L’elaborato si apre con una riflessione sulla problematica del c.d. “lavoro povero” e sulla crisi della rappresentatività sindacale in Italia. Vengono esaminati i principi di proporzionalità e sufficienza della retribuzione costituzionalmente garantiti e viene richiamata l’attenzione sul ruolo che essa assume, non solo quale principale controprestazione di cui il lavoratore è beneficiario, ma soprattutto sotto l’aspetto sociale. Viene posta in rilievo l’efficacia precettiva dell’art. 36 della Costituzione., il suo rapporto con l’art. 39 della Costituzione seconda parte (rimasto inattuato) e l’ampio potere discrezionale concesso al giudice ex art. 2099 c.c. secondo comma. Analizzando la Direttiva 2022/2041/UE, viene sottolineato l’intento del legislatore europeo di promuovere la contrattazione collettiva per la determinazione dei salari. Peculiare è il caso dell’Italia che, pur avendo il tasso di copertura contrattuale più alto tra i Paesi membri, presenta un tasso di crescita salariale tra i più bassi d’Europa. Dall’esame dei più recenti orientamenti giurisprudenziali – in particolare delle sei sentenze della Corte di cassazione dell’ottobre 2023 – è lecito chiedersi quale “peso” abbiano oggi i sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale. Viene alla luce, inoltre, una forte esigenza: la riaffermazione dei diritti costituzionali all’interno della dinamica contrattuale.
Il salario minimo adeguato: l'impatto della Direttiva 2022/2041/UE e i più recenti orientamenti giurisprudenziali
LORENZIN, ALESSANDRO
2023/2024
Abstract
L’elaborato si apre con una riflessione sulla problematica del c.d. “lavoro povero” e sulla crisi della rappresentatività sindacale in Italia. Vengono esaminati i principi di proporzionalità e sufficienza della retribuzione costituzionalmente garantiti e viene richiamata l’attenzione sul ruolo che essa assume, non solo quale principale controprestazione di cui il lavoratore è beneficiario, ma soprattutto sotto l’aspetto sociale. Viene posta in rilievo l’efficacia precettiva dell’art. 36 della Costituzione., il suo rapporto con l’art. 39 della Costituzione seconda parte (rimasto inattuato) e l’ampio potere discrezionale concesso al giudice ex art. 2099 c.c. secondo comma. Analizzando la Direttiva 2022/2041/UE, viene sottolineato l’intento del legislatore europeo di promuovere la contrattazione collettiva per la determinazione dei salari. Peculiare è il caso dell’Italia che, pur avendo il tasso di copertura contrattuale più alto tra i Paesi membri, presenta un tasso di crescita salariale tra i più bassi d’Europa. Dall’esame dei più recenti orientamenti giurisprudenziali – in particolare delle sei sentenze della Corte di cassazione dell’ottobre 2023 – è lecito chiedersi quale “peso” abbiano oggi i sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale. Viene alla luce, inoltre, una forte esigenza: la riaffermazione dei diritti costituzionali all’interno della dinamica contrattuale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/79926