L'ecolalia, definita come la ripetizione del linguaggio altrui, è uno dei tratti distintivi del disturbo dello spettro autistico, notato fin dalla prima descrizione dell'autismo infantile di Kanner nel 1943. Nonostante storicamente l'ecolalia autistica sia stata associata alla ricerca di stabilità, ad un orientamento introverso e ad un repertorio limitato di azioni comunicative, studi più recenti, influenzati dall'analisi della conversazione, evidenziano come essa possa invece svolgere funzioni comunicative significative (Sterponi & Shankey, 2014). L’ipotesi di tale studio suggerisce che la genesi dei comportamenti ecolalici non debba essere ritrovata nella incapacità di comprendere la scorrettezza dell’enunciato da loro riproposto, bensì nell’impossibilità della persona con autismo di andare oltre tale scorrettezza e cambiare il proprio schema di risposta. Una comprensione più sfumata e dinamica del comportamento ecolalico porterebbe all’apertura di nuove strategie terapeutiche, considerando quindi le ecolalie non più come un comportamento maladattivo da correggere, bensì come un mezzo per migliorare le abilità sociali e comunicative della persona, ponendo l’accento sull’importanza del contesto nell’interpretare e rispondere puntualmente alle ecolalie.
Comunicazione atipica: il ruolo della conoscenza morfosintattica nello sviluppo linguistico di bambini autistici con ecolalia
NOCCO, SONIA
2024/2025
Abstract
L'ecolalia, definita come la ripetizione del linguaggio altrui, è uno dei tratti distintivi del disturbo dello spettro autistico, notato fin dalla prima descrizione dell'autismo infantile di Kanner nel 1943. Nonostante storicamente l'ecolalia autistica sia stata associata alla ricerca di stabilità, ad un orientamento introverso e ad un repertorio limitato di azioni comunicative, studi più recenti, influenzati dall'analisi della conversazione, evidenziano come essa possa invece svolgere funzioni comunicative significative (Sterponi & Shankey, 2014). L’ipotesi di tale studio suggerisce che la genesi dei comportamenti ecolalici non debba essere ritrovata nella incapacità di comprendere la scorrettezza dell’enunciato da loro riproposto, bensì nell’impossibilità della persona con autismo di andare oltre tale scorrettezza e cambiare il proprio schema di risposta. Una comprensione più sfumata e dinamica del comportamento ecolalico porterebbe all’apertura di nuove strategie terapeutiche, considerando quindi le ecolalie non più come un comportamento maladattivo da correggere, bensì come un mezzo per migliorare le abilità sociali e comunicative della persona, ponendo l’accento sull’importanza del contesto nell’interpretare e rispondere puntualmente alle ecolalie.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/88827