Introduction: In recent decades, the reliability of traditional categorical diagnostic systems (DSM-ICD) has been strongly questioned by converging evidence, that highlights how the significant heterogeneity within the same disorder and the high rate of comorbidity, make traditional diagnostic labels inconsistent and often of limited use for prognosis and treatment. The Research Domain Criteria (RDoC) and the Hierarchical Taxonomy of Psychopathology (HiTOP) represent the two main dimensional approaches aimed at overcoming the limitations of diagnostic classification systems. They consider mental disorders as dysregulations or dysfunctions of certain basic systems, including those responsible for social processes (attachment/affiliation systems, empathy, Theory of Mind). In line with the dimensional approach, this exploratory study aimed to investigate whether patients with psychopathology exhibit deficits in Theory of Mind (ToM) across diagnostic categories to a greater extent than the general population. Method: A clinical group – composed of outpatients and inpatients from the psychiatric wards (SPDC) of the city of Padua – was compared with a control group composed of healthy subjects with no history of psychiatric disorders. All participants completed several self-report questionnaires (SCL-58, DERS-36, and EQ-15) and were asked to perform a computer task (SET), which allows for the discrimination between cognitive Theory of Mind (cToM) and affective Theory of Mind (aToM). Results: The results highlight that subjects in the clinical group show greater difficulties in emotional regulation and significantly lower scores compared to controls in tasks measuring empathy, both affective and cognitive ToM abilities. Discussion: The research suggests a transdiagnostic impairment of ToM in patients with psychopathology and encourages further longitudinal studies to clarify whether ToM deficits precede the onset, constituting a marker of vulnerability to the development of psychopathology, or whether they are dependent on it and moderated by symptom severity. Achieving a better understanding of the link between psychopathology and ToM deficits could enable early preventive and therapeutic interventions, improving patients' social functioning and quality of life.

Introduzione: Negli ultimi decenni, l’affidabilità dei tradizionali sistemi diagnostici categoriali (DSM-ICD) è stata fortemente messa in discussione da prove convergenti, che evidenziano come la grande eterogeneità presente all’interno di uno stesso disturbo e l’elevato tasso di comorbilità, rendano le tradizionali etichette diagnostiche poco coerenti e, spesso, di scarsa utilità per la prognosi e il trattamento. I Research domain criteria (RDoC) e la Hierarchical Taxonomy of Psychopathology (HiTOP) rappresentano i due principali approcci dimensionali, orientati a superare i limiti dei sistemi di classificazione diagnostica, considerando i disturbi mentali come disregolazioni o disfunzioni di alcuni sistemi di base, tra cui quelli deputati ai processi sociali (sistemi di attaccamento/affiliazione, empatia, Teoria della Mente). In linea con l’approccio dimensionale, questo studio esplorativo si è proposto di indagare se pazienti affetti da psicopatologia presentino deficit di Teoria della Mente (ToM), trasversalmente alle categorie diagnostiche, in misura maggiore rispetto alla popolazione generale. Metodo: È stato confrontato un gruppo clinico – costituito da pazienti ambulatoriali e ricoverati presso gli SPDC della città di Padova – e un gruppo di controllo costituito da soggetti sani, senza una storia di patologie psichiatriche pregresse. A tutti i partecipanti sono stati somministrati alcuni questionari self-report (SCL-58, DERS-36 e EQ-15) ed è stato chiesto di svolgere un compito a computer (SET), che consente di discriminare tra Teoria della Mente cognitiva (cToM) ed emotiva (aToM). Risultati: I risultati mettono in luce che i soggetti appartenenti al gruppo clinico mostrano maggiori difficoltà nella regolazione emotiva e punteggi significativamente inferiori, rispetto ai controlli, nelle prove volte a misurare l’empatia e le capacità di ToM, sia affettiva che cognitiva. Discussione: La ricerca suggerisce una compromissione della ToM, a livello transdiagnostico, nei pazienti affetti da psicopatologia e incoraggia ulteriori studi longitudinali, che consentano di chiarire se i deficit di ToM precedano l’esordio, costituendo un marcatore di vulnerabilità allo sviluppo di psicopatologia, o siano, piuttosto, dipendenti da quest’ultima e moderati dalla gravità dei sintomi. Giungere ad una maggiore comprensione del nesso tra psicopatologia e deficit di ToM consentirebbe di mettere in campo interventi preventivi e terapeutici precoci, migliorando la funzionalità sociale e la qualità di vita dei pazienti.

