L'obiettivo di questo elaborato è quello di mettere in evidenzia il ruolo del museo come luogo educativo, ove tutti i cittadini possono vivere delle esperienze stimolanti. . A tal fine si è deciso di presentare il caso del Museo diocesano di Vicenza e delle attività didattiche da questo proposte, suddividendo il lavoro in due capitoli, seguiti da un apparato illustrativo e dalla bibliografia utilizzata per la stesura dell’elaborato. Nei primi due paragrafi del primo capitolo si è ritenuto utile dar conto della genesi del museo e di alcune figure importanti di donatori. L’istituzione, promossa dal vescovo Pietro Nonis e inaugurata nel 2005 dall’arcivescovo Cesare Nosiglia, è stata allestita all’interno degli ampi spazi del Palazzo vescovile e raccoglie oltre duemila anni di storia e arte sacra vicentine. Significativa per il museo è stata la scelta dello stesso Nonis, appassionato collezionista, di donare la sua eterogenea raccolta – in buona parte etnografica – con lo scopo di promuovere la conoscenza locale di culture lontane nello spazio e nel tempo. Accanto alla donazione Nonis va poi ricordata quella del marchese Giuseppe Roi, protagonista di livello internazionale nel mondo sociale e culturale, che al museo ha lasciato una raccolta di oggetti di carattere religioso, ovvero pezzi di oreficeria sacra, paramenti e suppellettili ecclesiastiche, in parte provenienti dalla Cappella di Villa Roi a Montegalda. Il terzo e ultimo paragrafo illustra, infine, il percorso e l’allestimento museali, ideati in collaborazione con gli architetti Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni. Il secondo capitolo si apre con un rapido cenno all’evoluzione del museo da spazio privato a luogo aperto al pubblico, per focalizzarsi poi sul tema della didattica museale e del suo sviluppo dal punto di vista storico, riassumendone alcune tappe fondamentali. Il secondo paragrafo – attraverso i relativi sottoparagrafi – si concentra infine sul caso studio delle attività didattiche del Museo diocesano di Vicenza, che propone varie esperienze e strategie comunicative secondo il grado scolare, senza dimenticare le attività per le famiglie e per persone affette da disagio psichico, disabilità motoria o cognitiva, e minori in accoglienza residenziale.
LE ATTIVITÀ DIDATTICHE AL MUSEO DIOCESANO DI VICENZA
ROMAN, BARBARA
2024/2025
Abstract
L'obiettivo di questo elaborato è quello di mettere in evidenzia il ruolo del museo come luogo educativo, ove tutti i cittadini possono vivere delle esperienze stimolanti. . A tal fine si è deciso di presentare il caso del Museo diocesano di Vicenza e delle attività didattiche da questo proposte, suddividendo il lavoro in due capitoli, seguiti da un apparato illustrativo e dalla bibliografia utilizzata per la stesura dell’elaborato. Nei primi due paragrafi del primo capitolo si è ritenuto utile dar conto della genesi del museo e di alcune figure importanti di donatori. L’istituzione, promossa dal vescovo Pietro Nonis e inaugurata nel 2005 dall’arcivescovo Cesare Nosiglia, è stata allestita all’interno degli ampi spazi del Palazzo vescovile e raccoglie oltre duemila anni di storia e arte sacra vicentine. Significativa per il museo è stata la scelta dello stesso Nonis, appassionato collezionista, di donare la sua eterogenea raccolta – in buona parte etnografica – con lo scopo di promuovere la conoscenza locale di culture lontane nello spazio e nel tempo. Accanto alla donazione Nonis va poi ricordata quella del marchese Giuseppe Roi, protagonista di livello internazionale nel mondo sociale e culturale, che al museo ha lasciato una raccolta di oggetti di carattere religioso, ovvero pezzi di oreficeria sacra, paramenti e suppellettili ecclesiastiche, in parte provenienti dalla Cappella di Villa Roi a Montegalda. Il terzo e ultimo paragrafo illustra, infine, il percorso e l’allestimento museali, ideati in collaborazione con gli architetti Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni. Il secondo capitolo si apre con un rapido cenno all’evoluzione del museo da spazio privato a luogo aperto al pubblico, per focalizzarsi poi sul tema della didattica museale e del suo sviluppo dal punto di vista storico, riassumendone alcune tappe fondamentali. Il secondo paragrafo – attraverso i relativi sottoparagrafi – si concentra infine sul caso studio delle attività didattiche del Museo diocesano di Vicenza, che propone varie esperienze e strategie comunicative secondo il grado scolare, senza dimenticare le attività per le famiglie e per persone affette da disagio psichico, disabilità motoria o cognitiva, e minori in accoglienza residenziale.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/88447