The present work aims to analyze the concept of the "evil of existing", according to the philosophical thought of Rachel Bespaloff, a scholar of Ukrainian origin who lived during the twentieth century. Like other scholars, such as Hannah Arendt, Simone Weil, and Edith Stein, Bespaloff has proposed her own view on this concept. By following the biography and texts of the philosopher, we are able to understand how certain ideas matured during those difficult moments that she had to face. From her perpetual exile, lived between France and the United States, Rachel was able to experience firsthand the difficulties related to human existence. Changes never come without pain, they bring with them a tragic part as shown by war, whose action seems to be necessary for change. The responsibility for change is like a weight, a tightrope that makes us sink into an endless bottom. Our scholar, in the evil of existing, saw not only a subjective dimension, but something deeper also linked to her belonging to Jewish culture, of which she herself always felt an integral part. In his last incomplete essay, entitled "The Instant and Freedom", Bespaloff compared great thinkers such as Augustine, Montaigne and Rousseau, all three of whom were busy dealing with the problems of their time.

Il presente lavoro ha come obiettivo l’analisi del concetto del “male di esistere”, secondo il pensiero filosofico di Rachel Bespaloff, studiosa di origini ucraine vissuta nel corso del Novecento. Al pari di altre studiose, quali Hannah Arendt, Simone Weil e Edith Stein, la Bespaloff ha proposto una propria visione su tale concetto. Seguendo la biografia ed i testi della filosofa, siamo in grado di capire come determinate idee siano maturate nel corso di quei difficili momenti che ella dovette affrontare. Dal perenne esilio, vissuto tra la Francia e gli Stati Uniti, Rachel poté sperimentare in prima persona le difficoltà legate all’esistenza umana. I cambiamenti non avvengono mai senza dolore, portano con se una parte tragica come dimostra la guerra, la cui azione sembra essere necessaria per il mutamento. La responsabilità del cambiamento è come un peso, una corda tesa che ci fa sprofondare in un fondo senza fine. La nostra studiosa, nel male di esistere, ha visto, non solo una dimensione soggettiva, ma qualcosa di più profondo legato anche alla propria appartenenza alla cultura ebraica, di cui lei stessa si sentì sempre parte integrante. Nel suo ultimo saggio incompleto, intitolato ‹‹L’istante e la libertà››, Bespaloff mise a confronto grandi pensatori quali Agostino, Montaigne e Rousseau, tutti e tre impegnati a fare i conti con i problemi del proprio tempo.

Rachel Bespaloff e "il male di esistere"

TIOZZO CAENAZZO, MARIA TERESA
2024/2025

Abstract

The present work aims to analyze the concept of the "evil of existing", according to the philosophical thought of Rachel Bespaloff, a scholar of Ukrainian origin who lived during the twentieth century. Like other scholars, such as Hannah Arendt, Simone Weil, and Edith Stein, Bespaloff has proposed her own view on this concept. By following the biography and texts of the philosopher, we are able to understand how certain ideas matured during those difficult moments that she had to face. From her perpetual exile, lived between France and the United States, Rachel was able to experience firsthand the difficulties related to human existence. Changes never come without pain, they bring with them a tragic part as shown by war, whose action seems to be necessary for change. The responsibility for change is like a weight, a tightrope that makes us sink into an endless bottom. Our scholar, in the evil of existing, saw not only a subjective dimension, but something deeper also linked to her belonging to Jewish culture, of which she herself always felt an integral part. In his last incomplete essay, entitled "The Instant and Freedom", Bespaloff compared great thinkers such as Augustine, Montaigne and Rousseau, all three of whom were busy dealing with the problems of their time.
2024
Rachel Bespaloff and "the evil of existing"
Il presente lavoro ha come obiettivo l’analisi del concetto del “male di esistere”, secondo il pensiero filosofico di Rachel Bespaloff, studiosa di origini ucraine vissuta nel corso del Novecento. Al pari di altre studiose, quali Hannah Arendt, Simone Weil e Edith Stein, la Bespaloff ha proposto una propria visione su tale concetto. Seguendo la biografia ed i testi della filosofa, siamo in grado di capire come determinate idee siano maturate nel corso di quei difficili momenti che ella dovette affrontare. Dal perenne esilio, vissuto tra la Francia e gli Stati Uniti, Rachel poté sperimentare in prima persona le difficoltà legate all’esistenza umana. I cambiamenti non avvengono mai senza dolore, portano con se una parte tragica come dimostra la guerra, la cui azione sembra essere necessaria per il mutamento. La responsabilità del cambiamento è come un peso, una corda tesa che ci fa sprofondare in un fondo senza fine. La nostra studiosa, nel male di esistere, ha visto, non solo una dimensione soggettiva, ma qualcosa di più profondo legato anche alla propria appartenenza alla cultura ebraica, di cui lei stessa si sentì sempre parte integrante. Nel suo ultimo saggio incompleto, intitolato ‹‹L’istante e la libertà››, Bespaloff mise a confronto grandi pensatori quali Agostino, Montaigne e Rousseau, tutti e tre impegnati a fare i conti con i problemi del proprio tempo.
il male di esistere
the evil of existing
Rachel Bespaloff
Michel de Montaigne
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/83369