In the debate that compares organic farming with the industrial one, the first one is identified as the most advantageous in terms of environmental sustainability. When comparing the two approaches, those who prefer industrial agriculture argue that it is the only model capable of meeting the food requirements of a growing population. The United Nations Environment Programme's 2021 Food Waste Index report reveals that 17% of the world's food production is wasted, what is the point of asking how to chemically incentivize production per hectare if part of the harvest is nonetheless wasted? The aim of this thesis is to investigate on the issue of food waste by working with producers and buyers. Starting from organic farms located in the province of Padua, their levels of waste are investigated and the most functional practices for reducing food waste levels during the agricultural production phase are highlighted. Through a questionnaire posed to various consumers, their purchasing behaviour is analysed, the differences between those who habitually buy fruit and vegetables from organic farms and those who tend to buy them in supermarkets are underlined and, finally, strategies aimed at reducing food waste are proposed. The question of whether a conversion of all agriculture to the organic model will be able to feed the 9 billion people expected by 2050 is a legitimate question whose answer is neither simple nor immediate and, to find it, it is necessary to broaden the narrative horizon and evaluate the multiple aspects of our food systems.

Nel dibattito che confronta il modello di agricoltura biologica con quella industriale, la prima è identificata come la più vantaggiosa in termini di sostenibilità ambientale. Nel confronto tra i due approcci i sostenitori dell’agricoltura industriale ritengono che essa sia l’unico modello capace di soddisfare le richieste alimentari di una popolazione attualmente in aumento demografico. Il rapporto Food Waste Index del 2021 del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente rivela che il 17% della produzione mondiale di cibo viene sprecata; che senso ha quindi domandarsi come incentivare chimicamente le produzioni per ettaro se poi, parte del raccolto, verrà sprecato? L’obiettivo di questa tesi di laurea è quello di lavorare sul tema dello spreco alimentare consultando produttori e acquirenti. Prendendo come campione aziende agricole biologiche situate nella provincia di Padova, si indagano i loro livelli di eccedenze e vengono evidenziate le pratiche più funzionali all’abbattimento dei livelli di spreco alimentare durante la fase di produzione agricola. Tramite un questionario posto a vari consumatori sono invece analizzati i loro comportamenti di acquisto, sottolineate le differenze tra chi compra abitualmente frutta e verdura da aziende agricole biologiche e chi tende ad acquistarle al supermercato e, infine, vengono proposte delle strategie volte a sensibilizzare sul tema dello spreco alimentare. Chiedersi se una conversione di tutta l’agricoltura al modello biologico potrà sfamare i 9 miliardi di persone previsti per il 2050 è una domanda lecita, la cui risposta non è né semplice né immediata e, per trovarla, è necessario allargare l’orizzonte narrativo e valutare i molteplici aspetti dei nostri sistemi alimentari.

Pratiche di contenimento dello spreco alimentare in aziende biologiche: il caso della provincia di Padova

PEZZOTTI, GAIA
2023/2024

Abstract

In the debate that compares organic farming with the industrial one, the first one is identified as the most advantageous in terms of environmental sustainability. When comparing the two approaches, those who prefer industrial agriculture argue that it is the only model capable of meeting the food requirements of a growing population. The United Nations Environment Programme's 2021 Food Waste Index report reveals that 17% of the world's food production is wasted, what is the point of asking how to chemically incentivize production per hectare if part of the harvest is nonetheless wasted? The aim of this thesis is to investigate on the issue of food waste by working with producers and buyers. Starting from organic farms located in the province of Padua, their levels of waste are investigated and the most functional practices for reducing food waste levels during the agricultural production phase are highlighted. Through a questionnaire posed to various consumers, their purchasing behaviour is analysed, the differences between those who habitually buy fruit and vegetables from organic farms and those who tend to buy them in supermarkets are underlined and, finally, strategies aimed at reducing food waste are proposed. The question of whether a conversion of all agriculture to the organic model will be able to feed the 9 billion people expected by 2050 is a legitimate question whose answer is neither simple nor immediate and, to find it, it is necessary to broaden the narrative horizon and evaluate the multiple aspects of our food systems.
2023
Food waste containment practices in organic farms: the case of the province of Padua
Nel dibattito che confronta il modello di agricoltura biologica con quella industriale, la prima è identificata come la più vantaggiosa in termini di sostenibilità ambientale. Nel confronto tra i due approcci i sostenitori dell’agricoltura industriale ritengono che essa sia l’unico modello capace di soddisfare le richieste alimentari di una popolazione attualmente in aumento demografico. Il rapporto Food Waste Index del 2021 del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente rivela che il 17% della produzione mondiale di cibo viene sprecata; che senso ha quindi domandarsi come incentivare chimicamente le produzioni per ettaro se poi, parte del raccolto, verrà sprecato? L’obiettivo di questa tesi di laurea è quello di lavorare sul tema dello spreco alimentare consultando produttori e acquirenti. Prendendo come campione aziende agricole biologiche situate nella provincia di Padova, si indagano i loro livelli di eccedenze e vengono evidenziate le pratiche più funzionali all’abbattimento dei livelli di spreco alimentare durante la fase di produzione agricola. Tramite un questionario posto a vari consumatori sono invece analizzati i loro comportamenti di acquisto, sottolineate le differenze tra chi compra abitualmente frutta e verdura da aziende agricole biologiche e chi tende ad acquistarle al supermercato e, infine, vengono proposte delle strategie volte a sensibilizzare sul tema dello spreco alimentare. Chiedersi se una conversione di tutta l’agricoltura al modello biologico potrà sfamare i 9 miliardi di persone previsti per il 2050 è una domanda lecita, la cui risposta non è né semplice né immediata e, per trovarla, è necessario allargare l’orizzonte narrativo e valutare i molteplici aspetti dei nostri sistemi alimentari.
Spreco alimentare
Aziende biologiche
Gestione
Indagine
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/67572