I intend to investigate the relationship between philosophy and time (the latter understood as 'its' time therefore as the social context in which it is immersed, but also as the time that philosophical practice requires): Does the accelerated time of today's society correspond to an acceleration in thinking, and therefore in doing philosophy? Is philosophy (the doing-studying of philosophy) affected by the imposed social time? Does philosophy adapt to external time, does it allow itself to be absorbed by it? Does philosophy find itself fragmented, or can it be a remedy? On the one hand, the time required for philosophical practice is inevitably disrupted by social time, on the other hand, philosophy maintains its solidity and presents itself as a thought that allows it to cut through the uniformity, the levelling out dictated by the temporal regime that has been imposed. In this way, philosophy not only cuts through this levelled state, but also the belief that this temporal regime is merely a random disturbance, and thus cuts through its 'invisibility', ergo, the depoliticised and unquestioned being of the temporal regime. The work from which this question raises is H. Rosa's Acceleration and Alienation, whose thesis is that in order to examine the quality of life, it is necessary to observe its underlying temporal structures, in particular Rosa wants to show that the category of 'acceleration' underlies any critique of post-modern structures. It is understood that this thesis is a sociological assumption, from which I will derive the conceptual basis that explains the problem of time, and then convert it into the philosophical question mentioned above (philosophy as a remedy).

Intendo indagare il rapporto tra la filosofia e il tempo (quest’ultimo inteso come il “suo” tempo quindi come contesto sociale in cui è immersa, ma anche come il tempo che necessita la pratica filosofica): Al tempo accelerato della società odierna corrisponde una velocizzazione nel pensiero, e quindi nel fare filosofia? La filosofia (il fare-studiare la filosofia) viene toccata dal tempo sociale imposto? La filosofia si adegua al tempo esterno, si lascia assorbire da esso? La filosofia si trova frammentata, oppure può essere un rimedio? Da un lato, il tempo che richiede la pratica filosofica viene inevitabilmente turbato dal tempo sociale, dall’altro lato la filosofia mantiene la sua solidità e si propone come un pensiero che permette di tagliare l’uniformità, l’appiattimento dettati dal regime temporale che si è imposto. In questo modo la filosofia non taglia solamente questo stato di livellamento, ma anche la credenza per cui si pensa che questo regime temporale sia soltanto un perturbamento casuale, e dunque taglia la sua “invisibilità”, ergo, l’essere depoliticizzato e indiscusso del regime temporale. L’opera da cui muove tale interrogativo è Accelerazione e alienazione di H. Rosa, la cui tesi è che per esaminare la qualità della vita occorre osservarne le strutture temporali che soggiacciono, in particolare Rosa vuole dimostrare che la categoria dell’”accelerazione” sottende a qualsiasi critica delle strutture post-moderne. Si comprende che questa tesi è un presupposto sociologico, da cui trarrò la base concettuale che spiega il problema del tempo, per poi convertirla nella questione filosofica di cui sopra (filosofia come rimedio).

L'accelerazione del tempo: per una filosofia della de-concidenza.

CALABRESE, CHIARA
2023/2024

Abstract

I intend to investigate the relationship between philosophy and time (the latter understood as 'its' time therefore as the social context in which it is immersed, but also as the time that philosophical practice requires): Does the accelerated time of today's society correspond to an acceleration in thinking, and therefore in doing philosophy? Is philosophy (the doing-studying of philosophy) affected by the imposed social time? Does philosophy adapt to external time, does it allow itself to be absorbed by it? Does philosophy find itself fragmented, or can it be a remedy? On the one hand, the time required for philosophical practice is inevitably disrupted by social time, on the other hand, philosophy maintains its solidity and presents itself as a thought that allows it to cut through the uniformity, the levelling out dictated by the temporal regime that has been imposed. In this way, philosophy not only cuts through this levelled state, but also the belief that this temporal regime is merely a random disturbance, and thus cuts through its 'invisibility', ergo, the depoliticised and unquestioned being of the temporal regime. The work from which this question raises is H. Rosa's Acceleration and Alienation, whose thesis is that in order to examine the quality of life, it is necessary to observe its underlying temporal structures, in particular Rosa wants to show that the category of 'acceleration' underlies any critique of post-modern structures. It is understood that this thesis is a sociological assumption, from which I will derive the conceptual basis that explains the problem of time, and then convert it into the philosophical question mentioned above (philosophy as a remedy).
2023
The acceleration of time: towards a philosophy of de-coincidence.
Intendo indagare il rapporto tra la filosofia e il tempo (quest’ultimo inteso come il “suo” tempo quindi come contesto sociale in cui è immersa, ma anche come il tempo che necessita la pratica filosofica): Al tempo accelerato della società odierna corrisponde una velocizzazione nel pensiero, e quindi nel fare filosofia? La filosofia (il fare-studiare la filosofia) viene toccata dal tempo sociale imposto? La filosofia si adegua al tempo esterno, si lascia assorbire da esso? La filosofia si trova frammentata, oppure può essere un rimedio? Da un lato, il tempo che richiede la pratica filosofica viene inevitabilmente turbato dal tempo sociale, dall’altro lato la filosofia mantiene la sua solidità e si propone come un pensiero che permette di tagliare l’uniformità, l’appiattimento dettati dal regime temporale che si è imposto. In questo modo la filosofia non taglia solamente questo stato di livellamento, ma anche la credenza per cui si pensa che questo regime temporale sia soltanto un perturbamento casuale, e dunque taglia la sua “invisibilità”, ergo, l’essere depoliticizzato e indiscusso del regime temporale. L’opera da cui muove tale interrogativo è Accelerazione e alienazione di H. Rosa, la cui tesi è che per esaminare la qualità della vita occorre osservarne le strutture temporali che soggiacciono, in particolare Rosa vuole dimostrare che la categoria dell’”accelerazione” sottende a qualsiasi critica delle strutture post-moderne. Si comprende che questa tesi è un presupposto sociologico, da cui trarrò la base concettuale che spiega il problema del tempo, per poi convertirla nella questione filosofica di cui sopra (filosofia come rimedio).
De-coincidenza
Tempo accelerato
Teoria critica
Neoliberismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/79211