Il presente elaborato affronta le principali tecniche analitiche impiegate per identificare le frodi alimentari nel caffè, una delle bevande più consumate e di maggior valore economico al mondo. L’aumento della domanda di questa materia prima ha reso il caffè soggetto a pratiche fraudolente come l’aggiunta di sostanze estranee, la miscelazione con varietà di qualità inferiore o la falsa dichiarazione di origine geografica. Tra le frodi più comuni vi è l’adulterazione ovvero l’aggiunta o sostituzione di componenti di minor valore o qualità inferiore, rappresentando una minaccia per l’industria e per i consumatori. La rilevazione tempestiva di tali frodi è cruciale per garantire qualità, sicurezza e autenticità del prodotto finale. Vengono analizzate tecniche come HPLC, spettroscopia IR, analisi del DNA e 1H NMR, valutandone punti di forza e criticità. L’HPLC permette di differenziare specie e origini del caffè, discriminando anche adulterazioni al 5%. Le tecniche IR e NMR consentono un’analisi rapida e non distruttiva, discriminando specie, grado di tostatura e adulteranti. L’analisi del DNA, pur ostacolata dalla degradazione nelle matrici tostate, risulta molto sensibile nell’identificare specie e varietà. Queste metodologie, spesso abbinate a elaborazioni chemiometriche rappresentano strumenti analitici promettenti per contrastare le frodi, tutelando la qualità e l’autenticità del caffè.
Tecniche analitiche per l'identificazione delle frodi nel caffè
DALLE CARBONARE, ALICE
2024/2025
Abstract
Il presente elaborato affronta le principali tecniche analitiche impiegate per identificare le frodi alimentari nel caffè, una delle bevande più consumate e di maggior valore economico al mondo. L’aumento della domanda di questa materia prima ha reso il caffè soggetto a pratiche fraudolente come l’aggiunta di sostanze estranee, la miscelazione con varietà di qualità inferiore o la falsa dichiarazione di origine geografica. Tra le frodi più comuni vi è l’adulterazione ovvero l’aggiunta o sostituzione di componenti di minor valore o qualità inferiore, rappresentando una minaccia per l’industria e per i consumatori. La rilevazione tempestiva di tali frodi è cruciale per garantire qualità, sicurezza e autenticità del prodotto finale. Vengono analizzate tecniche come HPLC, spettroscopia IR, analisi del DNA e 1H NMR, valutandone punti di forza e criticità. L’HPLC permette di differenziare specie e origini del caffè, discriminando anche adulterazioni al 5%. Le tecniche IR e NMR consentono un’analisi rapida e non distruttiva, discriminando specie, grado di tostatura e adulteranti. L’analisi del DNA, pur ostacolata dalla degradazione nelle matrici tostate, risulta molto sensibile nell’identificare specie e varietà. Queste metodologie, spesso abbinate a elaborazioni chemiometriche rappresentano strumenti analitici promettenti per contrastare le frodi, tutelando la qualità e l’autenticità del caffè.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/87661