Questa ricerca esplora il ruolo del fonosimbolismo — l’ipotesi di un legame non arbitrario tra il suono delle parole e il loro significato — nei processi di brand naming. Dopo aver ripercorso le principali evidenze scientifiche sul fonosimbolismo e aver inquadrato il tema del brand naming nella sua complessità, è stata esaminata la letteratura sul fonosimbolismo applicato ai nomi di marca, evidenziando il crescente interesse per il ruolo dei suoni del linguaggio nell’aumentare la percezione di lusso dei brand name. Questo studio si propone di contribuire alla comprensione del ruolo delle caratteristiche fonetiche nella percezione dei brand name, concentrandosi sulle vocali e sul loro impatto sull’appeal di lusso dei nomi di marca. La ricerca prende spunto da studi precedenti, che suggeriscono come le vocali posteriori (/u/, /o/) siano associate a concetti di astrattezza e distanza — caratteristiche tipiche dei brand di lusso — mentre le vocali anteriori (/i/, /e/) veicolano sensazioni di concretezza e vicinanza, più adatte a brand di fascia base. La nostra ipotesi prevedeva quindi che le vocali posteriori producessero un maggiore effetto di lusso rispetto alle vocali anteriori, più indicate per brand di base. Per testare questa ipotesi, è stato condotto uno studio sperimentale su 128 madrelingua italiani, ai quali è stato chiesto di valutare una serie di nomi di marca ipotetici. Una parte di questi nomi è stato costruito utilizzando vocali posteriori e l’altro utilizzando vocali anteriori. I partecipanti hanno espresso le loro valutazioni su una scala bipolare, misurando la percezione di lusso o di brand di base dei diversi nomi. I risultati confermano che i nomi contenenti vocali posteriori sono percepiti come più lussuosi rispetto a quelli con vocali anteriori, supportando l’ipotesi relativa all’influenza delle vocali. Tuttavia, l’effetto osservato risulta di entità ridotta, suggerendo che le vocali posteriori da sole producono un incremento limitato della percezione di lusso. Si suggerisce pertanto che l’uso combinato di vocali con altre caratteristiche linguistiche già indagate per il loro effetto di lusso — come la lunghezza sillabica o le consonanti affricate — possa amplificare l’effetto desiderato.
Fonosimbolismo e brand naming: l'influenza delle vocali posteriori sulla percezione di lusso dei nomi di marca
TALAMONTI, STEFANO
2024/2025
Abstract
Questa ricerca esplora il ruolo del fonosimbolismo — l’ipotesi di un legame non arbitrario tra il suono delle parole e il loro significato — nei processi di brand naming. Dopo aver ripercorso le principali evidenze scientifiche sul fonosimbolismo e aver inquadrato il tema del brand naming nella sua complessità, è stata esaminata la letteratura sul fonosimbolismo applicato ai nomi di marca, evidenziando il crescente interesse per il ruolo dei suoni del linguaggio nell’aumentare la percezione di lusso dei brand name. Questo studio si propone di contribuire alla comprensione del ruolo delle caratteristiche fonetiche nella percezione dei brand name, concentrandosi sulle vocali e sul loro impatto sull’appeal di lusso dei nomi di marca. La ricerca prende spunto da studi precedenti, che suggeriscono come le vocali posteriori (/u/, /o/) siano associate a concetti di astrattezza e distanza — caratteristiche tipiche dei brand di lusso — mentre le vocali anteriori (/i/, /e/) veicolano sensazioni di concretezza e vicinanza, più adatte a brand di fascia base. La nostra ipotesi prevedeva quindi che le vocali posteriori producessero un maggiore effetto di lusso rispetto alle vocali anteriori, più indicate per brand di base. Per testare questa ipotesi, è stato condotto uno studio sperimentale su 128 madrelingua italiani, ai quali è stato chiesto di valutare una serie di nomi di marca ipotetici. Una parte di questi nomi è stato costruito utilizzando vocali posteriori e l’altro utilizzando vocali anteriori. I partecipanti hanno espresso le loro valutazioni su una scala bipolare, misurando la percezione di lusso o di brand di base dei diversi nomi. I risultati confermano che i nomi contenenti vocali posteriori sono percepiti come più lussuosi rispetto a quelli con vocali anteriori, supportando l’ipotesi relativa all’influenza delle vocali. Tuttavia, l’effetto osservato risulta di entità ridotta, suggerendo che le vocali posteriori da sole producono un incremento limitato della percezione di lusso. Si suggerisce pertanto che l’uso combinato di vocali con altre caratteristiche linguistiche già indagate per il loro effetto di lusso — come la lunghezza sillabica o le consonanti affricate — possa amplificare l’effetto desiderato.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/90784