Il presente lavoro esplora lo sviluppo dell’apprendimento implicito in età evolutiva ponendo particolare attenzione al ruolo della volatilità ambientale. Nel primo capitolo si approfondisce il concetto di apprendimento implicito, inteso come processo automatico e non intenzionale, attivo sin dalle prime fasi della vita e particolarmente sensibile alle regolarità dell’ambiente. Si prende anche in esame la nozione di volatilità ambientale, ovvero la variabilità e imprevedibilità delle informazioni contestuali, come fattore cruciale per l’adattamento comportamentale nei bambini. Il secondo capitolo è dedicato all’apprendimento associativo implicito, analizzandone le caratteristiche distintive rispetto ad altre forme di apprendimento implicito e mettendo in luce i principali paradigmi sperimentali utilizzati per studiarlo, come il condizionamento classico, il condizionamento operante e i compiti di anticipazione visiva. Viene inoltre approfondita la traiettoria di sviluppo di queste capacità, dalle prime evidenze osservabili nei neonati, fino all’età scolare, mostrando come l’acquisizione implicita di associazioni sensoriali e contestuali rappresenti un meccanismo fondamentale per l’adattamento e la regolazione del comportamento. Lo studio è stato condotto su un gruppo di bambini con sviluppo tipico e si inserisce all’interno di un più ampio progetto di ricerca, CALM 2 (Controllo Cognitivo Adattivo: Un lavoro multicentrico), in cui si è cercato di indagare come varia la capacità dei bambini, in condizioni di sviluppo tipico, atipico e di vulnerabilità genetica (siblings), di apprendere implicitamente le regolarità dall’ambiente; in particolare questo elaborato intende valutare come la volatilità ambientale vada a influire sull’apprendimento implicito associativo in bambini a sviluppo tipico.
Effetto della volatilità ambientale sull’apprendimento implicito: traiettorie evolutive tipiche
PICCATO, ALESSIA
2024/2025
Abstract
Il presente lavoro esplora lo sviluppo dell’apprendimento implicito in età evolutiva ponendo particolare attenzione al ruolo della volatilità ambientale. Nel primo capitolo si approfondisce il concetto di apprendimento implicito, inteso come processo automatico e non intenzionale, attivo sin dalle prime fasi della vita e particolarmente sensibile alle regolarità dell’ambiente. Si prende anche in esame la nozione di volatilità ambientale, ovvero la variabilità e imprevedibilità delle informazioni contestuali, come fattore cruciale per l’adattamento comportamentale nei bambini. Il secondo capitolo è dedicato all’apprendimento associativo implicito, analizzandone le caratteristiche distintive rispetto ad altre forme di apprendimento implicito e mettendo in luce i principali paradigmi sperimentali utilizzati per studiarlo, come il condizionamento classico, il condizionamento operante e i compiti di anticipazione visiva. Viene inoltre approfondita la traiettoria di sviluppo di queste capacità, dalle prime evidenze osservabili nei neonati, fino all’età scolare, mostrando come l’acquisizione implicita di associazioni sensoriali e contestuali rappresenti un meccanismo fondamentale per l’adattamento e la regolazione del comportamento. Lo studio è stato condotto su un gruppo di bambini con sviluppo tipico e si inserisce all’interno di un più ampio progetto di ricerca, CALM 2 (Controllo Cognitivo Adattivo: Un lavoro multicentrico), in cui si è cercato di indagare come varia la capacità dei bambini, in condizioni di sviluppo tipico, atipico e di vulnerabilità genetica (siblings), di apprendere implicitamente le regolarità dall’ambiente; in particolare questo elaborato intende valutare come la volatilità ambientale vada a influire sull’apprendimento implicito associativo in bambini a sviluppo tipico.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Tesi_PiccatoAlessia.pdf
accesso aperto
Dimensione
1.46 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.46 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/96333