Con la fine della Seconda Guerra Mondiale tutto il comparto agricolo subì un'evoluzione e un importante cambiamento che portò alla nascita e all’utilizzo di nuove attrezzature, fitofarmaci, fertilizzanti e organismi geneticamente modificati (OGM). Questi forti miglioramenti causarono un drastico aumento delle emissioni dei gas serra in atmosfera. Per contrastare l’innalzamento della temperatura media e diminuire l’inquinamento di tutto il settore agricolo si è sviluppata una nuova tecnica di coltivazione chiamata agricoltura conservativa. Questo nuovo tipo di agricoltura rigenerativa promuove il mantenimento di una copertura permanente del suolo aumentando e migliorando la diversificazione delle colture, la biodiversità e i processi biologici naturali che avvengono sia sopra che al di sotto della superficie agraria. Sfrutta l’utilizzo di particolari attrezzature che svolgono una lavorazione superficiale, con una profondità di intervento tra i 15 e i 20 cm, evitando così il mescolamento dei vari strati più profondi. Un'ulteriore tecnica, meno invasiva, consiste nella semina su sodo ovvero seminare direttamente sul terreno senza che esso sia stato lavorato precedentemente. Lo scopo di questa nuova agricoltura è proteggere il terreno sfruttando colture specifiche o residui vegetali, aumentare la fertilità, l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua e diminuire l’impatto ambientale. L’agricoltura conservativa si è sviluppata in quasi tutte le parti del mondo avendo la massima concentrazione nel continente americano. In Italia è ancora in fase di sviluppo e diffusione. Le aziende italiane stanno imparando e mettendo in pratica questa nuova tecnica di coltivazione. I dati, relativi al numero di ettari impiegati, sono incoraggianti e ogni anno sono sempre in aumento.

Agricoltura conservativa: una risposta sostenibile per le criticità ambientali

BETTIN, MARCO
2024/2025

Abstract

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale tutto il comparto agricolo subì un'evoluzione e un importante cambiamento che portò alla nascita e all’utilizzo di nuove attrezzature, fitofarmaci, fertilizzanti e organismi geneticamente modificati (OGM). Questi forti miglioramenti causarono un drastico aumento delle emissioni dei gas serra in atmosfera. Per contrastare l’innalzamento della temperatura media e diminuire l’inquinamento di tutto il settore agricolo si è sviluppata una nuova tecnica di coltivazione chiamata agricoltura conservativa. Questo nuovo tipo di agricoltura rigenerativa promuove il mantenimento di una copertura permanente del suolo aumentando e migliorando la diversificazione delle colture, la biodiversità e i processi biologici naturali che avvengono sia sopra che al di sotto della superficie agraria. Sfrutta l’utilizzo di particolari attrezzature che svolgono una lavorazione superficiale, con una profondità di intervento tra i 15 e i 20 cm, evitando così il mescolamento dei vari strati più profondi. Un'ulteriore tecnica, meno invasiva, consiste nella semina su sodo ovvero seminare direttamente sul terreno senza che esso sia stato lavorato precedentemente. Lo scopo di questa nuova agricoltura è proteggere il terreno sfruttando colture specifiche o residui vegetali, aumentare la fertilità, l’efficienza nell’utilizzo dell’acqua e diminuire l’impatto ambientale. L’agricoltura conservativa si è sviluppata in quasi tutte le parti del mondo avendo la massima concentrazione nel continente americano. In Italia è ancora in fase di sviluppo e diffusione. Le aziende italiane stanno imparando e mettendo in pratica questa nuova tecnica di coltivazione. I dati, relativi al numero di ettari impiegati, sono incoraggianti e ogni anno sono sempre in aumento.
2024
Conservation agriculture: a sustainable response to environmental challenges
Minima lavorazione
Rigenerativa
Cover crops
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/93876