L’elaborato in oggetto ha perseguito l’obiettivo di rispondere alla seguente domanda di ricerca: “un intervento incentrato sulla competenza narrativa può contribuire allo sviluppo delle abilità di produzione scritta in alunni di prima primaria?”. In particolare, l’ipotesi che si è cercato di verificare è che sia possibile, mediante l’utilizzo degli albi illustrati come mediatore didattico, migliorare la familiarità dei discenti con il codice scritto, ottenendo un incremento di sviluppo nelle competenze narrative di produzione scritta. La scelta della tematica della ricerca è stata operata tenendo presente che saper leggere e scrivere non possono essere intesi soltanto come saper codificare e decodificare segni grafici, coerentemente con quanto sostenuto da Formisano, Pontecorvo, Zucchermaglio (1986) e Orsolini, Pontecorvo (1991). Studi condotti dalle suddette autrici hanno rilevato come, nelle classi iniziali della scuola primaria italiana oggetto di analisi, la preoccupazione principale delle docenti fosse l’insegnamento-apprendimento del codice, con il rischio di rendere l’apprendimento delle lettere fine anziché mezzo, perdendo la valenza comunicativa che caratterizza qualsiasi forma di linguaggio. La ricerca per esperimento, svolta nell’anno scolastico 2024/2025, è stata condotta mediante il confronto tra due gruppi: due classi prime dell’istituto comprensivo Mirano 2, appartenenti allo stesso plesso e omogenee sia per composizione che per modalità e tempi di svolgimento del curricolo. Conformemente con quanto delineato da Benvenuto (2015), entrambi i gruppi sono stati sottoposti alle stesse prove di pre-test e post-test. Nel periodo intercorso tra le due rilevazioni, il gruppo di controllo ha proseguito con le attività didattiche ordinarie. Al gruppo di intervento, invece, sono stati proposti nove interventi, di due ore ciascuno, progettati secondo una metodologia socio-costruttiva. Mediatore didattico essenziale sono stati alcuni albi illustrati appositamente selezionati, con la convinzione, delineata anche nelle Indicazioni Nazionali (2012) e confermata dalle ricerche, che la conoscenza e la frequentazione di testi permetta al discente di trarre informazioni e conoscenze sugli stessi, costituendo un modello per l’elaborazione di proprie produzioni. In ottica di riduzione del carico cognitivo, la tecnica dello storyboard (Cisotto, 2015) ha funto da facilitazione procedurale (Bereiter e Scardamalia, 1982). Unita alla creazione di scatole delle storie contenenti gli elementi costitutivi di una narrazione (personaggi, ambienti, tempo della storia), la facilitazione procedurale ha permesso di ridurre lo sforzo di ideazione richiesto, consentendo ai bambini di concentrarsi sui processi implicati nella scrittura e consolidando l’utilizzo del codice. Dall’analisi dei dati raccolti, delineata nel capitolo quattro, emerge che la domanda di ricerca ha avuto risposta positiva: è stato possibile rilevare un incremento di competenze più significativo tra i destinatari del percorso che nel gruppo di controllo. Tale miglioramento ha riguardato sia le abilità di codifica, rilevate mediante una prova iniziale e una finale di autodettato, sia la comprensione da ascolto e la competenza narrativa di produzione scritta, rilevate mediante la richiesta di rielaborare una storia ascoltata.
Dall’ascolto di narrative alla scrittura di testi. Una ricerca empirica in classe prima primaria.
ZAMPIERI, GIADA
2024/2025
Abstract
L’elaborato in oggetto ha perseguito l’obiettivo di rispondere alla seguente domanda di ricerca: “un intervento incentrato sulla competenza narrativa può contribuire allo sviluppo delle abilità di produzione scritta in alunni di prima primaria?”. In particolare, l’ipotesi che si è cercato di verificare è che sia possibile, mediante l’utilizzo degli albi illustrati come mediatore didattico, migliorare la familiarità dei discenti con il codice scritto, ottenendo un incremento di sviluppo nelle competenze narrative di produzione scritta. La scelta della tematica della ricerca è stata operata tenendo presente che saper leggere e scrivere non possono essere intesi soltanto come saper codificare e decodificare segni grafici, coerentemente con quanto sostenuto da Formisano, Pontecorvo, Zucchermaglio (1986) e Orsolini, Pontecorvo (1991). Studi condotti dalle suddette autrici hanno rilevato come, nelle classi iniziali della scuola primaria italiana oggetto di analisi, la preoccupazione principale delle docenti fosse l’insegnamento-apprendimento del codice, con il rischio di rendere l’apprendimento delle lettere fine anziché mezzo, perdendo la valenza comunicativa che caratterizza qualsiasi forma di linguaggio. La ricerca per esperimento, svolta nell’anno scolastico 2024/2025, è stata condotta mediante il confronto tra due gruppi: due classi prime dell’istituto comprensivo Mirano 2, appartenenti allo stesso plesso e omogenee sia per composizione che per modalità e tempi di svolgimento del curricolo. Conformemente con quanto delineato da Benvenuto (2015), entrambi i gruppi sono stati sottoposti alle stesse prove di pre-test e post-test. Nel periodo intercorso tra le due rilevazioni, il gruppo di controllo ha proseguito con le attività didattiche ordinarie. Al gruppo di intervento, invece, sono stati proposti nove interventi, di due ore ciascuno, progettati secondo una metodologia socio-costruttiva. Mediatore didattico essenziale sono stati alcuni albi illustrati appositamente selezionati, con la convinzione, delineata anche nelle Indicazioni Nazionali (2012) e confermata dalle ricerche, che la conoscenza e la frequentazione di testi permetta al discente di trarre informazioni e conoscenze sugli stessi, costituendo un modello per l’elaborazione di proprie produzioni. In ottica di riduzione del carico cognitivo, la tecnica dello storyboard (Cisotto, 2015) ha funto da facilitazione procedurale (Bereiter e Scardamalia, 1982). Unita alla creazione di scatole delle storie contenenti gli elementi costitutivi di una narrazione (personaggi, ambienti, tempo della storia), la facilitazione procedurale ha permesso di ridurre lo sforzo di ideazione richiesto, consentendo ai bambini di concentrarsi sui processi implicati nella scrittura e consolidando l’utilizzo del codice. Dall’analisi dei dati raccolti, delineata nel capitolo quattro, emerge che la domanda di ricerca ha avuto risposta positiva: è stato possibile rilevare un incremento di competenze più significativo tra i destinatari del percorso che nel gruppo di controllo. Tale miglioramento ha riguardato sia le abilità di codifica, rilevate mediante una prova iniziale e una finale di autodettato, sia la comprensione da ascolto e la competenza narrativa di produzione scritta, rilevate mediante la richiesta di rielaborare una storia ascoltata.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/87349