Teoria della mente come dimensione psicopatologica

ZANOLLA, SILVIA
2023/2024

Abstract

Introduction: In recent decades, the reliability of traditional categorical diagnostic systems (DSM-ICD) has been strongly questioned by converging evidence, that highlights how the significant heterogeneity within the same disorder and the high rate of comorbidity, make traditional diagnostic labels inconsistent and often of limited use for prognosis and treatment. The Research Domain Criteria (RDoC) and the Hierarchical Taxonomy of Psychopathology (HiTOP) represent the two main dimensional approaches aimed at overcoming the limitations of diagnostic classification systems. They consider mental disorders as dysregulations or dysfunctions of certain basic systems, including those responsible for social processes (attachment/affiliation systems, empathy, Theory of Mind). In line with the dimensional approach, this exploratory study aimed to investigate whether patients with psychopathology exhibit deficits in Theory of Mind (ToM) across diagnostic categories to a greater extent than the general population. Method: A clinical group – composed of outpatients and inpatients from the psychiatric wards (SPDC) of the city of Padua – was compared with a control group composed of healthy subjects with no history of psychiatric disorders. All participants completed several self-report questionnaires (SCL-58, DERS-36, and EQ-15) and were asked to perform a computer task (SET), which allows for the discrimination between cognitive Theory of Mind (cToM) and affective Theory of Mind (aToM). Results: The results highlight that subjects in the clinical group show greater difficulties in emotional regulation and significantly lower scores compared to controls in tasks measuring empathy, both affective and cognitive ToM abilities. Discussion: The research suggests a transdiagnostic impairment of ToM in patients with psychopathology and encourages further longitudinal studies to clarify whether ToM deficits precede the onset, constituting a marker of vulnerability to the development of psychopathology, or whether they are dependent on it and moderated by symptom severity. Achieving a better understanding of the link between psychopathology and ToM deficits could enable early preventive and therapeutic interventions, improving patients' social functioning and quality of life.
2023
Theory of Mind as a psychopathological dimension
Introduzione: Negli ultimi decenni, l’affidabilità dei tradizionali sistemi diagnostici categoriali (DSM-ICD) è stata fortemente messa in discussione da prove convergenti, che evidenziano come la grande eterogeneità presente all’interno di uno stesso disturbo e l’elevato tasso di comorbilità, rendano le tradizionali etichette diagnostiche poco coerenti e, spesso, di scarsa utilità per la prognosi e il trattamento. I Research domain criteria (RDoC) e la Hierarchical Taxonomy of Psychopathology (HiTOP) rappresentano i due principali approcci dimensionali, orientati a superare i limiti dei sistemi di classificazione diagnostica, considerando i disturbi mentali come disregolazioni o disfunzioni di alcuni sistemi di base, tra cui quelli deputati ai processi sociali (sistemi di attaccamento/affiliazione, empatia, Teoria della Mente). In linea con l’approccio dimensionale, questo studio esplorativo si è proposto di indagare se pazienti affetti da psicopatologia presentino deficit di Teoria della Mente (ToM), trasversalmente alle categorie diagnostiche, in misura maggiore rispetto alla popolazione generale. Metodo: È stato confrontato un gruppo clinico – costituito da pazienti ambulatoriali e ricoverati presso gli SPDC della città di Padova – e un gruppo di controllo costituito da soggetti sani, senza una storia di patologie psichiatriche pregresse. A tutti i partecipanti sono stati somministrati alcuni questionari self-report (SCL-58, DERS-36 e EQ-15) ed è stato chiesto di svolgere un compito a computer (SET), che consente di discriminare tra Teoria della Mente cognitiva (cToM) ed emotiva (aToM). Risultati: I risultati mettono in luce che i soggetti appartenenti al gruppo clinico mostrano maggiori difficoltà nella regolazione emotiva e punteggi significativamente inferiori, rispetto ai controlli, nelle prove volte a misurare l’empatia e le capacità di ToM, sia affettiva che cognitiva. Discussione: La ricerca suggerisce una compromissione della ToM, a livello transdiagnostico, nei pazienti affetti da psicopatologia e incoraggia ulteriori studi longitudinali, che consentano di chiarire se i deficit di ToM precedano l’esordio, costituendo un marcatore di vulnerabilità allo sviluppo di psicopatologia, o siano, piuttosto, dipendenti da quest’ultima e moderati dalla gravità dei sintomi. Giungere ad una maggiore comprensione del nesso tra psicopatologia e deficit di ToM consentirebbe di mettere in campo interventi preventivi e terapeutici precoci, migliorando la funzionalità sociale e la qualità di vita dei pazienti.
Teoria della mente
dimensione
psicopatologica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/75335