Il rituale d'orchestra: apertura all'ascolto di un dialogo muto

With this research I will address the musical panorama, classical and today, which is experienced within music conservatories in Italy from the point of view of students, and former students, who have decided to undertake this career. This will be done in order to better understand how young musicians perceive themselves within society. The research will be developed following the family of qualitative methods to satisfy the cognitive objectives of understanding the musical phenomenon; the technique that will be used will be the semi-structured interview, in dialogic style (La Mendola 2009), in presence. The tools that will be adopted will be those belonging to the family of qualitative methods, i.e. transcriptions of interviews recorded with six students who attend, or have attended, Italian conservatories. The data analysis will focus on an interpretation of the orchestral performance as ritual, thanks to the theories of Durkheim, Randall Collins, Erving Goffman and the use of the holistic perspective to delve deeper into some aspects of the situation of young Italian musicians. The themes that will be addressed will be: the performance of musicians in front of an audience, observing it from a sociological point of view, then we will continue with showing the language used in music, with the audience and between musicians, not just made up of words but also of looks, sounds, emotions, a "silent dialogue". Then the "dark side" of the orchestral performance will be presented, what is there and cannot be seen, the order and the facade (Goffman) that the musicians are asked to maintain. Finally, we will try to show how music, when it becomes a job, must interface with realities that seem to be much more superficial. Everything will end with reflections that will lead to a more global vision of the entire experience carried out and on the outstanding issues that deserve further investigation in the future.

Questa ricerca presenta un approfondimento sul panorama musicale, classico e odierno, portato in rilievo dal punto di vista di studenti, ed ex-studenti, dei Conservatori di musica in Italia. Ciò verrà fatto per poter comprendere meglio come i giovani musicisti si percepiscono all’interno della società. La ricerca si svilupperà seguendo la famiglia di metodi qualitativi per soddisfare gli obiettivi conoscitivi di comprensione del fenomeno musicale; la tecnica utilizzata sarà l’intervista semi-strutturata, in stile dialogico, in presenza. Gli strumenti adottati saranno quelli appartenenti alla famiglia di metodi qualitativi, ovvero le trascrizioni di interviste registrate a sei studenti che frequentano, o hanno frequentato, Conservatori italiani. L’analisi delle trascrizioni di interviste porterà ad un’interpretazione dell’esibizione orchestrale come rituale grazie alle teorie di Émille Durkheim, Randall Collins, Erving Goffman e l’uso della prospettiva olistica per approfondire alcuni aspetti della specificità di giovani musicisti italiani. I temi affrontati saranno: l’esibizione dei musicisti di fronte ad un pubblico, osservandola da un punto di vista sociologico; poi si proseguirà con il mostrare il linguaggio utilizzato in musica, sia con il pubblico sia tra musicisti, che non sembra essere fatto solo di parole ma anche di sguardi, di suoni, di emozioni e di ascolto di un “dialogo muto”. In seguito, verrà presentato il “lato oscuro” dell’esibizione orchestrale, quello che c’è e non si vede, la facciata (Goffman) che ai musicisti è chiesta di rispettare sul palco. Infine, si cercherà di mostrare come la musica, nel momento in cui diventa un lavoro, debba interfacciarsi con realtà più superficiali. Infine, il tutto si concluderà con alcune riflessioni che porteranno ad avere una visione più globale dell’intera esperienza, quest’ultima ha permesso di poter conoscere meglio la percezione che i musicisti hanno di loro stessi all’interno della società.