L’inquinamento da microplastiche rappresenta ad oggi uno dei problemi ambientali più diffusi e preoccupanti a livello globale. Queste particelle di plastica, generate dalla degradazione dei rifiuti, si accumulano nei sedimenti marini e possono trasportare sostanze tossiche e metalli pesanti, rappresentando un rischio per gli ecosistemi. In questa tesi sono stati analizzati, attraverso una ricerca bibliografica, i principali metodi usati per estrarre e identificare le microplastiche nei sedimenti. Tra questi, la separazione per densità risulta il metodo più utilizzato in quanto semplice ed economico, nonostante la digestione chimica o enzimatica risulti più efficace nel rimuovere le particelle plastiche. Allo stesso tempo, tecniche innovative, come la separazione elettrostatica e magnetica, mostrano potenziale ma necessitano di ulteriori miglioramenti. Per la caratterizzazione, le analisi microscopiche e spettroscopiche (FTIR e Raman) permettono invece di riconoscere con precisione il tipo di plastica, anche se richiedono strumenti costosi e tempi lunghi. Dallo studio emerge la mancanza di un metodo unico e definitivo, e che l’approccio più efficace consiste nella combinazione di diverse tecniche.
Studi delle metodologie per la determinazione delle microplastiche nei sedimenti
PILLITU, VALENTINA
2024/2025
Abstract
L’inquinamento da microplastiche rappresenta ad oggi uno dei problemi ambientali più diffusi e preoccupanti a livello globale. Queste particelle di plastica, generate dalla degradazione dei rifiuti, si accumulano nei sedimenti marini e possono trasportare sostanze tossiche e metalli pesanti, rappresentando un rischio per gli ecosistemi. In questa tesi sono stati analizzati, attraverso una ricerca bibliografica, i principali metodi usati per estrarre e identificare le microplastiche nei sedimenti. Tra questi, la separazione per densità risulta il metodo più utilizzato in quanto semplice ed economico, nonostante la digestione chimica o enzimatica risulti più efficace nel rimuovere le particelle plastiche. Allo stesso tempo, tecniche innovative, come la separazione elettrostatica e magnetica, mostrano potenziale ma necessitano di ulteriori miglioramenti. Per la caratterizzazione, le analisi microscopiche e spettroscopiche (FTIR e Raman) permettono invece di riconoscere con precisione il tipo di plastica, anche se richiedono strumenti costosi e tempi lunghi. Dallo studio emerge la mancanza di un metodo unico e definitivo, e che l’approccio più efficace consiste nella combinazione di diverse tecniche.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/97922