ABSTRACT Questo studio si propone di indagare più approfonditamente i processi di inibizione automatica e volontaria e l’effetto della Transcranial Magnetic Stimulation (TMS) su di essi attraverso un paradigma che prevede due compiti attentivi: il MILO Task e il GO/NO GO Task. Il MILO Task richiede al partecipante di selezionare con il mouse in ordine crescente otto palline da biliardo numerate da 1 a 8: in metà dei casi la condizione è “vanish”, quindi ciascuna pallina sparisce dopo essere stata selezionata; nell’altra metà dei casi la condizione è “remain”, quindi le palline permangono al loro posto anche dopo essere state selezionate. Questo compito è stato scelto per indagare l’inibizione automatica, in quanto le palline già selezionate nella condizione “remain” vengono inibite: questo processo viene definito “inhibitory tagging”. Il GO/NO GO Task chiede al partecipante di premere la barra spaziatrice quando compare al centro dello schermo un rettangolo verde, e di non premerla quando compare un rettangolo rosso. Questo compito serve ad indagare l’inibizione volontaria, in quanto il partecipante attivamente inibisce la risposta quando compare il rettangolo rosso. I due compiti vanno svolti prima e dopo la stimolazione con TMS. La stimolazione viene somministrata a bassa frequenza (1 Hz) per ottenere un effetto inibitorio e ha una durata di 20 minuti. Le zone scelte per la stimolazione sono tre: la corteccia prefrontale dorsolaterale destra (abbreviato rDLPFc), i campi oculari frontali destri (abbreviato rFEF) e il vertice Cz. La rDLPFc è un’area esecutiva implicata in attenzione e inibizione volontaria; i FEF partecipano all’inibizione volontaria, specialmente nel blocco dei riflessi visuo-motori che porterebbero l’attenzione (e lo sguardo) su uno stimolo non rilevante (“inhibitory tagging”); Cz è un’area scelta come condizione di controllo. L’obiettivo della presente ricerca è quello di acquisire una miglior comprensione del funzionamento delle aree cerebrali deputate all’attenzione visiva spaziale. Ci si aspetta che, in seguito alla stimolazione TMS, i tempi impiegati per completare il MILO task siano maggiori rispetto a quelli registrati previa stimolazione, in particolare i tempi di risposta agli ultimi item della serie nella condizione remain. Questo a causa della riduzione dell’inibizione delle aree cerebrali deputate al riconoscimento delle posizioni occupate dagli stimoli precedentemente selezionati. Allo stesso modo, si prevede che aumentino i Falsi allarmi nel GO/NO GO task, ossia quei trial in cui il partecipante preme erroneamente la barra spaziatrice quando compare un rettangolo rosso. Questo a causa dell’effetto inibitorio della TMS sui processi di inibizione volontaria. In seguito ad analisi statistica dei risultati ottenuti dopo le sessioni sperimentali, è emerso che non risulta esserci significatività nei risultati. In particolare, non è stato trovato alcun effetto causale della stimolazione TMS dei rFEF nell’“inhibitory tagging” o della rDLPFc nell’inibizione volontaria come auspicato.
Effetti della TMS sulla regolazione dell’inibizione automatica e volontaria: un’indagine sui campi oculari frontali e sulla corteccia prefrontale dorsolaterale
ZANELLA, MATTEO
2024/2025
Abstract
ABSTRACT Questo studio si propone di indagare più approfonditamente i processi di inibizione automatica e volontaria e l’effetto della Transcranial Magnetic Stimulation (TMS) su di essi attraverso un paradigma che prevede due compiti attentivi: il MILO Task e il GO/NO GO Task. Il MILO Task richiede al partecipante di selezionare con il mouse in ordine crescente otto palline da biliardo numerate da 1 a 8: in metà dei casi la condizione è “vanish”, quindi ciascuna pallina sparisce dopo essere stata selezionata; nell’altra metà dei casi la condizione è “remain”, quindi le palline permangono al loro posto anche dopo essere state selezionate. Questo compito è stato scelto per indagare l’inibizione automatica, in quanto le palline già selezionate nella condizione “remain” vengono inibite: questo processo viene definito “inhibitory tagging”. Il GO/NO GO Task chiede al partecipante di premere la barra spaziatrice quando compare al centro dello schermo un rettangolo verde, e di non premerla quando compare un rettangolo rosso. Questo compito serve ad indagare l’inibizione volontaria, in quanto il partecipante attivamente inibisce la risposta quando compare il rettangolo rosso. I due compiti vanno svolti prima e dopo la stimolazione con TMS. La stimolazione viene somministrata a bassa frequenza (1 Hz) per ottenere un effetto inibitorio e ha una durata di 20 minuti. Le zone scelte per la stimolazione sono tre: la corteccia prefrontale dorsolaterale destra (abbreviato rDLPFc), i campi oculari frontali destri (abbreviato rFEF) e il vertice Cz. La rDLPFc è un’area esecutiva implicata in attenzione e inibizione volontaria; i FEF partecipano all’inibizione volontaria, specialmente nel blocco dei riflessi visuo-motori che porterebbero l’attenzione (e lo sguardo) su uno stimolo non rilevante (“inhibitory tagging”); Cz è un’area scelta come condizione di controllo. L’obiettivo della presente ricerca è quello di acquisire una miglior comprensione del funzionamento delle aree cerebrali deputate all’attenzione visiva spaziale. Ci si aspetta che, in seguito alla stimolazione TMS, i tempi impiegati per completare il MILO task siano maggiori rispetto a quelli registrati previa stimolazione, in particolare i tempi di risposta agli ultimi item della serie nella condizione remain. Questo a causa della riduzione dell’inibizione delle aree cerebrali deputate al riconoscimento delle posizioni occupate dagli stimoli precedentemente selezionati. Allo stesso modo, si prevede che aumentino i Falsi allarmi nel GO/NO GO task, ossia quei trial in cui il partecipante preme erroneamente la barra spaziatrice quando compare un rettangolo rosso. Questo a causa dell’effetto inibitorio della TMS sui processi di inibizione volontaria. In seguito ad analisi statistica dei risultati ottenuti dopo le sessioni sperimentali, è emerso che non risulta esserci significatività nei risultati. In particolare, non è stato trovato alcun effetto causale della stimolazione TMS dei rFEF nell’“inhibitory tagging” o della rDLPFc nell’inibizione volontaria come auspicato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/86813