La violenza di genere è una tematica estremamente attuale, che sempre più emerge nel dibattito scientifico e dell'opinione pubblica. E' conclamato che il timore di essere vittime di una violenza o molestia sessuale abbia un grosso impatto sulla percezione di sicurezza delle donne, soprattutto per quanto concerne la sicurezza soggettiva nella frequentazione degli spazi pubblici, fino a portarle ad evitare determinati luoghi o attività, riducendo così i loro spazi di vita. Nonostante le proposte per aumentare la sicurezza negli spazi pubblici e garantire al genere femminile il diritto alla libertà di movimento siano varie, non sempre però si rivelano efficaci nel loro intento. Il presente elaborato ha lo scopo di presentare un'altra modalità, poco considerata sebbene non di recente nascita. L'apprendimento e l'uso di tecniche di autodifesa, tanto verbale quanto fisica, è una pratica perfezionata e impiegata dalle Suffragette fin da inizio '900 per difendersi dalla violenza crescente delle forze dell'ordine durante le loro manifestazioni e per poter riconquistare le strade del Regno Unito senza subire passivamente molestie e violenze. Da quel momento sono stati elaborati numerosi corsi di autodifesa femminile, e svariati studi sono stati svolti per analizzarne gli effetti e l'efficacia. Dopo aver analizzato la diffusa condizione di insicurezza percepita, le conseguenze di essa sulla vita del genere femminile e le possibilità al momento più diffuse per ovviare a questa problematica sociale, il seguente lavoro procede presentando una revisione integrativa pubblicata nel 2025, che riassume i risultati di 19 studi che hanno indagato gli effetti su donne e ragazze in seguito alla partecipazione ad un corso di autodifesa femminile, a livello emotivo, cognitivo e comportamentale, oltre che esaminare se l'adesione a questi corsi possa essere una modalità efficace per ridurre l'incidenza di varie forme di violenza di genere, con focus in particolare su quella subita negli spazi pubblici. L'autodifesa femminile sembra rappresentare non solo un mezzo incisivo per la diminuzione della violenza sessuale e delle molestie di strada, ma anche uno strumento per aumentare autostima, autoefficacia e assertività di donne e ragazze, rivelandosi così una possibilità di reale empowerment femminile.
L'autodifesa delle donne negli spazi pubblici
DOGLIONI, MARGHERITA
2024/2025
Abstract
La violenza di genere è una tematica estremamente attuale, che sempre più emerge nel dibattito scientifico e dell'opinione pubblica. E' conclamato che il timore di essere vittime di una violenza o molestia sessuale abbia un grosso impatto sulla percezione di sicurezza delle donne, soprattutto per quanto concerne la sicurezza soggettiva nella frequentazione degli spazi pubblici, fino a portarle ad evitare determinati luoghi o attività, riducendo così i loro spazi di vita. Nonostante le proposte per aumentare la sicurezza negli spazi pubblici e garantire al genere femminile il diritto alla libertà di movimento siano varie, non sempre però si rivelano efficaci nel loro intento. Il presente elaborato ha lo scopo di presentare un'altra modalità, poco considerata sebbene non di recente nascita. L'apprendimento e l'uso di tecniche di autodifesa, tanto verbale quanto fisica, è una pratica perfezionata e impiegata dalle Suffragette fin da inizio '900 per difendersi dalla violenza crescente delle forze dell'ordine durante le loro manifestazioni e per poter riconquistare le strade del Regno Unito senza subire passivamente molestie e violenze. Da quel momento sono stati elaborati numerosi corsi di autodifesa femminile, e svariati studi sono stati svolti per analizzarne gli effetti e l'efficacia. Dopo aver analizzato la diffusa condizione di insicurezza percepita, le conseguenze di essa sulla vita del genere femminile e le possibilità al momento più diffuse per ovviare a questa problematica sociale, il seguente lavoro procede presentando una revisione integrativa pubblicata nel 2025, che riassume i risultati di 19 studi che hanno indagato gli effetti su donne e ragazze in seguito alla partecipazione ad un corso di autodifesa femminile, a livello emotivo, cognitivo e comportamentale, oltre che esaminare se l'adesione a questi corsi possa essere una modalità efficace per ridurre l'incidenza di varie forme di violenza di genere, con focus in particolare su quella subita negli spazi pubblici. L'autodifesa femminile sembra rappresentare non solo un mezzo incisivo per la diminuzione della violenza sessuale e delle molestie di strada, ma anche uno strumento per aumentare autostima, autoefficacia e assertività di donne e ragazze, rivelandosi così una possibilità di reale empowerment femminile.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/90840