Nella presente tesi vengono trattate argomentazioni inerenti alla vulnerabilità familiare, all’intervento sui minori allontanati dal loro nucleo familiare e vengono analizzate le possibili strategie d’intervento e di supporto alle famiglie fragili. Il primo capitolo illustra il disegno di ricerca bibliografica, in cui si descrive la modalità di raccolta delle informazioni e i motori di ricerca consultati per la stesura della tesi. Si sottolinea l’importanza di impiegare un approccio rigoroso per comprendere come avvengono le dinamiche all’interno dei contesti familiari fragili per individuare le strategie più efficaci per intervenire. Il secondo capitolo introduce il concetto di genitorialità e le sue caratteristiche, approfondendo il significato di vulnerabilità familiare, argomento che richiede ricerca, prevenzione e intervento. Essa viene definita come fattore predisponente, che incide sulla capacità del genitore nel rispondere ai bisogni educativi e di sviluppo del minore. Si prendono in considerazione le cause principali che innescano l’insorgenza di questa situazione di fragilità quali il disagio psicosociale, le difficoltà economiche ed i contesti familiari problematici, mettendo al centro le conseguenze che ne derivano. L’esposizione a violenza, abuso, negligenza e altre forme di maltrattamento comportano lo sviluppo di un trauma fisico e psichico che limita e rallenta il normale sviluppo evolutivo dell’individuo. Il terzo capitolo analizza la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, descrivendo la sua normativa. Viene inoltre delineata la Legge n°184 del 1983, che determina il diritto del minore ad una famiglia e prevede l’allontanamento temporaneo o definitivo in caso di incapacità genitoriale. Il quarto capitolo affronta la Legge 328/2000, nota come “La legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato dei servizi e strutture sociali”, in cui viene citato il Nomenclatore interregionale, utile per la mappatura dei servizi e delle strutture sociali e si dà particolare attenzione ai requisiti dei servizi e delle strutture residenziali per minori. Si descrivono la Comunità familiare per minori e quella socioeducativa (comunità di pronta accoglienza, comunità di tipo familiare o casa-famiglia, comunità educativa residenziale), evidenziando l’importanza del coinvolgimento del minore e della famiglia nella fase di accoglienza. Il quinto capitolo definisce la Comunità per Minori e i soggetti coinvolti nella stesura del Progetto Quadro. Viene delineato il ruolo dell’educatore professionale nella comunità, che possiede competenze teoriche, pratiche ed educative, necessarie per la pianificazione del Progetto Educativo Individualizzato (PEI). L’educatore deve possedere anche una competenza relazionale e comunicativa, fondamentale per instaurare un rapporto positivo con il minore e definire la relazione educativa, strumento indispensabile per l’educatore. La capacità relazionale e di cura dell’educatore favorisce il benessere e l’integrazione del minore all’interno dell’ambiente comunitario. In conclusione, viene proposta una riflessione sull’importanza delle politiche a sostegno alla genitorialità e sul rafforzamento delle competenze necessarie al crescere un minore in un contesto adeguato; inoltre, su come si possa prevenire l’allontanamento del minore dalla famiglia. Infine, si sottolinea che l’educatore professionale ricopre un ruolo essenziale nel progetto d’intervento, nel benessere del minore e della sua famiglia, proponendosi come sostegno sia al bambino che alla nuova famiglia nella costruzione di legami solidi e duraturi.
La vulnerabilità familiare e il processo di tutela del minore. Il ruolo dell' educatore professionale all' interno delle comunità per minori: progettazione e costruzione della relazione educativa
SAVARESE, MILAN
2023/2024
Abstract
Nella presente tesi vengono trattate argomentazioni inerenti alla vulnerabilità familiare, all’intervento sui minori allontanati dal loro nucleo familiare e vengono analizzate le possibili strategie d’intervento e di supporto alle famiglie fragili. Il primo capitolo illustra il disegno di ricerca bibliografica, in cui si descrive la modalità di raccolta delle informazioni e i motori di ricerca consultati per la stesura della tesi. Si sottolinea l’importanza di impiegare un approccio rigoroso per comprendere come avvengono le dinamiche all’interno dei contesti familiari fragili per individuare le strategie più efficaci per intervenire. Il secondo capitolo introduce il concetto di genitorialità e le sue caratteristiche, approfondendo il significato di vulnerabilità familiare, argomento che richiede ricerca, prevenzione e intervento. Essa viene definita come fattore predisponente, che incide sulla capacità del genitore nel rispondere ai bisogni educativi e di sviluppo del minore. Si prendono in considerazione le cause principali che innescano l’insorgenza di questa situazione di fragilità quali il disagio psicosociale, le difficoltà economiche ed i contesti familiari problematici, mettendo al centro le conseguenze che ne derivano. L’esposizione a violenza, abuso, negligenza e altre forme di maltrattamento comportano lo sviluppo di un trauma fisico e psichico che limita e rallenta il normale sviluppo evolutivo dell’individuo. Il terzo capitolo analizza la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, descrivendo la sua normativa. Viene inoltre delineata la Legge n°184 del 1983, che determina il diritto del minore ad una famiglia e prevede l’allontanamento temporaneo o definitivo in caso di incapacità genitoriale. Il quarto capitolo affronta la Legge 328/2000, nota come “La legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato dei servizi e strutture sociali”, in cui viene citato il Nomenclatore interregionale, utile per la mappatura dei servizi e delle strutture sociali e si dà particolare attenzione ai requisiti dei servizi e delle strutture residenziali per minori. Si descrivono la Comunità familiare per minori e quella socioeducativa (comunità di pronta accoglienza, comunità di tipo familiare o casa-famiglia, comunità educativa residenziale), evidenziando l’importanza del coinvolgimento del minore e della famiglia nella fase di accoglienza. Il quinto capitolo definisce la Comunità per Minori e i soggetti coinvolti nella stesura del Progetto Quadro. Viene delineato il ruolo dell’educatore professionale nella comunità, che possiede competenze teoriche, pratiche ed educative, necessarie per la pianificazione del Progetto Educativo Individualizzato (PEI). L’educatore deve possedere anche una competenza relazionale e comunicativa, fondamentale per instaurare un rapporto positivo con il minore e definire la relazione educativa, strumento indispensabile per l’educatore. La capacità relazionale e di cura dell’educatore favorisce il benessere e l’integrazione del minore all’interno dell’ambiente comunitario. In conclusione, viene proposta una riflessione sull’importanza delle politiche a sostegno alla genitorialità e sul rafforzamento delle competenze necessarie al crescere un minore in un contesto adeguato; inoltre, su come si possa prevenire l’allontanamento del minore dalla famiglia. Infine, si sottolinea che l’educatore professionale ricopre un ruolo essenziale nel progetto d’intervento, nel benessere del minore e della sua famiglia, proponendosi come sostegno sia al bambino che alla nuova famiglia nella costruzione di legami solidi e duraturi.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/84746