Revisione sistematica della letteratura di interventi di counseling e di educazione nutrizionale nei pazienti ospedalizzati a rischio nutrizionale: il dietista in collaborazione con il personale infermieristico

Introduzione: Un’elevata prevalenza di malnutrizione ed il peggioramento dello stato nutrizionale durante la degenza sono realtà diffuse nei setting clinici. Nel paziente ospedalizzato a basso/medio rischio nutrizionale tra i possibili interventi compaiono il counseling e l’educazione nutrizionale promossi dal personale infermieristico in sinergia con figure quali il dietista, spesso presente in numero limitato nei contesti clinici. Una revisione sistematica della letteratura in merito si rende necessaria al fine di valutarne l’impatto su outcomes correlati allo stato nutrizionale. Metodi: È stata condotta una revisione della letteratura tramite ricerca sui databases digitali PubMed, Cochrane e Cinahl (1/1/2004-1/5/2024), in conformità alle indicazioni PRISMA 2020 Statement. La selezione degli studi è stata condotta secondo il modello PICOS ed il risk of bias calcolato attraverso i NIH Quality Assessment Tools. Risultati: Dei 4074 studi analizzati 12 sono stati inclusi nella revisione. N.3 hanno valutato interventi di counseling comprensivi di educazione alimentare. N.9 studi, pur non trattando specificatamente di counseling infermieristico, prevedevano interventi motivazionali o di educazione nutrizionale, promossi talvolta da un team multidisciplinare. Si è valutato ruolo e impatto del dietista negli interventi considerati. Gli outcomes considerati riguardavano stato nutrizionale, composizione corporea, introiti alimentari, parametri antropometrici, esami biochimici, lunghezza della degenza, complicanze mediche, riammissione in ospedale e mortalità. Conclusione: L’impiego di questi interventi comporta un generale miglioramento degli outcomes rilevati. Saranno necessari ulteriori studi in merito, focalizzati maggiormente sulla figura dell’infermiere e su un intervento di counseling, al fine di definire più nello specifico l’impatto che questo può avere sullo stato nutrizionale del paziente