Abstract Il presente elaborato descrive l’esperienza di tirocinio svolta presso una comunità terapeutica femminile per donne con doppia diagnosi, mettendo a fuoco la relazione educativa nella quotidianità, le pratiche e gli strumenti utilizzati dagli operatori per sostenere il percorso di cura e riabilitazione. La relazione basata su accettazione, alleanza e partecipazione attiva è considerata determinante per promuovere autonomia e reinserimento sociale, mentre l’educatore professionale svolge il ruolo di mediatore e punto di riferimento, accompagnando le ospiti verso maggiore consapevolezza e migliore gestione della propria condizione, anche attraverso interventi individuali e di gruppo, laboratori espressivi, attività di autogestione e il coinvolgimento della rete familiare e sociale. In questo contesto ho ideato e condotto, sotto la supervisione dell’équipe, l’attività “La mia settimana in 7 parole”. L’incontro settimanale ha offerto uno spazio rituale di condivisione: ogni ospite ha scelto una parola per raccontare la propria settimana e ne ha approfondito il significato a turno; e’ stato facilitato il confronto con brevi riformulazioni e domande e, al termine, si è svolta una restituzione con piccoli impegni per i giorni successivi. Per quattro settimane ho raccolto griglie di osservazione, schede di valutazione e un diario riflessivo, integrando questi materiali in una lettura descrittiva e qualitativa essenziale in ottica EBM. L’elaborato presenta una lettura complessiva degli andamenti di autonomia e partecipazione nelle settimane considerate, mettendo in evidenza il ruolo di alcune pratiche relazionali nel sostegno del clima di gruppo e dei processi di riflessività. In particolare, l’ascolto attivo e il rinforzo della partecipazione emergono come elementi importanti per favorire il coinvolgimento delle ospiti; le domande esplorative, insieme al contenimento e focus sul compito, contribuiscono a mantenere chiarezza, sicurezza e continuità; la strutturazione della routine e il sostegno tra pari supportano invece la coesione e il senso di appartenenza. Nel complesso, la routine delle “7 parole” può rappresentare un contenitore semplice e replicabile, utile a valorizzare la quotidianità come strumento educativo in questo particolare contesto terapeutico.
Relazione educativa e doppia diagnosi: pratiche e strumenti nella quotidianità di una comunità terapeutica femminile
MARTIGNON, ELETTRA
2024/2025
Abstract
Abstract Il presente elaborato descrive l’esperienza di tirocinio svolta presso una comunità terapeutica femminile per donne con doppia diagnosi, mettendo a fuoco la relazione educativa nella quotidianità, le pratiche e gli strumenti utilizzati dagli operatori per sostenere il percorso di cura e riabilitazione. La relazione basata su accettazione, alleanza e partecipazione attiva è considerata determinante per promuovere autonomia e reinserimento sociale, mentre l’educatore professionale svolge il ruolo di mediatore e punto di riferimento, accompagnando le ospiti verso maggiore consapevolezza e migliore gestione della propria condizione, anche attraverso interventi individuali e di gruppo, laboratori espressivi, attività di autogestione e il coinvolgimento della rete familiare e sociale. In questo contesto ho ideato e condotto, sotto la supervisione dell’équipe, l’attività “La mia settimana in 7 parole”. L’incontro settimanale ha offerto uno spazio rituale di condivisione: ogni ospite ha scelto una parola per raccontare la propria settimana e ne ha approfondito il significato a turno; e’ stato facilitato il confronto con brevi riformulazioni e domande e, al termine, si è svolta una restituzione con piccoli impegni per i giorni successivi. Per quattro settimane ho raccolto griglie di osservazione, schede di valutazione e un diario riflessivo, integrando questi materiali in una lettura descrittiva e qualitativa essenziale in ottica EBM. L’elaborato presenta una lettura complessiva degli andamenti di autonomia e partecipazione nelle settimane considerate, mettendo in evidenza il ruolo di alcune pratiche relazionali nel sostegno del clima di gruppo e dei processi di riflessività. In particolare, l’ascolto attivo e il rinforzo della partecipazione emergono come elementi importanti per favorire il coinvolgimento delle ospiti; le domande esplorative, insieme al contenimento e focus sul compito, contribuiscono a mantenere chiarezza, sicurezza e continuità; la strutturazione della routine e il sostegno tra pari supportano invece la coesione e il senso di appartenenza. Nel complesso, la routine delle “7 parole” può rappresentare un contenitore semplice e replicabile, utile a valorizzare la quotidianità come strumento educativo in questo particolare contesto terapeutico.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/97117