Il potenziale ruolo dell’ambiente, delle risorse naturali o del cambiamento climatico nell’influenzare le dinamiche del conflitto violento è oggetto di grande attenzione sia nell’arena politica internazionale sia in ambito accademico. Dalla reazione alla percepita unidirezionalità di questi dibattiti, che si concentrano principalmente sulla possibilità che ambiente o clima agiscano per aumentare o moltiplicare il rischio di conflitti violento, emerge il filone di ricerca dell'environmental peacebuilding: questo opera a partire dal presupposto che una gestione comune di sfide ambientali e risorse naturali possa condurre alla cooperazione tra gruppi e questa a sua volta possa favorire la costruzione della pace sia negativa sia positiva. L’obiettivo principale di questa tesi è dunque esaminare la teoria e la pratica di environmental peacebuilding per individuarne i concetti fondanti, i meccanismi e le condizioni di applicazione, i limiti e le lacune, e la capacità concreta di realizzare benefici in termini di costruzione della pace. Dopo aver analizzato la letteratura sul nesso tra risorse naturali o clima e conflitto, è analizzata l’evoluzione della teoria e della pratica di environmental peacebuilding: è illustrato lo sviluppo del campo di ricerca e l’emersione di un framework teorico sistematico scomponibile in elementi costitutivi (condizioni iniziali, meccanismi ed esiti) e traiettorie generali; sono prese in esame le evidenze riguardo agli effetti concreti dell’approccio sulla situazione ambientale e sulla costruzione di pace, e ne sono infine individuati limiti e lacune. Da ultimo, per indagare l’applicazione pratica dell’environmental peacebuilding in termini di metodologia, implementazione, esiti riscontrabili sul campo e limiti, è analizzato l’operato dell’ONG EcoPeace Middle East. Nel complesso, tramite questa analisi si intende indagare se l’environmental peacebuilding, nei limiti delle lacune e degli elementi critici esistenti, abbia la potenzialità tramite interventi di cooperazione ambientale di promuovere in aree di conflitto sia il miglioramento della situazione ambientale e l’azione climatica, sia soprattutto il dialogo e forme di pace sia negativa sia positiva.
Environmental peacebuilding: costruire la pace in un clima che cambia. Il caso dei progetti in Israele e Palestina.
SUATONI, MARTA
2024/2025
Abstract
Il potenziale ruolo dell’ambiente, delle risorse naturali o del cambiamento climatico nell’influenzare le dinamiche del conflitto violento è oggetto di grande attenzione sia nell’arena politica internazionale sia in ambito accademico. Dalla reazione alla percepita unidirezionalità di questi dibattiti, che si concentrano principalmente sulla possibilità che ambiente o clima agiscano per aumentare o moltiplicare il rischio di conflitti violento, emerge il filone di ricerca dell'environmental peacebuilding: questo opera a partire dal presupposto che una gestione comune di sfide ambientali e risorse naturali possa condurre alla cooperazione tra gruppi e questa a sua volta possa favorire la costruzione della pace sia negativa sia positiva. L’obiettivo principale di questa tesi è dunque esaminare la teoria e la pratica di environmental peacebuilding per individuarne i concetti fondanti, i meccanismi e le condizioni di applicazione, i limiti e le lacune, e la capacità concreta di realizzare benefici in termini di costruzione della pace. Dopo aver analizzato la letteratura sul nesso tra risorse naturali o clima e conflitto, è analizzata l’evoluzione della teoria e della pratica di environmental peacebuilding: è illustrato lo sviluppo del campo di ricerca e l’emersione di un framework teorico sistematico scomponibile in elementi costitutivi (condizioni iniziali, meccanismi ed esiti) e traiettorie generali; sono prese in esame le evidenze riguardo agli effetti concreti dell’approccio sulla situazione ambientale e sulla costruzione di pace, e ne sono infine individuati limiti e lacune. Da ultimo, per indagare l’applicazione pratica dell’environmental peacebuilding in termini di metodologia, implementazione, esiti riscontrabili sul campo e limiti, è analizzato l’operato dell’ONG EcoPeace Middle East. Nel complesso, tramite questa analisi si intende indagare se l’environmental peacebuilding, nei limiti delle lacune e degli elementi critici esistenti, abbia la potenzialità tramite interventi di cooperazione ambientale di promuovere in aree di conflitto sia il miglioramento della situazione ambientale e l’azione climatica, sia soprattutto il dialogo e forme di pace sia negativa sia positiva.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/87498