La malattia mentale, sebbene invisibile, rappresenta oggi una sfida per milioni di persone, le quali si trovano a fronteggiare non solo sintomi e disabilità, ma anche lo stigma, percepito come una sorta di “seconda malattia” che persiste nel tempo, spesso anche quando il disturbo mentale è stato superato (Carozza, 2021). Lo stigma associato ai disturbi mentali può essere definito come un insieme di credenze negative, pregiudizi e discriminazioni che influenzano la percezione e il trattamento delle persone affette da tali patologie. La presente tesi ha indagato il fenomeno dello stigma come descritto nella letteratura, con particolare attenzione a come esso è interiorizzato dalle persone affette da disturbi psichiatrici e quali sono le conseguenze di tale pregiudizio rispetto sia alla richiesta di aiuto, sia al percorso riabilitativo. Nel Capitolo I sono state esplorate le definizioni di malattia mentale e salute mentale, attraverso un confronto dei diversi modelli interpretativi, riflettendo sull' evoluzione del concetto di salute, dal modello bio-medico, al modello bio-psico-sociale. Dopodiché, si è analizzato il fenomeno dello stigma nelle sue tre principali forme: strutturale, pubblico e interiorizzato, discutendone gli effetti e presentando strategie concrete per contrastarlo. In particolare, sono stati proposti spunti per migliorare le pratiche educative, divulgative e riabilitative, al fine di implementare la qualità di vita delle persone affette da tali disturbi, promuovendone un ambiente più inclusivo e accogliente. Il Capitolo II descrive il disegno di ricerca. Sono state scelte alcune realtà riabilitative del Veneto e una del Trentino-Alto Adige ed è stato chiesto ad alcune persone che vivono in queste comunità terapeutiche di compilare il test CD-Risc, una delle scale maggiormente utilizzate per studiare la resilienza, e la scala che misura la Self-Compassion. Nel Capitolo III, sono presentati i risultati raccolti. Nel Capitolo IV è presentata la realtà dell' associazione Il Cerchio Fareassieme di Trento, dove è stato svolto un tirocinio elettivo, e poi discussi i risultati dei questionari, esaminando l’effetto positivo di approcci riabilitativi orientati alla recovery. Il Capitolo V presenta le conclusioni dello studio, fornendo una sintesi dei principali risultati e sottolineando l' importanza di un approccio integrato e multidisciplinare. In tale prospettiva, emerge con chiarezza il ruolo fondamentale dell' educatore professionale nel promuovere il benessere psicosociale delle persone affette da disturbi psichici.
Resilienza e autocompassione come fattori protettivi contro lo stigma legato ai disturbi mentali
SCAPINI, EMILY
2023/2024
Abstract
La malattia mentale, sebbene invisibile, rappresenta oggi una sfida per milioni di persone, le quali si trovano a fronteggiare non solo sintomi e disabilità, ma anche lo stigma, percepito come una sorta di “seconda malattia” che persiste nel tempo, spesso anche quando il disturbo mentale è stato superato (Carozza, 2021). Lo stigma associato ai disturbi mentali può essere definito come un insieme di credenze negative, pregiudizi e discriminazioni che influenzano la percezione e il trattamento delle persone affette da tali patologie. La presente tesi ha indagato il fenomeno dello stigma come descritto nella letteratura, con particolare attenzione a come esso è interiorizzato dalle persone affette da disturbi psichiatrici e quali sono le conseguenze di tale pregiudizio rispetto sia alla richiesta di aiuto, sia al percorso riabilitativo. Nel Capitolo I sono state esplorate le definizioni di malattia mentale e salute mentale, attraverso un confronto dei diversi modelli interpretativi, riflettendo sull' evoluzione del concetto di salute, dal modello bio-medico, al modello bio-psico-sociale. Dopodiché, si è analizzato il fenomeno dello stigma nelle sue tre principali forme: strutturale, pubblico e interiorizzato, discutendone gli effetti e presentando strategie concrete per contrastarlo. In particolare, sono stati proposti spunti per migliorare le pratiche educative, divulgative e riabilitative, al fine di implementare la qualità di vita delle persone affette da tali disturbi, promuovendone un ambiente più inclusivo e accogliente. Il Capitolo II descrive il disegno di ricerca. Sono state scelte alcune realtà riabilitative del Veneto e una del Trentino-Alto Adige ed è stato chiesto ad alcune persone che vivono in queste comunità terapeutiche di compilare il test CD-Risc, una delle scale maggiormente utilizzate per studiare la resilienza, e la scala che misura la Self-Compassion. Nel Capitolo III, sono presentati i risultati raccolti. Nel Capitolo IV è presentata la realtà dell' associazione Il Cerchio Fareassieme di Trento, dove è stato svolto un tirocinio elettivo, e poi discussi i risultati dei questionari, esaminando l’effetto positivo di approcci riabilitativi orientati alla recovery. Il Capitolo V presenta le conclusioni dello studio, fornendo una sintesi dei principali risultati e sottolineando l' importanza di un approccio integrato e multidisciplinare. In tale prospettiva, emerge con chiarezza il ruolo fondamentale dell' educatore professionale nel promuovere il benessere psicosociale delle persone affette da disturbi psichici.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/77036