This study delves into how transformative and gender-equal justice practices arise to address the gaps and failures of conventional justice systems. On both local and global scales, these systems often fall short in meeting the needs of victims and their communities. At its core, the research focuses on understanding the root causes of violence and finding ways to rebuild the social fabric. A gender perspective serves as the primary lens through which these issues are examined. Given that restorative justice is a field where practice often leads the way for theory, the analysis of a case study is essential. The research zeroes in on the post-conflict setting of the former Jugoslavia, with a special focus on Bosnia and Herzegovina—one of the most tragic theaters of war in the 20th century. The study examines the profound toll that nationalist wars had on women, both physically and psychologically. The Bosnian conflict wasn’t just an armed struggle; it involved systematic atrocities such as genocide, ethnic cleansing, and sexual violence, all used as weapons of oppression. After years of silence, where justice became a taboo and violence was normalized in new forms, women began stepping forward, reclaiming their role in shaping history. This shift is exemplified by the creation of the Women’s Court of Sarajevo in 2015. Inspired by the model of people’s tribunals, this self-organized initiative goes beyond the punitive aspects of justice. It creates a space where women are placed at the center of efforts to heal trauma and rebuild communities. Through the analysis of this powerful experience, the study aims to highlight what a feminist vision of peace can look like in practice.

Questo studio esplora come le pratiche di giustizia paritaria e trasformativa emergano in risposta alle lacune strutturali della giustizia convenzionale. A livello sia locale che globale, quest'ultima si dimostra spesso inadeguata nel rispondere alle esigenze delle vittime e della comunità. La comprensione delle dinamiche sottese alla genesi della violenza e l'individuazione di strumenti per la ricostruzione del tessuto sociale costituiscono il nucleo centrale della ricerca. L'analisi di genere, inoltre, costituisce la lente interpretativa principale dello studio. Data la natura eminentemente pratica dello sviluppo della giustizia riparativa, la cui teorizzazione segue sovente la prassi, l'analisi di un caso studio risulta imprescindibile. La tesi si concentra dunque sul contesto post-bellico dei territori dell'ex Jugoslavia, con particolare riferimento alla Bosnia-Erzegovina, teatro di uno dei conflitti più cruenti del XX secolo. Si esamina l'impatto devastante che le guerre nazionaliste hanno avuto sulla popolazione femminile, con ripercussioni di natura fisica e psicologica. Il conflitto bosniaco, infatti, non si configurò semplicemente come uno scontro armato, bensì come un complesso di atrocità sistematiche, tra cui atti di genocidio, pulizia etnica e violenza sessuale, impiegati come strumenti di terrore e sottomissione. Dopo anni in cui la giustizia è stata un tema tabù, il silenzio si è istituzionalizzato e la violenza ha assunto nuove forme, emerge l'esigenza impellente per le donne di assumere un ruolo di agenti della storia. In tale contesto si inserisce l'istituzione del Tribunale delle Donne di Sarajevo nel 2015, uno spazio autorganizzato che, ispirandosi all'esperienza dei tribunali dei popoli, mira a trascendere la dimensione meramente punitiva del crimine, ponendo le donne al centro di un processo di de-traumatizzazione e di ricostruzione. In ultima istanza, attraverso l'analisi di tale esperienza, si intende delineare i tratti distintivi di una prospettiva di pace femminista.

Ripensare la Giustizia e ricostruire la Società: Il caso del Tribunale delle Donne di Sarajevo.

TURNONE, SERENA
2024/2025

Abstract

This study delves into how transformative and gender-equal justice practices arise to address the gaps and failures of conventional justice systems. On both local and global scales, these systems often fall short in meeting the needs of victims and their communities. At its core, the research focuses on understanding the root causes of violence and finding ways to rebuild the social fabric. A gender perspective serves as the primary lens through which these issues are examined. Given that restorative justice is a field where practice often leads the way for theory, the analysis of a case study is essential. The research zeroes in on the post-conflict setting of the former Jugoslavia, with a special focus on Bosnia and Herzegovina—one of the most tragic theaters of war in the 20th century. The study examines the profound toll that nationalist wars had on women, both physically and psychologically. The Bosnian conflict wasn’t just an armed struggle; it involved systematic atrocities such as genocide, ethnic cleansing, and sexual violence, all used as weapons of oppression. After years of silence, where justice became a taboo and violence was normalized in new forms, women began stepping forward, reclaiming their role in shaping history. This shift is exemplified by the creation of the Women’s Court of Sarajevo in 2015. Inspired by the model of people’s tribunals, this self-organized initiative goes beyond the punitive aspects of justice. It creates a space where women are placed at the center of efforts to heal trauma and rebuild communities. Through the analysis of this powerful experience, the study aims to highlight what a feminist vision of peace can look like in practice.
2024
Rethinking Justice and Rebuilding Society: The case of the Women's Court of Sarajevo.
Questo studio esplora come le pratiche di giustizia paritaria e trasformativa emergano in risposta alle lacune strutturali della giustizia convenzionale. A livello sia locale che globale, quest'ultima si dimostra spesso inadeguata nel rispondere alle esigenze delle vittime e della comunità. La comprensione delle dinamiche sottese alla genesi della violenza e l'individuazione di strumenti per la ricostruzione del tessuto sociale costituiscono il nucleo centrale della ricerca. L'analisi di genere, inoltre, costituisce la lente interpretativa principale dello studio. Data la natura eminentemente pratica dello sviluppo della giustizia riparativa, la cui teorizzazione segue sovente la prassi, l'analisi di un caso studio risulta imprescindibile. La tesi si concentra dunque sul contesto post-bellico dei territori dell'ex Jugoslavia, con particolare riferimento alla Bosnia-Erzegovina, teatro di uno dei conflitti più cruenti del XX secolo. Si esamina l'impatto devastante che le guerre nazionaliste hanno avuto sulla popolazione femminile, con ripercussioni di natura fisica e psicologica. Il conflitto bosniaco, infatti, non si configurò semplicemente come uno scontro armato, bensì come un complesso di atrocità sistematiche, tra cui atti di genocidio, pulizia etnica e violenza sessuale, impiegati come strumenti di terrore e sottomissione. Dopo anni in cui la giustizia è stata un tema tabù, il silenzio si è istituzionalizzato e la violenza ha assunto nuove forme, emerge l'esigenza impellente per le donne di assumere un ruolo di agenti della storia. In tale contesto si inserisce l'istituzione del Tribunale delle Donne di Sarajevo nel 2015, uno spazio autorganizzato che, ispirandosi all'esperienza dei tribunali dei popoli, mira a trascendere la dimensione meramente punitiva del crimine, ponendo le donne al centro di un processo di de-traumatizzazione e di ricostruzione. In ultima istanza, attraverso l'analisi di tale esperienza, si intende delineare i tratti distintivi di una prospettiva di pace femminista.
giustizia collettiva
femminismo
Jugoslavia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/95985