I lavoratori e le lavoratrici sociali hanno un ruolo significativo nella società perché svolgono un compito importante nell’aiutare persone in situazioni di difficoltà, isolamento, grave marginalità, disuguaglianza e precarietà. Da un lato incentivando lo sviluppo dell’autonomia della persona, dall’altro quello della comunità. Lo stretto contatto con l’utenza, l’esposizione a eventi traumatici e il frequente coinvolgimento emotivo nella pratica professionale, rende il lavoro sociale uno degli ambiti professionali più a rischio di burnout e stress lavoro-correlato. Per questo è importante definire quali possono essere i fattori di rischio di sviluppare burnout e stress più rilevanti per i lavoratori sociali, come ad esempio la violenza sul lavoro e il role conflict, e poi delineare i fattori che, al contrario, sostengono e proteggono dai rischi aiutando a sviluppare la resilienza. L’obiettivo dell’elaborato è di approfondire la supervisione come possibile strumento di supporto per i professionisti. Il tema della supervisione è stato oggetto di numerosi studi e analisi ed è attualmente usata in molte organizzazioni. La supervisione si consolida come un mezzo di supporto ai professionisti e come uno spazio condiviso di riflessione centrato sulla persona, sul gruppo e sulla pratica professionale. In questo modo è in grado di offrire un luogo di incontro di idee ed emozioni dei lavoratori che sono liberi di confrontarsi supportati da un supervisore preparato. Viene poi approfondita l’altervisione, un modello di supervisione alternativo che viene svolto e gestito dai lavoratori stessi senza la presenza di un supervisore esterno. Viene quindi descritto se e in che modo la supervisione può aiutare il lavoratore a riconoscere e ad affrontare le sfide e le difficoltà che il lavoro nel sociale comporta, ma anche le conseguenze di una supervisione inadeguata. Vengono infine proposti suggerimenti pratici per supervisori e organizzazioni su come svolgere la supervisione nella pratica e analizzata una recente sperimentazione di supervisione a distanza o telesupervisione, che potrebbe rappresentare un’utile alternativa per coloro che non possono, per qualsiasi motivo, accedere alla supervisione classica. Per concludere verranno affrontati brevemente alcuni strumenti che le strutture possono proporre per accompagnare e integrare la supervisione nel supporto al lavoratore.
La supervisione dei professionisti nel lavoro sociale
SCIARRETTA, GAIA
2023/2024
Abstract
I lavoratori e le lavoratrici sociali hanno un ruolo significativo nella società perché svolgono un compito importante nell’aiutare persone in situazioni di difficoltà, isolamento, grave marginalità, disuguaglianza e precarietà. Da un lato incentivando lo sviluppo dell’autonomia della persona, dall’altro quello della comunità. Lo stretto contatto con l’utenza, l’esposizione a eventi traumatici e il frequente coinvolgimento emotivo nella pratica professionale, rende il lavoro sociale uno degli ambiti professionali più a rischio di burnout e stress lavoro-correlato. Per questo è importante definire quali possono essere i fattori di rischio di sviluppare burnout e stress più rilevanti per i lavoratori sociali, come ad esempio la violenza sul lavoro e il role conflict, e poi delineare i fattori che, al contrario, sostengono e proteggono dai rischi aiutando a sviluppare la resilienza. L’obiettivo dell’elaborato è di approfondire la supervisione come possibile strumento di supporto per i professionisti. Il tema della supervisione è stato oggetto di numerosi studi e analisi ed è attualmente usata in molte organizzazioni. La supervisione si consolida come un mezzo di supporto ai professionisti e come uno spazio condiviso di riflessione centrato sulla persona, sul gruppo e sulla pratica professionale. In questo modo è in grado di offrire un luogo di incontro di idee ed emozioni dei lavoratori che sono liberi di confrontarsi supportati da un supervisore preparato. Viene poi approfondita l’altervisione, un modello di supervisione alternativo che viene svolto e gestito dai lavoratori stessi senza la presenza di un supervisore esterno. Viene quindi descritto se e in che modo la supervisione può aiutare il lavoratore a riconoscere e ad affrontare le sfide e le difficoltà che il lavoro nel sociale comporta, ma anche le conseguenze di una supervisione inadeguata. Vengono infine proposti suggerimenti pratici per supervisori e organizzazioni su come svolgere la supervisione nella pratica e analizzata una recente sperimentazione di supervisione a distanza o telesupervisione, che potrebbe rappresentare un’utile alternativa per coloro che non possono, per qualsiasi motivo, accedere alla supervisione classica. Per concludere verranno affrontati brevemente alcuni strumenti che le strutture possono proporre per accompagnare e integrare la supervisione nel supporto al lavoratore.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/70054