Il presente elaborato, articolato in tre parti, pone in questione il problema del rapporto tra il momento della teoria e quello della prassi nel modo in cui esso viene presentato all’interno della Dialettica negativa (1966) di T. W. Adorno. Nel tentativo di seguire il programma esposto all’interno del testo, la prima parte del lavoro è dedicata all’inquadramento delle modalità e delle categorie utilizzate dal pensiero negativo adorniano, preceduto dalla critica alla filosofia dell’identità di stampo idealista allo scopo di liberare il pensiero da una tale essenza positiva. Tale critica deve essere assunta come fondamentale se si vuole superare quella che, per Adorno, è la manifestazione materiale del pensiero idealista: una realtà in cui la subordinazione all’universale assume la forma del dominio dell’essere umano sull’essere umano. La seconda parte del lavoro è dedicata all’analisi critica di una tale condizione a cui viene dato il nome di pratica distruttiva, in opposizione alla proposta adorniana di una prassi che possa dirsi costruttiva. Qui sono esposti gli aspetti principali che, per Adorno, costituiscono questo tipo di condizione: dalla creazione di un’industria culturale fino all’ottundimento delle coscienze ad opera di una pseudo-formazione (Halbbildung) socializzata. Si è provato dunque ad analizzare il peculiare rapporto tra teoria e prassi connaturato a tale condizione di reificazione totale. La terza, ed ultima, parte del testo offre un’interpretazione di quello che potrebbe essere inteso come il modo corretto, per una dialettica che si dica negativa, di pensare tale rapporto, il quale costituisce una vera e propria possibilità di restituire la libertà al soggetto empirico.
Il problema della prassi nella Dialettica Negativa di T. W. Adorno
SCOMPARIN, GIADA
2024/2025
Abstract
Il presente elaborato, articolato in tre parti, pone in questione il problema del rapporto tra il momento della teoria e quello della prassi nel modo in cui esso viene presentato all’interno della Dialettica negativa (1966) di T. W. Adorno. Nel tentativo di seguire il programma esposto all’interno del testo, la prima parte del lavoro è dedicata all’inquadramento delle modalità e delle categorie utilizzate dal pensiero negativo adorniano, preceduto dalla critica alla filosofia dell’identità di stampo idealista allo scopo di liberare il pensiero da una tale essenza positiva. Tale critica deve essere assunta come fondamentale se si vuole superare quella che, per Adorno, è la manifestazione materiale del pensiero idealista: una realtà in cui la subordinazione all’universale assume la forma del dominio dell’essere umano sull’essere umano. La seconda parte del lavoro è dedicata all’analisi critica di una tale condizione a cui viene dato il nome di pratica distruttiva, in opposizione alla proposta adorniana di una prassi che possa dirsi costruttiva. Qui sono esposti gli aspetti principali che, per Adorno, costituiscono questo tipo di condizione: dalla creazione di un’industria culturale fino all’ottundimento delle coscienze ad opera di una pseudo-formazione (Halbbildung) socializzata. Si è provato dunque ad analizzare il peculiare rapporto tra teoria e prassi connaturato a tale condizione di reificazione totale. La terza, ed ultima, parte del testo offre un’interpretazione di quello che potrebbe essere inteso come il modo corretto, per una dialettica che si dica negativa, di pensare tale rapporto, il quale costituisce una vera e propria possibilità di restituire la libertà al soggetto empirico.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/87975