La psicologia, differentemente dalle discipline mediche, in cui il problema è manifesto, immediato per certi versi, deve fare i conti con qualcosa di “invisibile”, non sempre razionale o logico. Accade spesso, per questo motivo, che il “diverso” assuma stereotipi connotati negativamente, che venga caricato di bias socio-culturali e soggettivi, e che, come effetto ultimo, non vi sia una corrispondenza normativa tra significante e significato: così, un paziente psichiatrico è solo “un pazzo”, il DDM non è davvero un disturbo ma la caratteristica di chi “si piange addosso”, e qualsiasi interesse sessuale atipico è da criticare e condannare aspramente, perché “perverso”. Quando si tratta il tema della sessualità capita spesso di domandarsi cosa sia “normale” e cosa sia “anormale”, definendo (erroneamente) come un “disagiato sociale” chiunque non sia conforme ai canoni sociali, finché questi paletti non verranno nuovamente modificati, stravolti. È sufficiente pensare ai cambiamenti socio-culturali che il concetto di omosessualità ha attraversato nel corso degli anni per comprendere quanto la sessualità sia mutata, quanto sia stata stravolta, e quanto la concezione di ciò che è normale, e di ciò che è anormale, sia evoluta: nella prima versione del DSM, nel 1952, l’omosessualità era ancora annoverata come una condizione psicologica tra i Disturbi Sociopatici di Personalità, e nel 1968, essendo ancora considerata una deviazione sessuale, al pari della pedofilia, era catalogata tra i Disturbi Mentali non Psicotici; nel 1974, in campo scientifico, era ancora diffusa la nozione di omosessualità egodistonica per descrivere tutte le persone omosessuali che non accettavano, e vivevano con disagio, il proprio orientamento sessuale; a partire dal 1974, però, l’omosessualità non farà più parte del DSM, e solo dal 1990 l’OMS non la includerà più nell’elenco delle malattie mentali. Cos’è, allora, che rende patologico ciò che noi definiamo “disturbo”? Quali sono le cause dei Disturbi Parafilici? Questo elaborato offre un punto di vista sull’eziologia delle fantasie sessuali patologiche che tenga conto dei possibili correlati neuropsicologici.

Parafilie: eziologia e correlati neuropsicologici delle fantasie sessuali patologiche

MORELLI, LEOLUCA
2023/2024

Abstract

La psicologia, differentemente dalle discipline mediche, in cui il problema è manifesto, immediato per certi versi, deve fare i conti con qualcosa di “invisibile”, non sempre razionale o logico. Accade spesso, per questo motivo, che il “diverso” assuma stereotipi connotati negativamente, che venga caricato di bias socio-culturali e soggettivi, e che, come effetto ultimo, non vi sia una corrispondenza normativa tra significante e significato: così, un paziente psichiatrico è solo “un pazzo”, il DDM non è davvero un disturbo ma la caratteristica di chi “si piange addosso”, e qualsiasi interesse sessuale atipico è da criticare e condannare aspramente, perché “perverso”. Quando si tratta il tema della sessualità capita spesso di domandarsi cosa sia “normale” e cosa sia “anormale”, definendo (erroneamente) come un “disagiato sociale” chiunque non sia conforme ai canoni sociali, finché questi paletti non verranno nuovamente modificati, stravolti. È sufficiente pensare ai cambiamenti socio-culturali che il concetto di omosessualità ha attraversato nel corso degli anni per comprendere quanto la sessualità sia mutata, quanto sia stata stravolta, e quanto la concezione di ciò che è normale, e di ciò che è anormale, sia evoluta: nella prima versione del DSM, nel 1952, l’omosessualità era ancora annoverata come una condizione psicologica tra i Disturbi Sociopatici di Personalità, e nel 1968, essendo ancora considerata una deviazione sessuale, al pari della pedofilia, era catalogata tra i Disturbi Mentali non Psicotici; nel 1974, in campo scientifico, era ancora diffusa la nozione di omosessualità egodistonica per descrivere tutte le persone omosessuali che non accettavano, e vivevano con disagio, il proprio orientamento sessuale; a partire dal 1974, però, l’omosessualità non farà più parte del DSM, e solo dal 1990 l’OMS non la includerà più nell’elenco delle malattie mentali. Cos’è, allora, che rende patologico ciò che noi definiamo “disturbo”? Quali sono le cause dei Disturbi Parafilici? Questo elaborato offre un punto di vista sull’eziologia delle fantasie sessuali patologiche che tenga conto dei possibili correlati neuropsicologici.
2023
Paraphilia: pathological sexual fantasies’ etiology and neuropsychological correlates
Parafilie
Fantasie sessuali
C. neuropsicologici
Normalità
Atipicità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/69694