Teleriabilitazione e riabilitazione tradizionale a confronto: una revisione della letteratura e formulazione di un protocollo di presa in carico con teleriabilitazione di pazienti operati di protesi d'anca

Background: Osteoarthritis is one of the problems most commonly encountered nowadays in those who enter the so-called old age phase. The joint replacement operation using a prosthesis is able to alleviate the pain caused by the pathology, but has no effect on the relative functional limitations due to a hypotono-trophism of the general musculature of the district, to an altered proprioception and to analgesic compensations established over time. For this reason, a timely and appropriate rehabilitation approach is necessary for the type of patient, with a view to obtaining a complete recovery of autonomy. To deal with what is nowadays defined as a health emergency, caused by a growing demand for therapeutic assistance, it is necessary to find a different, more economical and efficient rehabilitation methodology. The solution could lie in the application of telerehabilitation. Objective: The objective of the following study is to analyze the effectiveness of telerehabilitation compared to traditional rehabilitation in terms of better functional and psychological outcomes in patients undergoing hip arthroplasty. Study design: Systematic review according to the "PRISMA 2020 checklist" of Randomized and Non-Randomised Clinical Studies comparing telerehabilitation treatment with traditional methodology in patients undergoing hip arthroplasty. Materials and methods: This study was developed following research carried out on scientific computer databases, such as PubMed, BioMedCentral and ScienceDirect and is further supported by information collected on the web and presented by the Veneto Region and the Ministry of Health, Economy and of Finance, University and Research and Technological Innovation and Digital Transition. Finally, data were taken during a conference held by the Veneto Territorial Section of AIFI, which hosted telerehabilitation as its main theme, useful for the general framework of the thesis. Results: The review included a total of 4 studies, of which 1 on pre-hip arthroplasty telerehabilitation and 3 on post-hip arthroplasty telerehabilitation. The articles examined provide the first experimental data favorable to the application of telematics, especially regarding the use of wearable sensors and training supported by videos with the related explanations of the exercises. Positive long-term effects (6 months) were found in motor skills (such as district functionality, average step speed and quality of ADL) and on cognitive factors (such as self-efficacy and post-stress anxiety and depression values). Intervention). The reported results cannot be generalized and considered definitive as the study samples are small, the outcomes and assessment scales selected are heterogeneous and there is the possibility of a possible risk of bias. Conclusions: Despite the scarcity of the samples analyzed, the results drawn from the four articles on telerehabilitation in patients undergoing hip arthroplasty are encouraging. In future studies, it will be important to delve deeper into the effectiveness of telerehabilitation in all its aspects, also considering variants such as different sample types, use of artificial intelligence and virtual reality, and using additional scales for measuring motor outcomes (such as the 2/6MWT, the Tinetti scale, the Sit to Stand and the 10 meter walk test).

Background: l’artrosi è una delle problematiche maggiormente riscontrate al giorno d’oggi in coloro che subentrano nella cosiddetta fase della vecchiaia. L’intervento di sostituzione dell’articolazione tramite protesi è in grado di alleviare i dolori causati dalla patologia, ma non ha effetto sulle relative limitazioni funzionali dovute ad un ipotono-trofismo della muscolatura generale del distretto, ad un’alterata propriocezione e a compensi antalgici instauratisi nel tempo. Per questo è infatti necessario un approccio riabilitativo tempestivo e adeguato alla tipologia di paziente, in ottica di ottenere un recupero completo delle autonomie. Per far fronte a quella che oggigiorno viene definita un’emergenza sanitaria, causata da una crescente domanda di assistenza terapeutica, risulta necessario trovare una metodologia di riabilitazione differente, più economica ed efficiente. La soluzione potrebbe trovarsi nell’applicazione della teleriabilitazione. Obiettivo: L’obiettivo del seguente studio è analizzare l’efficacia della teleriabilitazione rispetto alla riabilitazione tradizionale in termini di migliori outcome funzionali e psicologici in pazienti sottoposti ad artroprotesi d’anca. Disegno dello studio: Revisione sistematica secondo “checklist PRISMA 2020” di Studi Clinici Randomizzati e Non Randomizzati che confrontano il trattamento di teleriabilitazione con la metodologia tradizionale in pazienti operati di artroprotesi d’anca. Materiali e metodi: Questo studio si sviluppa in seguito ad una ricerca effettuata su banche dati scientifiche informatiche, quali PubMed, BioMedCentral e ScienceDirect ed è ulteriormente supportato da informazioni raccolte sul web e presentate dalla Regione Veneto e dal Ministero della Salute, dell’Economia e della Finanza, dell’Università e della Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale. Infine, sono stati presi dati durante un convegno tenuto dalla Sezione Territoriale del Veneto di AIFI, il quale ospitava come tema principale la teleriabilitazione, utili per l’intelaiatura generale della tesi. Risultati: La revisione ha incluso un totale di 4 studi, di cui 1 sulla teleriabilitazione pre-intervento di artroprotesi d’anca e 3 sulla teleriabilitazione post-intervento di artroprotesi d’anca. Tra la modalità telematica e quella tradizionale non sembra esserci una differenza netta in termini di migliori outcome motorio-psicologici a breve, medio e lungo termine. Gli studi analizzati mostrano, complessivamente, risultati positivi a favore della teleriabilitazione nel recupero della funzionalità fisica, con minore rigidità all’anca e aumentata velocità del passo, dell’autonomia nelle ADL e del benessere psicologico (ansia e depressione ridotte). I risultati riportati non possono essere generalizzati e considerati definitivi in quanto i campioni degli studi sono ridotti, gli outcome e le scale valutative selezionate sono eterogenee e c’è possibilità di un eventuale rischio di bias. Conclusioni: Nonostante la scarsità dei campioni analizzati, i risultati tratti dai quattro articoli sulla teleriabilitazione nei pazienti sottoposti ad artroprotesi d’anca sono incoraggianti. Nei prossimi studi sarà importante approfondire l’efficacia della teleriabilitazione sotto tutti i suoi aspetti, considerando anche varianti come tipologie diverse di campione, utilizzo di intelligenza artificiale e realtà virtuale e adoperando ulteriori scale di misurazione degli outcome motori (come il 2/6MWT, la scala Tinetti, il Sit to Stand e il test di camminata dei 10 metri).