti a sviluppo tipico di età compresa tra gli 11 e i 12 anni. Tali fattori sono stati indagati mediante la somministrazione collettiva di differenti questionari self-report e prove matematiche standardizzate in formato carta-matita. Ci si attende di confermare come gli studenti con livelli elevati di ansia per la matematica riportino una minore percezione di competenza in tale disciplina, e come questa relazione sia maggiormente presente tra le femmine rispetto ai maschi. In aggiunta, si ipotizza come l’uso di strategie di coping negative (ad esempio la tendenza alla ruminazione, o alla catastrofizzazione) da parte degli studenti, possa moderare la relazione tra ansia per la matematica e percezione di competenza in relazione alla prestazione. Tali evidenze potrebbero contribuire ad importanti pratiche educative come la promozione di interventi finalizzati a supportare la percezione di competenza negli studenti, ed in particolare nelle femmine, riducendo al contempo l’ansia nei confronti della matematica e disincentivando l’uso di strategie di coping non adattive. Ciò potrebbe, di conseguenza, favorire un miglioramento delle prestazioni matematiche.