Il presente studio ha l’obiettivo di illustrare come le emozioni possano influenzare il successo del ricordo legato alla memoria prospettica in soggetti anziani (> 60 anni). Quest’ultima è definita come la memoria del futuro, ovvero la capacità di svolgere intenzioni da realizzare in un momento successivo. Della memoria prospettica è stata distinta la componente propriamente prospettica (ricordare che cosa fare) da quella retrospettiva (ricordare quando e come farlo) e tale distinzione è stata mantenuta anche nell’utilizzo degli strumenti. Nello specifico, sono stati impiegati tre strumenti: l’Addenbrooke’s Cognitive Examination-III (ACE-III) per la valutazione delle funzioni cognitive generali, il Prospective and Retrospective Memory Questionnaire (PMRQ) per l’autovalutazione soggettiva delle due componenti, e il paradigma della Virtual Week, utilizzato come strumento principale. La Virtual Week, simulando attività che ciascuno può vivere nel corso di una settimana di vita quotidiana, permette di manipolare la valenza emotiva degli stimoli, influenzando così la capacità di recuperare le intenzioni. Si ipotizzava nei risultati una conferma del positivity bias: la tendenza che gli anziani hanno a ricordare meglio stimoli salienti positivamente, piuttosto che neutri o negativi.
Effetti della componente emotiva sulla memoria prospettica nell'invecchiamento: uno studio basato sulla Virtual Week
BARLETTA, MANUELA
2024/2025
Abstract
Il presente studio ha l’obiettivo di illustrare come le emozioni possano influenzare il successo del ricordo legato alla memoria prospettica in soggetti anziani (> 60 anni). Quest’ultima è definita come la memoria del futuro, ovvero la capacità di svolgere intenzioni da realizzare in un momento successivo. Della memoria prospettica è stata distinta la componente propriamente prospettica (ricordare che cosa fare) da quella retrospettiva (ricordare quando e come farlo) e tale distinzione è stata mantenuta anche nell’utilizzo degli strumenti. Nello specifico, sono stati impiegati tre strumenti: l’Addenbrooke’s Cognitive Examination-III (ACE-III) per la valutazione delle funzioni cognitive generali, il Prospective and Retrospective Memory Questionnaire (PMRQ) per l’autovalutazione soggettiva delle due componenti, e il paradigma della Virtual Week, utilizzato come strumento principale. La Virtual Week, simulando attività che ciascuno può vivere nel corso di una settimana di vita quotidiana, permette di manipolare la valenza emotiva degli stimoli, influenzando così la capacità di recuperare le intenzioni. Si ipotizzava nei risultati una conferma del positivity bias: la tendenza che gli anziani hanno a ricordare meglio stimoli salienti positivamente, piuttosto che neutri o negativi.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/86545